Limite Acque Sicure – “Limite Acque
Sicure”
Minotauro Records (2022)
Di Evandro Piantelli
In Italia il progressive rock, nonostante il passare degli anni, non conosce crisi. Almeno dal punto di vista delle uscite discografiche che sono sempre numerose. Oggi parliamo di un gruppo originario di Ferrara: i Limite Acque Sicure. La band si è formata nel 2005 e, per un certo numero di anni (e con l’avvicendamento di alcuni membri della formazione) ha proposto cover dei gruppi più famosi.
Dal 2016 il gruppo
ha trovato la formazione che lo contraddistingue ancora oggi: Antonello
Giovannelli (tastiere) e Andrea Chendi (voce) sono presenti nella band fin
dagli inizi e ad essi si sono uniti Ambra Bianchi (flauto, arpa e voce),
Francesco “Franz” Gigante (basso), Luca Trabanelli (chitarre) e Paolo Bolognesi
(batteria). Da quel momento i LAS hanno cominciato a comporre pezzi originali
e oggi rilasciano per la Minotauro Records il loro album d’esordio, dal titolo
omonimo, formato da sei pezzi nuovi e da una cover (e che cover!).
Il disco si apre con la lunga “Sogno
d’Oriente”, la cui introduzione ci fa immergere immediatamente in atmosfere
nordafricane e mediterranee dai profumi speziati. Ma ecco che interviene la
chitarra elettrica a riportarci verso terreni più conosciuti, mentre il testo
della canzone ci parla di migranti, naufragi e globalizzazione. Parole mai
banali che ci invitano a riflettere su questo modo che sta cambiando forse
troppo velocemente, facendo emergere problemi che il cosiddetto “Occidente” non
ha ancora capito (o non vuole capire) e a cui dà risposte insufficienti. Il
brano presenta frequenti cambi di tempo, con la sezione ritmica sempre in
evidenza. Interessante anche l’utilizzo del flauto che ricama melodie sognanti
e l’assolo di chitarra a circa metà del brano che, unitamente all’intelligente
e mai eccessivo uso delle tastiere, faranno la gioia degli estimatori del prog.
Il secondo brano, “Terra Straniera”,
si apre col pianoforte ed è il pezzo più introspettivo dell’album. Il testo ci
parla del senso di estraniamento che a volte si prova non trovando comprensione
in chi ci circonda e sentendosi “… uno straniero in terra mia”. Una sensazione
che probabilmente molti di noi hanno conosciuto. Anche qui il flauto ricopre un
ruolo molto importante, caratterizzando buona parte del lavoro. L’uso del canto
a due voci, una maschile e una femminile, risulta particolarmente efficace.
“Il respiro dell’anima” inizia come
un pezzo quasi funky, per poi proseguire con atmosfere che gli amanti
del metal prog apprezzeranno sicuramente. È un pezzo che parla dell’importanza della
figura della madre, con le gioie e i dolori che questo pilastro della famiglia
si porta dentro nel corso di una vita. Ad un certo punto il brano sembra
finito, ma riprende subito con una parte struggente di piano e voce. Il testo
di questo brano è particolarmente profondo e toccante (“… noi siamo sangue e
materia a ricerca dell’anima …”). Il finale della canzone è quasi epico, con
una conclusione che mi ricorda i miei amati Dream Theater.
“Antico mare” si apre con una
bellissima introduzione in cui si inserisce il cantato. Il testo è incentrato
sulla storia delle civiltà che hanno abitato sulle rive del mediterraneo con le
guerre, le passioni e gli amori che nel corso di secoli hanno caratterizzato le
storie e i miti di greci, romani, egizi. Un brano di largo respiro, con un
ottimo solo di chitarra elettrica nel finale.
“Fiamme intorno” è un pezzo dove spiccano
l’ottimo drumming di Paolo Bolognesi e l’uso di un organo da chiesa. Nella
seconda parte del brano si inserisce il flauto con sonorità che ci rimandano ai
britannici Camel.
La cover presente sul disco è “Il
giardino del mago”, brano del disco d’esordio del Banco Del Mutuo Soccorso, che
non ha bisogno di presentazioni. Il pezzo ci viene proposto in una versione dal
vivo, dove i musicisti, pur non allontanandosi molto dall’originale, non cercano
di imitare fedelmente il gruppo romano, ma ci offrono un’interpretazione
personale ed appassionata, che mantiene alto il livello emotivo di questo
caposaldo del prog. Certo, alla voce non c’è BIG, ma la proposta dei Limite Acque
Sicure di questo brano storico è ricca di amore e rispetto, che vengono trasmessi
a chi ascolta.
L’ultimo brano presente nel CD è la
breve “Ti salverà”, un pezzo prevalentemente acustico il cui cui testo è
composto da una frase ripetuta più volte come un mantra “… segui sempre la
stella che più brillerà … ti salverà …”.
Terminato l’ascolto di questo lavoro
posso dirvi una cosa: si tratta di un esordio davvero notevole. Le musiche sono
belle e godibili in ogni parte, i testi sono attuali e ricchi di significato.
Tutti i membri del gruppo dimostrano di essere ottimi musicisti e caratterizzano
col loro suono un’opera godibilissima. Un disco che ho ascoltato e riascoltato
con piacere. Se tutte le nuove uscite discografiche di gruppi prog italiani saranno
di questo livello, allora non dovremo temere per il presente ed il futuro di
questo genere che da oltre cinquant’anni ci regala tante emozioni.
Limite Acque Sicure:
Andrea Chendi voce
Ambra Bianchi flauto, voce e arpa
Antonello Giovannelli tastiere
Luca Trabanelli chitarre
Paolo Bolognesi batteria
Francesco Gigante basso
Limite Acque Sicure tracklist (cliccare sul titolo per ascoltare)
1- Sogno d’Oriente (12’48”)
2- Terra straniera (7’53”)
3- Il respiro dell’anima (8’25”)
4- Antico mare (8’02”)
5- Fiamme intorno (10’48”)
6- Il giardino del mago (15’51”,
Banco del Mutuo Soccorso)
7- Ti salverà (2’11”)
IMMAGINI DI REPERTORIO
Limite Acque Sicure:
https://www.facebook.com/limiteacquesicure
Minotauro Records:
https://minotauro.store/product/limite-acque-sicure/
Nessun commento:
Posta un commento