Recensione
di Fabio Rossi
Artista:
Steve Anderson
Album:
Journeyman’s Progress – Part One
Genere: Progressive
Anno: 2021
Casa discografica: Spodrock Records
Tracklist:
1.
Solus
2.
Coda
3.
A Glimpse of Light
4.
Hellebore
5.
Circlet
6.
Mr Mekano
7.
Descent
8.
For Nancy
9.
Glass Quartet
10.
The First Step
11.
Journeyman
Line Up:
Steve Anderson ha suonato tutti gli
strumenti fatta eccezione per la batteria in “Coda” (Chris York) e in “Mr
Mekano” (Jamie Fisher). Il contributo alle percussioni in Glass Quartet è di
William Burnett, Neil Durant e ancora di Jamie Fisher.
Nella carriera di tanti musicisti si
arriva a un punto nodale in cui la volontà di pubblicare un album solista
appare irrefrenabile. Questo è accaduto anche a Steve
Anderson, chitarrista nei The Room, Grey Lady Down e Sphere 3, che
ci ha regalato un progetto interamente strumentale costellato di undici
composizioni ben concepite e dal carattere multiforme. Tale ultimo aspetto
costituisce il reale punto di forza di Journeyman’s
Progress – Part One, un viaggio attraverso il progressive, il
rock melodico, la psichedelia e la fusion, generi sui quali Anderson si
dimostra perfettamente a proprio agio.
L’artista milita in formazioni che esprimono proposte diverse tra di loro e, pertanto, era lecito aspettarsi un prodotto variegato.
Munito di una splendida cover, il
disco non delude assolutamente le aspettative e potrebbe essere annoverato tra
le uscite più espressive di quest’anno appena iniziato.
L’apertura è affidata alla
classicheggiante Solus nella quale Steve mette subito in mostra tutta la
sua bravura alla chitarra.
Coda ha un incedere rasserenante, per poi
esplodere verso la metà del brano in un rock graffiante dalla ritmica
travolgente nella quale ad eccellere è la batteria di Chris York.
A Glimpse of Light dispone di una tema portante ipnotico
sul quale si inseriscono suoni avvolgenti e incantevoli.
Hellebore ha un andamento affascinante dettato
dalle armoniose note sciorinate dalla sei corde acustica e sullo stesso canovaccio
si snoda la breve Circlet. L’atmosfera muta radicalmente con Mr
Mekano e Descent che sembrano essere state estrapolate da un album
dei King Crimson, due perle di musica surreale d’avanguardia ad alto livello
qualitativo.
Il clima si stempera con For Nancy, primo singolo nonché una delle tracce migliori partorite dalla genialità dell’autore, dove a dominare è una sognante chitarra.
L’inquietante e paranoica
Glass Quartet potrebbe far parte della colonna sonora di un film
distopico.
Su tali parametri si snoda anche la
seguente The First Step; questo brano ha un inizio umbratile per poi orientarsi
verso lidi più rasserenanti.
La sontuosa conclusiva Journeyman
ha un incipit affidato a un suadente pianoforte per crescere a mano a mano
d’intensità nell’ambito di un prog d’autore con sugli scudi un magnifico assolo
alla sei corde; il brano, come un camaleonte, cambia continuamente aspetto, ben
oltre dieci minuti di classe pura da applausi a scena aperta a suggellare un lavoro
di cristallina bellezza.
Ci si lamenta spesso del fatto che
non ci si emoziona più ascoltando le nuove uscite, non so voi cosa ne pensiate,
ma se l’eccezione conferma la regola Journeyman’s Progress – Part One ne
è una palese conferma.
Visto il titolo, non resta che
aspettare la Part Two e ho molta curiosità in merito.
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