Recensione del concerto di Gianni
Nocenzi e Mario Fasciano a Napoli
il 4 giugno 2021
Per chi non ha potuto esserci….
Wazza
(dal nostro inviato Emerson Luca Palmieri)
Mario Fasciano e Gianni Nocenzi – Napoli, 4 giugno 2021
L’ultima delle collaborazioni di Mario Fasciano ha come teatro la Napoli più ricca di arte e storia: quella elegante e barocca del Complesso Monumentale Donnaregina nei pressi del Duomo, dove finalmente può realizzarsi questo concerto che la pandemia aveva più volte rimandato.
Nella sontuosa e allo stesso tempo raccolta cornice, esaltata dalla regia di Fabio Mazzeo, è proprio l’ensemble di Mario Fasciano (con lui alla voce e alla batteria, Riccardo Ballerini alla tastiera, Tony Armetta al basso e Ludovico Piccinini alla chitarra elettrica) ad iniziare con “Tommaso Aniello” da “Black Knights At The Court of Ferdinand IV”, il primo dei due album con Wakeman, proseguendo con estratti dell’altro album con Rick, “Stella bianca alla Corte di Re Ferdinando” , dell’ultimo LP “Entanglement” e di “E-Tnik” coi Deep Purple. E proprio su “Che Sogno” da quest’ultimo album, che fa il suo ingresso sul palco un autentico monumento della musica italiana, l’autore dei testi Patrizio Trampetti che canta a due voci con Mario. Tutti i brani, al solito, sono stati completamente rivisitati rispetto alle versioni in studio, in maniera rock e progressiva, che esalta nei lunghi momenti strumentali le doti creative di Armetta, il coinvolgimento di Piccinini e la perizia di Ballerini, mentre Mario da buon leader sprizza energia dalla batteria e melodia dalla voce, raggiugendo le note altissime richieste dalle sue composizioni che richiamano la migliore tradizione napoletana.
È quindi la volta di Gianni Nocenzi. L’esibizione solista è propizia per ascoltare la sua ultima fatica “Miniature”, il suo primo album al pianoforte. I brani sono solo un punto di partenza per un viaggio di Gianni nella sua musica, in cui è contemporaneamente rapito da essa ma non vuole che sia il solo: con gesti lenti o improvvisi, scattando in piedi o accarezzando l’aria con le dita, abbassando con veemenza il braccio o muovendo con dolcezza la mano, vuole porta l’ascoltatore insieme a lui e ci riesce in modo totale, ipnotico. “Farfalle” o “Terra Nova” sono dilatati in una dimensione di poesia, e quando in un’improvvisazione accenna all’incipit della parte pianistica di “Metamorfosi” si comprende quanto il suo rapporto con chi ascolta sia profondamente interiore. Un poeta in musica, come ha dichiarato qualche giorno fa un'altra colonna prog come Lino Vairetti degli Osanna. La sua prova è un’autentica esperienza collettiva.
La terza parte del concerto, tutti insieme, svela il filo conduttore della collaborazione Fasciano - Nocenzi: vengono infatti eseguiti i brani del repertorio di Mario i cui testi sono stati creati da Francesco Di Giacomo. “L’Ala della Musica”, “L’amore quando c’è”, “La Notte delle Stelle”, la toccante “Aria di Te”:la melodia mediterranea di Mario si sposa perfettamente con la dolcezza dei testi di Francesco e sembra quasi che lui se ne stia lì, dietro le quinte, pronto a venire al microfono. E il pubblico, nonostante l’età media non certo alta, sembra quello degli anni Settanta: non applaude finchè l’ultima nota non sia stata avvolta dal silenzio della Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova.
Il bis di “Frà Diavolo” conclude
questo particolarissimo concerto e di colpo dobbiamo lasciare quest’oasi e catapultarci
nella dura realtà, nella incombente premura del coprifuoco. Roma presto
potrebbe ospitare questo spettacolo che ricorderemo a lungo; e, nel caso, sarà
un’occasione per riconciliarci con la musica dal vivo di veri artisti.
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