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venerdì 27 maggio 2022

JPL-Sapiens Chapitre 3/3: Actum, commento di Fabio Rossi

 


Artista: JPL

Album: Sapiens Chapitre 3/3: Actum

Genere: Rock Progressivo

Anno: 2022

Casa discografica: Quadriphonic 


Tracklist

1. Paradis Perdu 2. Mon cercueil 3. Alias (La machine2) 4. Dansez maintenant 5. Memento mori 1 – Marche vers l'inconnu 6. Memento mori 2 – Tempus fugit 7. Memento mori 3 – La mort du roi 8. Memento mori 4 - Paria 9. Memento mori 5 – Acta fabula es 


Line Up

Jean Pierre Louveton / vocals, guitars, bass, virtual instruments

With:

Jean Baptiste Itier / drums (1,4,5)

Florent Ville / drums (2,3), keyboards & programming (3)

Guillaume Fontaine / keyboards (3)

Didier Vernet / bass (2,3)

Stéphanie Vouillot / piano (5c, 5d), vocals (2)

Marguerite Miallier / hurdy-gurdy (4)

Sylvain Haon / soprano saxophone (5d)


Recensione di Fabio Rossi

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JPL è un acronimo che sta per Jean Pierre Louveton, un musicista francese che vanta una prolifica carriera pluriennale con oltre venti album in studio pubblicati con Nemo, Wolfspring e, per l’appunto, JPL.

Chitarrista eclettico in grado di spaziare con naturalezza da un genere a un altro e dotato di una gran bella voce, Louvetron tra il 2020 e il 2022 ha completato la trilogia Sapiens dedicata alla condizione umana facendosi coadiuvare da artisti di gran livello.

I precedenti album dell’ambizioso progetto s’intitolavano Exordium (2020) e Deus Ex-Machina (2021) e ambedue sono stati accolti favorevolmente dalla critica; il presente Actum va a completare la mastodontica audace operazione. Nel disco vi imbatterete nel progressive, jazz, musica sinfonica, metal ed elettronica, in un crogiuolo di suoni ben concepiti, piacevoli all’ascolto e assemblati secondo una coerente logica creativa. Il cantato in francese a me non dispiace, anche se mi rendo conto che potrebbe non trovare estimatori in coloro che nell’approcciare al Rock sono eccessivamente dipendenti dall’idioma inglese.

Lo stile di Actum ricalca sostanzialmente quello dei predecessori conservandone la medesima freschezza compositiva. L’opener Paradis Perdu ha un intro elettronico che esplode poi in una ritmica potente con sugli scudi il drumming del batterista dei Nemo Jean-Baptiste Itier; il brano cambia forma più volte fino ad arrivare a una sezione melodica in cui si apprezza il vocalism di Louveton. L’andamento lento e umbratrile di Mon Cerceuil, mette in risalto ancora le capacità vocali di Jean  Pierre; il basso è profondo in un caleidoscopio sonoro in continua evoluzione. Si cambia atmosfera con l’abrasiva Alias (La machine2), sostenta da un incisivo riffing di chitarra, nella quale si miscela il prog al metal con comprovata maestria. Torna la vena malinconica in Dansez Maintenant, una traccia che cresce d’intensità creando fraseggi armoniosi di assoluto spessore. La lunga suite Memento Mori, divisa in cinque parti, lascia spazio alla musica classica perfettamente in sintonia con le parti più precipuamente progressive, creando così un connubio perfetto. L’atmosfera è plumbea, quasi spigolosa, a volte paranoica, quasi a voler evidenziare l’infelicità dell’attuale condizione umana (come potergli dare torto!). Si arriva alla fine di questo lavoro con la consapevolezza che forse non tutto è perduto: c’è ancora qualcuno in grado di sfornare musica di qualità per fortuna.

Consiglio L’acquisto dell’intera trilogia prossimamente disponibile anche in formato digipak. Ne vale la pena.





1 commento:




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