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giovedì 31 ottobre 2024

"Led zeppelin II" nell'ottobre 1969




Era l’ottobre 1969, quando usciva “Led Zeppelin II”, un altro caposaldo del rock-blues di una magnifica stagione che, ahimè, non ritornerà più!

Di tutto un Pop…
Wazza


È il 1969 e la scena rock è popolata da gruppi rock dalla forte contaminazione jazz e blues. Nasce la fusion, nasce il rock progressivo, ma soprattutto nasce l'hard rock. E coloro che l'hanno introdotto definitivamente sono noti a tutti: i Led Zeppelin. I Led Zeppelin pubblicano all'inizio del 1969 il loro primo album, Led Zeppelin I, album ricco di canzoni dallo stampo blues, in cui la voce graffiante di Plant e la chitarra di Page regnano sovrane. Nell'album sono presenti anche delle cover di artisti blues come Willie Dixon, come "I can't quit you". Non scordiamoci di pezzi prettamente rock come la canzone che apre l'album, "Good times bad times", e "Communication breakdown". Il gruppo si afferma già nel contesto musicale europeo.


Nell'ottobre dello stesso anno, quel lontano 1969 nel quale prevale ancora il rock progressivo e psichedelico, esce nei negozi Led Zeppelin II, secondo lavoro della band. L'album sembrerebbe banale a causa del titolo semplice, ma è tutt'altro che banale. L'album si apre con un pezzo da novanta, una canzone che segnerà la storia del rock, che ancora oggi si canta, "Whole lotta love", famosa per il suo riff di chitarra orecchiabile e insistente. Il testo è a sfondo sessuale, come molti nella discografia dei Led Zeppelin. Nel bel mezzo del brano Robert Plant, il cantante e leader della band, si abbandona ad urla e gemiti sessuali che sfociano nella batteria di John "Bonzo" Bonham e nel riff di chitarra elettrica di Page. Tale canzone è seguita da "What is and what should never be", canzone più dolce nella prima parte, ma che nel ritornello esplode con un ritmo forsennato. La terza canzone del lato a è un pezzo molto rock, dominato dal basso di John Paul Jones. Il testo presenta delle chiare allusioni sessuali: non a caso prende il nome di "The lemon song". Il lato a si chiude con un famosissimo pezzo dall'atmosfera più quieta e dal testo molto dolce, scritto da Plant e dedicato alla moglie. La chitarra introduce il brano ma poi verrà sostituita dall'organo di John Paul Jones come strumento prevalente.


Il lato b si apre con "Heartbreaker", canzone hard rock che presenta il famoso assolo orecchiabile di Page alla chitarra. La canzone che segue, "Living loving maid (she's just a woman)", è il pezzo più scanzonato dell'album. Appena parte la canzone si sente la voce di Plant che urla "With a purple umbrella and a fifty cent hat, livin', lovin', she's just a woman ...". "Ramble on" è un pezzo di ispirazione tolkieniana (J.R.R. Tolkien - autore del Signore degli anelli). Nel ritornello la voce di Robert Plant esplode in un canto graffiante, mentre le strofe sono più calme. Il penultimo brano dell'album è uno strumentale diventato famoso nella storia del rock per l'assolo di batteria di Bonzo e per il riff di Page. Una delle pietre miliari del rock, un pezzo dalla forte vena epica. La canzone che chiude l'album si intitola "Bring it on home", pezzo blues firmato Willie Dixon, famoso bluesman.


Un album prettamente rock, un album che segna la storia del rock, un album che ci introduce nel magico mondo dell'hard rock, un album senza esclusione di colpi, un album dove è impossibile trovare un difetto. L'ascolto è molto piacevole, un album che consiglio a tutti. Led Zeppelin II è un inno a quelli che vivono di rock.








mercoledì 30 ottobre 2024

Francesco Ragusa, ConTra(d)dizione

 


Francesco Ragusa, ConTra(d)dizione


L’uso combinato di elettronica e sonorità mediterranee (con il ricorrente impiego delle percussioni) fa di ConTra(d)dizione”, esordio dell’agrigentino Francesco Ragusa, firmato La Stanza Nascosta Records, un lavoro insolito e meritevole di attenzione. Sembra scorrere, citando Ragusa, tra biddrizzi e patimentu (“Terra mia”), la narrazione (vestita di world-beat) delle geografie mutevoli di un’isola meticcia, non solo celebrata ma analizzata nelle sue intrinseche ambiguità. Elemento etnico e popular music vanno a braccetto, in un album che unisce in modo schietto tradizione e contemporaneità, luci e ombre, senza mai scivolare in una rappresentazione stereotipata.

Da vedere la clip del singolo di lancio dell’album, “Sicilia mia” (riprese di Giuseppe Bennica e Federico Dalli Cardillo, regia e editing di Giuseppe Bennica), nella quale spiccano le bianche scogliere di marna della Scala dei Turchi, uno tra gli scenari naturali più suggestivi e amati dello Stivale.





Compie gli anni Fabio Pignatelli

Nel 1971 andai a vedere i Jethro Tull a Roma, fu il primo concerto della mia vita, rimasi scioccato dall’introduzione di chitarra acustica di Ian Anderson, il brano era My God, tratto dall’album “Aqualung”. Quell’arpeggio indimenticabile mi tornò in mente per il riff di “Profondo Rosso”, nella cantina a casa di Claudio Simonetti”.

(Fabio Pignatelli)


Compie gli anni oggi, 30 ottobre, Fabio Pignatelli, bassista, compositore, produttore...

Deve la sua popolarità ai Goblin di "Profondo Rosso".

Da anni colonna portante della band di Antonello Venditti e musicista molto richiesto in sala di incisione, ha suonato con Claudio Baglioni, Nada, Goran Kuzminiac, Giorgia, Enzo Carella...

 Happy Birthday Fabio!

Wazza

FABIO PIGNATELLI 

Nato a Roma nel '53 si è subito specializzato in basso, chitarra, arrangiamenti e programmazione di tastiere e computers. Entrato a far parte dei Goblin dopo i Cherry Five, ovvero l'anticamera dei Folletti, formati nel '74 da Claudio Simonetti, Carlo Bordini, Massimo Morante e Tony Tartarini, artefici di uno degli album più rappresentativi dell'era progressive tanto in voga negli anni '70.


Come dice Agostino Marangolo in uno dei loro celebri concerti live, è lui l'inventore del famoso arpeggio iniziale di Profondo Rosso che riempi le casse della Cinevox... In Suspiria, l'anno dopo, una vera rivoluzione per le caratteristiche dei Goblin e per questo l'album più amato dai singoli componenti, Pignatelli si appropriò di alcune percussioni africane tra cui il Tabla indiano per la celebre title track del film.

Fabio Pignatelli , Agostino Marangolo,Maurizio Guarini, Dario Argento,Daria Nicolodi, Massimo Morante, Claudio Simonetti

Nel '78, inoltre, sono stati adattati alcuni brani originali del gruppo da Stelvio Cipriani per la colonna sonora Solamente Nero di Antonio Bido. Il suono del suo basso inconfondibile, lo troveremo in tutte le produzioni dei Goblin, anche quelle meno conosciute, mentre in colonne sonore come La Chiesa, Nonhosonno e l'ultimo Back to the Goblin, che è stato realizzato proprio nel suo studio a Roma (Pignatelli Studio) ci ha deliziato molto con i suoi lavori alle tastiere.

Ovviamente ha altre attività anche al di fuori dei Goblin; la più importante è la lunga collaborazione con Antonello Venditti dal vivo, ma non solo; ultimamente con degli ex Goblin, come Marco Rinalduzzi e Derek Wilson con cui realizzò Volo, ha formato una cover band i Beatles for sale in cui omaggiano il quartetto di Liverpool. 

Attualmente è il bassista dei Goblin Rebirth.





martedì 29 ottobre 2024

Nel ricordo di Duane Allman


Il 29 ottobre 1971, Duane Allman moriva in un incidente stradale all'età di 24 anni. La sua dipartita fu un duro colpo per la Allman Brothers Band, che continuò a suonare, ma non riuscì mai a replicare il successo ottenuto con Duane.

Allman è stato un chitarrista e cantante statunitense considerato uno dei più grandi chitarristi rock di tutti i tempi, ed è stato un pioniere del southern rock.
Iniziò a suonare la chitarra all'età di 12 anni, e si interessò subito al blues e al rock and roll. Nel 1961, fondò un gruppo con suo fratello Gregg, gli Allman Joys. La band ebbe un discreto successo, ma si sciolse nel 1965.

Nel 1969, Duane e Gregg fondarono la Allman Brothers Band, che divenne uno dei gruppi più importanti del southern rock. Ebbero un enorme successo con l'album “At Fillmore East”, pubblicato nel 1971.
Duane Allman era un chitarrista eccezionale, con un talento naturale per la musica. Era un virtuoso dello slide guitar, e il suo stile era caratterizzato da un mix di blues, rock e jazz.
Il contributo di Duane Allman alla musica è inestimabile. Ha influenzato generazioni di chitarristi, e il suo stile è ancora oggi considerato un punto di riferimento.

Con Eric Clapton





Nasceva il 29 ottobre 1933 Tony Stratton-Smith

Nasceva il 29 ottobre 1933 Tony Stratton-Smith, manager imprenditore, produttore, fondatore dell’etichetta musicale “Charisma Records”, vera fucina di talenti.

Da giornalista sportivo si trasforma in vero e proprio “talent scout”.

Grazie a lui Genesis, Van der Graaf Generator, Audience, Lindisfarne, Atomic Rooster e molte altre band sono entrate nella storia.

Morì di cancro al pancreas nel marzo del 1987.

Per non dimenticare…

Wazza



Award to Genesis for record sales at the country home of the late Tony Stratton Smith (far right), founder of Charisma Records









Jethro Tull in Paris in October 1969


October is the Parisian month, for Jethro Tull...

 

On October 12, 1969 they are in concert at the Olympia, they will return on the 31st of the same month for some participations in various TV shows.

Of all a Pop...

Wazza




JETHRO TULL Paris, Olympia 1969 from Rock&Folk magazine

november 1969.


Jethro Tull in Paris from Best magazine, 1969



 

lunedì 28 ottobre 2024

Banco del Mutuo Soccorso-"NUDO"


A fine settembre/inizi ottobre del 1997, il Banco del Mutuo Soccorso finiva di registrare l’album “Nudo”, doppio CD, una parte in studio, con la “suite” inedita Nudo, la seconda live, la maggior parte dei brani registrati dal vivo a Tokio nel maggio dello stesso anno.

Di tutto un Pop…

Wazza

Un doppio CD, il primo in studio e il secondo dal vivo. Il CD in studio era aperto da un brano inedito, una suite in tre movimenti che dà il titolo al disco: "Nudo", appunto. Il resto del cd era composto da alcuni brani storici incisi al Ribes Studio di Genzano il 13 e 14 aprile del 1997.

Il disco uscì per la Emi Italiana alla fine del 1997. Come detto il cd due era invece il risultato di una tournèe in Giappone, si sa sono sempre i giapponesi a riscoprire le cose, come insegna il mockumentary The Spinal Tap.

La band riprende il nome completo e anche la voglia di riproporre brani più articolati e vecchi successi. Un doppio cd che contribuisce alla rinascita del progressive italiano che negli anni 2000 vedrà una sequela di ristampe celebri e di ritorni inaspettati, e anche di fatto l’ultimo disco contenente un inedito del gruppo composto con Di Giacomo in vita.

I brani dal vivo sono registrati a cavallo tra Giappone e Italia. Per la precisione "La conquista della posizione eretta", "Metamorfosi", "Guardami le spalle" e "Roma/Tokyo" provengono dai concerti giapponesi del 25 e 26 maggio 1997 mentre "Bisbigli", "Passaggio", "Coi capelli sciolti al vento" e "Traccia" provengono da un concerto al Ciclodromo di Padova del settembre del 1995. È però l’inedito in studio a catturare l’attenzione.


Una suite in tre parti lunga circa 13 minuti che mostrava le caratteristiche che avevano reso celebre il gruppo negli anni ’70, partiture sinfoniche e pompose, ma anche una inedita tessitura rock che ben si amalgamava soprattutto alla bella e particolare voce di Di Giacomo che canta un testo davvero notevole. Belle le revisioni di alcuni grandi classici, su tutte "750 mila anni fa l’amore", che diventa una struggente ballata voce e pianoforte che strappa l’anima con un testo che racconta una storia d’amore impossibile ai tempi dell’evoluzione.

La parte live mostra un gruppo in piena forma, che riarrangia bene i vecchi brani senza snaturarli.

Il disco uscì anche in versione singola per il mercato internazionale mischiando brani reincisi e live.

Da lì partì per il Banco una breve seconda giovinezza.