Alla domanda: “Quali italiani conosci? Rivera e Mazzola?”, rispose: “Non li conosco, sono venuto in Italia per studiare Gramsci in lingua originale".
(Socrates)
Se ne andava il 4 dicembre 2011 Brasileiro Sampaio de Souza Vieria de Oliveira, detto Sócrates, il filosofo del calcio.
Grande calciatore e grande uomo, impegnato politicamente per la democrazia e libertà in Brasile. Giocò anche in Italia con la maglia della Fiorentina.
Per non dimenticare…
Wazza
Nato nel 1954 a Belém, nello Stato del Pará nel Nord-est del Brasile, Brasileiro Sampaio de Souza Vieria de Oliveira, cioè Sócrates, venne chiamato così dal padre in onore al filosofo greco. Il padre, con appena la seconda elementare, aveva imparato a leggere da autodidatta ed era diventato un grande amante del pensiero greco, al punto tale da chiamare un altro figlio Sófòcles e un altro ancora Sóstenes.
Sócrates lo ricorderà come la figura
più importante della sua vita per avergli trasmesso la passione per la lettura,
ed effettivamente sarà proprio la grande cultura del giocatore a fargli
raggiungere un posto nella hall of fame dei calciatori più popolari di tutti i
tempi.
Pelé lo definirà “il giocatore più intelligente della storia del calcio brasiliano”, mentre l’ex presidente Dilma Rousseff dopo la sua morte dirà che “il Brasile ha perso uno dei suoi figli più amati”. Inutile dirlo, era l’idolo di Lula.
Sócrates morì nel 2011, all’età di 57 anni.
Durante il derby Corinthians-Palmeiras,
nel minuto di silenzio dedicato a lui, tutto il pubblico corinthiano e i
calciatori alzarono il braccio con il pugno chiuso.
Era l’esultanza di Sócrates, il simbolo della sua libertà.
Nel 1983 aveva detto: “Vorrei morire di domenica, nel giorno in cui il Corinthians vince il titolo”.
Si è spento di domenica, il 4
dicembre 2011; poche ore dopo il Corinthians ha vinto il quinto titolo
nazionale della sua storia.
Un grandissimo !
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