Commento di Fabio Rossi
Artista: Vanexa
Genere: Heavy Metal
Album: The Last in Black
Anno: 2021
Casa discografica: Black Widow Records
Tracklist:
1.
The Last in Black
2. My Grave
3. Earthquake
4. No Salvation
5. Perfect!
6. Armless
7. Dr. Strange
8. Dead Man Walking
9. Like a Mirage
10. I Don’t Care
11. Hiroshima
Lineup:
Andrea "Ranfa" Ranfagni (Voce)
Pier Gonella (Chitarre)
Artan Selishta (Chitarre)
Sergio "Dr. Schafausen" Pagnacco (Basso)
Silvano Bottari (Batteria)
Lo scopo dell’arte della musica è quello di sapere generare
sensazioni nell’animo dell’ascoltatore. Se qualsiasi compositore (non è
rilevante il genere proposto) riesce in questo, ha centrato il suo obiettivo
primario.
Ho ascoltato per la prima volta “The Last in Black” su Spotify, consigliato
del batterista Silvano Bottari. Ho avuto il piacere di conoscerlo
all’edizione di quest’anno del Music Day a Roma. Entrambi avevamo il banco di
esposizione e il suo era a fianco al mio.
Era mattina presto, faceva freddo, mi stavo recando
all’Hotel Mercure Roma West dove si teneva la seconda giornata della
manifestazione e nel tragitto mi sono immerso nella musica dei Vanexa.
Sono bastate poche note della title track posta in
apertura di questo lavoro e nella mia mente ho formulato esattamente questo
pensiero: “Mi sento a casa mia!”. Già,
perché quel tipo di metal, il “true” heavy metal, mi ha letteralmente
catapultato a quarant’anni fa, quando m’inebriavo ascoltando Judas Priest, Iron
Maiden, Saxon e compagnia bella. Una meraviglia piacevolissima che mi ha
accompagnato per tutto il percorso.
All’arrivo all’Hotel, ho abbracciato Silvano e gli ho
detto “Grazie! Mi sono sentito davvero a
casa mia” e lui era visibilmente emozionato. Ecco, mi rivolgo soprattutto
ai giovani, è in tal modo che si vive l’amore per l’universo delle sette note. Ovviamente,
ho acquistato il vinile, peraltro una splendida confezione, perché Spotify e
Youtube sono utili, ma se si vuole contribuire a sostenere il movimento bisogna
continuare a comprare CD e LP. Ricordatevelo sempre. The Last in Black
segue cronologicamente Too Heavy to Fly, risalente al 2016, e la line up
è rimasta la medesima.
Del nucleo originario di questa storica formazione, la
prima a importare l’Heavy Metal in Italia con lo storico debut album Vanexa
del 1983 contenente l’hit Metal City
Rockers, è rimasto oltre a Bottari, il bassista Sergio "Dr.
Schafausen" Pagnacco. Le due sei corde sono di pregevole livello sia
in fase di riffing che di assolo; Artan Selishta e Pier Gonnella
che, per chi non lo sapesse, fa anche parte di un gruppo progressive/sperimentale
denominato La Compagnia del’Es che accompagna la cantante e polistrumentista
Paola Tagliaferro, sono sinonimi di garanzia.
L’ugola di Andrea "Ranfa" Ranfagni
convince sia nei pezzi arcigni che in quelli più melodici. Da sottolineare una
cura quasi maniacale riguardante la qualità del sound che si presenta
cristallino e curatissimo in ogni suo particolare.
Dal punto di vista prettamente musicale, il disco ricalca sostanzialmente le orme del precedente, sebbene si noti una certa volontà nella ricerca di nuove direzioni: un aspetto encomiabile atteso l’illustre passato del combo ligure che poteva limitarsi a riciclarsi all’infinito. Si è prescelto, quindi, un percorso con approcci diversi tesi all’esplorazione di territori meno battuti come l’andamento a tratti orientaleggiante della lunga e versatile Armless, a mio parere la perla di quest’album, l’atmosfera rarefatta che introduce l’andamento precipuamente heavy di Eartquake, nonché, in generale, il maggior utilizzo della chitarra acustica rispetto al passato.
Se My Grave e
No Salvation ci presenta il lato duro
della band, le ballate Perfect e Dead Man Walking gli fanno da
contraltare dimostrando la duttilità della band. Ottimo il refrain di Like a Mirage e di Dr. Strange di
marverlliana memoria; gradevole l’hard rock posto alla base di I Don’t Care e mirabile il rifacimento della conclusiva dirompente Hiroshima precedentemente inserita su
Back to the Ruins del 1988, qui riproposta in una veste nettamente migliore.
Che altro aggiungere. Ho inserito The Last in Black tra i migliori dieci
dischi metal del 2021. Beh, che aspettate ancora, non vi basta, andate a
procurarvelo!
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