Libro: Il Carraro
Autore: Giuseppe Surico
Edizioni: Il Cuscino di Stelle
Anno: 2022
Recensione a cura di Fabio Rossi
Giuseppe Surico è nato nel 1953 a Laterza, in provincia di Taranto, e ha iniziato la sua carriera di scrittore soltanto una decina di anni fa dimostrando un’encomiabile ispirazione palesata dalla qualità delle sue numerose pubblicazioni.
La tematica centrale trattata, non solo ne Il Carraro ma generalmente in tutti i suoi libri, è quella della rievocazione di un tempo ormai passato e pieno di fascino, quello dei nostri nonni. Giuseppe sa che per non dimenticare usi e costumi della nostra cultura relativamente agli anni cinquanta e sessanta è necessario descriverli dettagliatamente per i posteri e lui lo fa egregiamente nell’ambito delle sue storie. Così le sedie di paglia, il camino acceso d’inverno, le feste di paese, la mietitura, la vendemmia, i lavatoi, gli abbeveratoi per il bestiame, prendono forma quasi magicamente mentre Surico li innesta sapientemente nella struttura dei racconti. Vicende di vita quotidiana, di uomini forgiati dal sacrificio, dal duro lavoro nei campi o nelle fabbriche per guadagnare pochi spiccioli al fine di mantenere famiglie sovente allargate perché gli anziani allora si tenevano in casa. Un mondo perduto, spazzato via dalla tecnologia, dalla globalizzazione e dal consumismo. Sarebbe impossibile oggi che un anziano vicino a un braciere parlasse in religioso silenzio di fronte a bambini, ragazzi e adulti raccontando le vicende della sua vita. Che ricordi quando mio nonno rammentava il fronte durante la prima guerra mondiale o mia nonna materna rievocava la persecuzione contro gli ebrei o la tragedia delle foibe, ma c’era spazio per argomenti meno angoscianti, quali la vita contadina, l’amore per la terra e per ciò che ti donava se la trattavi con cura. Ecco, Il Carraro (la strada che doveva essere percorsa per arrivare al terreno da coltivare) è destinato a un pubblico che sa ancora emozionarsi al ricordo del passato e ai giovani che vogliono scoprirlo. La trama del libro è semplice, come lineare è la scrittura di Giuseppe. Narra le vicende di una famiglia del sud, le lotte, i sacrifici, il destino a volte beffardo, talvolta indulgente, uno scenario quasi teatrale in cui si dipanano le vite dei protagonisti: l’autoritario Gennaro, sua moglie Antonietta e i loro figli. Momenti felici tipo quando la figlia Francesca sposa il Maresciallo dei Carabinieri del paese elevando in tal modo la propria classe sociale, ma anche difficili come le vicende del ”ribelle” Luigi che otterrà l’agognato perdono del padre dopo tanti anni rammentando un po’ la parabola del figliol prodigo.
Ho letto Il Carraro in un giorno e più di una volta mi è scesa una lacrima pensando ai nonni e a quanto adoravo i loro racconti. Grazie Giuseppe di aver fatto riemergere in me quei ricordi così lontani.
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