TAUTOLOGIC-Wheels
fall off
Turtle
Down Music-2021-USA
Di
Valentino Butti
Continua, a distanza di soli tre anni
da “Re: Psychle”, il percorso “pazzerello” dei Tautologic di Ethan Sellers (voce e
tastiere) e Patrick Buzby (batteria), i due soci fondatori di questo ensemble
davvero particolare ed eccentrico.
Ai boss si aggiungono Emily
Albright (violino, voce), Chris Greene (sax), Nathan Britsch
(basso) e Jay Montana (chitarra elettrica) oltre ad altri vari ospiti al
violoncello, al trombone e alla tromba.
“Wheels
fall off” è nato durante il periodo più acuto della pandemia
negli States, anche se una buona metà era già stata elaborata nel 2014 con
delle prove in studio.
Il gruppo, attivo già da una ventina
d’anni, fa della contaminazione, a 360°, la propria cifra stilistica
principale, senza compromessi. Dopo i trenta secondi scarsi della intro “Wheels
fall off” si entra nel vivo dell’album con “That’s what I hear”, con
il refrain orecchiabile e fiati in evidenza.
“Memo to yourself” ci porta in
ambito ska, con il solito ritornello scanzonato a condurre… le danze.
“Rocket surgery”, uno dei
brani migliori e più “tradizionali”, nasce quasi come una ballata celtica per
poi aprirsi in un arioso strumentale in cui il violino di Emily Albright
“gioca” a rincorrersi con il sax di Greene e le tastiere di Sellers. Dalla metà
in poi, invece, il brano diventa uno splendido ed ispirato jazz-rock.
“Fat, dumb and happy” è un
divertente e disinvolto pezzo che la band inserisce subito dopo, mentre la
successiva “Covered in grit” è “funkeggiante” con tromba e trombone (un
po' à la Chicago” in primo piano con la voce della Albright.
Notevole anche un altro strumentale,
“Exit strategy”, in cui emergono le doti del chitarrista Jay Montana su
un tessuto jazz-rock.
Sempre altissima la qualità pure in “Summer,
1995”, la traccia più lunga del cd, che si muove inizialmente languida,
assecondando la voce della Albright, tra sax soffuso e ritmica appena accennata,
per poi crescere in una sorta di jam collettiva di gran gusto. Carina, nulla di
più, “High school reunion” con un, comunque, pregevole assolo di sax.
L’album termina, poi, con la piacevole title track.
Al solito, i Tautologic ci regalano un lavoro decisamente coinvolgente, intrigante, vario e sorprendente… non possiamo fare a meno di riascoltarlo…
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