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mercoledì 21 dicembre 2022

Il Banco del Mutuo Soccorso nel 1973


L'utopia è là, all'orizzonte.

Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi.

Faccio dieci passi passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi.

Per quanto cammini, mai la raggiungerò.

A cosa serve l'utopia?

Serve a questo: a camminare.

(Eduardo Galeano)

 

21 dicembre

Ci sarai sempre, Buon viaggio Capitano

Wazza



Un piccolo ricordo dal passato che fa capire come sono cambiati i tempi ed anche gli artisti.

Teatro Astoria di Firenze,16 marzo 1973

Siamo fuori dal Teatro, noi i soliti aficionados dei concerti fiorentini di musica pop; con i nostri capelli lunghi, le nostre frange e le nostre collanine multicolori.

Serpeggia un po' di malcontento da parte di una frangia di ragazzi che mal sopportano i gruppi italiani. L'esterofilia era una pratica molto diffusa, oltre che molto stupida, all'epoca.

Arriva il Banco Del Mutuo Soccorso per il concerto pomeridiano. Molti applaudono, tra cui ovviamente io, Francesco "Big" Di Giacomo mi riconosce, si stacca dal gruppo che sta entrando nel Teatro e venendo verso di me mi fa "aho, a' riccioletto, lo sapevo che saresti venuto".

Purtroppo, un gruppetto fischia e batte le mani gridando ..."Van-Der-Graaf, Van-Der-Graaf..." in uno stupido tifo senza senso.

"Big" li guarda, si avvicina e gli chiede il perché. Uno di loro, il più acceso tale Sandro, tra i più ostili verso gli italiani (ed anche tra i più stupidi) gli dice che non spenderebbe le 1.500 lire per vedere una band che, secondo lui, avrebbe tutto da imparare dalle band d'oltremanica.

"Big" gli chiede se ha mai visto il Banco ed alla sua risposta negativa, mette mano alla tasca, tira fuori il portafogli e mette in mano del ragazzo 1.500 lire; "Vieni a sentirci, ti prometto che ti farò cambiare idea!" e tranquillamente torna a parlare con me.

"Big", unico, assolutamente unico.

Gli stupidi di allora e ce n'erano molti, come di lì a poco avrebbero dimostrato, restano consegnati alla storia come tali.

(Silvano Martini)

 




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