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giovedì 1 dicembre 2022

Akroasis-"Zephyros", commento di Fabio Rossi


Commento di Fabio Rossi 

Artista: Akroasis

Album: Zephyros

Genere: Rock Progressivo

Anno: 2022

Casa discografica: Maracash Records


Tracklist

1) Zephyros Suite

2) Sunao's Wind

3) The Caresses of the Wind

4) The Jchnos'Wind

5) Alonso's Wind

6) Sunao Theme

 

Line Up

Pierpaolo Meloni: flauti, tastiere e percussioni

Antonello Deriu: chitarre acustiche ed elettriche

Pierpaolo Frailis: batteria e percussioni

Andrea Locci: basso

Gian Marco Medda: vibrafono

Salvatore Spano: pianoforte

Special guest:

Marco Angioni: chitarra elettrica

Massimo Ferra: chitarra classica

Gloria Medda: violoncello

Eugenui Meloni: contrabasso

Diego Milia: pletri

Sergio Tifu: violino


Gli Akroasis (termine greco che significa sia “ascoltare” che “esporre”) nascono nel 2009 da un’iniziativa del compositore, musicista e produttore Pierpaolo Meloni. Nello stesso anno debuttano con I Racconti del Mare, un’opera ambiziosa e ben articolata concepita dalla genialità di Meloni, eseguita integralmente per la prima volta a Parigi in un teatro ricavato all’interno di una casa galleggiante in occasione del festival Les Arts Florissants de la Sardaigne. Le premesse per affermarsi nel nuovo panorama rock progressivo direi che c’erano tutte, ma il gruppo si ferma per riprendere l’attività nel 2018 con una formazione differente.

Dopo nove anni di attesa, abbiamo finalmente tra le mani il secondo album targato Akroasis intitolato Zephyros e avente come tema centrale quello dei venti. Non a caso il disco era stato programmato per il 2020 (duemilaVENTI) - gli eventi pandemici ne hanno slittato l’uscita di due anni – e la corposa Zephyros Suite ha una durata di venti minuti e venti secondi. Le sei composizioni sono interamente strumentali ed eseguite senza l’ausilio di suoni campionati o sintetizzati, fatta eccezione per la conclusiva Sunao Theme. La lunga suite costituisce senz’altro l’apice di questo lavoro. Ispirata dalla “nascita della primavera” raccontata nel quinto libro dei fasti di Ovidio, Zephyros Suite emoziona a partire dalle melodiose note del pianoforte poste in apertura, cui fanno seguito quelle di uno struggente violino e, subito dopo, di un armonioso flauto; in sottofondo il sibilo del vento rende tutto più magico. La musica ti avviluppa nelle sue incantevoli spire, sempre garbata, romantica, delicata come un tenero bacio tra due amanti. Nel finale c’è spazio per una sezione più vivace e parimenti gradevole in cui eccelle una chitarra elettrica decisamente rockeggiante. A seguire l’armoniosa Sunao's Wind, altro pezzo forte di questo eccellente e raffinato lavoro, munito di un tema portante orientaleggiante. L’argomento è quello dei venti di guerra ed è stato influenzato da Sunao Tsuboi, sopravvissuto al bombardamento atomico di Hiroshima, nonché attivista e insegnante giapponese antinucleare e contro le guerre.  Godetevi il suggestivo video realizzato con le animazioni e la regia di Matteo Fadda...


La scena cambia con la movimentata e solare The Caresses of the Wind, munita di un’intrigante sfumatura jazz che palesa la caratura e duttilità della band.  Si prosegue sempre su livelli egregi con The Jchnos'Wind, dedicata al vento della nostra terra, dove il flauto riecheggia Ian Anderson e i suoi Jethro Tull.  L’ariosa e spagnoleggiante Alonso's Wind ha come tema centrale quello del vento della follia e il personaggio di riferimento non poteva che essere Alonso Quijano, meglio noto come Don Chisciotte della Mancia. A chiudere Sunao Theme, dalle sfumature insolite rispetto alla struttura di Zephyros che altro non è che un’idea iniziale di Sunao’s Win inserita poi nel disco proprio per la sua particolarità.

La realizzazione dell’album ha visto la partecipazione virtuale di un’orchestra ottenuta registrando in sovraincisione gli archi. Merita menzione anche la magnifica copertina opera di Cristina Papanikas e denominata Di Carne e Vento (acrilico su legno, anno 2019), segno evidente che gli Akroasis hanno saputo curare ogni minimo particolare.

Un lavoro di siffatta levatura artistica costituisce un’eccellente prova della bravura dei musicisti italiani quando non sono chiamati a propinare le solite inutili schifezze dettate dalle logiche di mercato. Un tangibile omaggio al Rock Progressivo che non sa di mera commemorazione per un genere inopinatamente dichiarato morto da chi non sa o non vuole ascoltare, ma improntato sull’infaticabile ricerca di sentieri ancora inesplorati che possono essere scovati solo possedendo quell’ispirazione compositiva e quella sopraffina tecnica strumentale che Meloni e compagni hanno ampiamente dimostrato: Zephyros figura per lo scrivente tra le migliori pubblicazioni di quest’anno. È prevista una tournée nel 2023 con date in Italia e all’estero. Se mi sarà possibile andrò a vederli dal vivo. Questa è più che una promessa.   

  

  

  


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