SUBMARINE SILENCE -
There's something very strange in her little room (2013)
Musicians:
-RICKY TONCO: Vocals
-GIGI CAVALLI COCCHI: Drums
-MATTEO BERTOLINI: Bass
-MIRKO RAVENOLDI: Vocals and Guitars
-DAVID CREMONI: Guitars
-CRISTIANO ROVERSI: Keys and Stick
Prendere 3 parti di Moongarden e 1 di Mangala
Vallis, agitare con cura ed ecco pronta una band di buon livello legata
a doppio filo con gli stilemi propri dei Genesis del periodo
d'oro e in particolare dei loro brani in cui Banks la fa da padrone.
I Submarine Silence ritornano sulla scena dopo circa
12 anni dal loro album di debutto, in cui erano un trio strumentale, e lo fanno
rinnovando il loro amore smisurato per la gloriosa band inglese da cui traggono ispirazione e riferimenti. La
cover dell'album, in perfetto stile vittoriano, è degna del miglior Nursery
Cryme (non deve stupire, visto che la precedente era addirittura realizzata
da Paul Whitehead) e persino i timbri della batteria sono molto vicini a
quelli di Collins.
Il vocalism invece, pur essendo strutturalmente vicino alle
costruzioni 'genesisiane', ha un timbro più duro, oscillante fra David Bowie
e un pò di metal. La vena interpretativa, seppur lontana
dall'istrionismo di Gabriel, è di buon livello.
L'opening dell'album è ansiogena e ricorda quella di Radiation
dei Marillion, ma il concept si dipana successivamente con
ampie aperture di mellotron e ritmiche ora incalzanti e dense di pathos,
ora delicate, nostalgiche e melodiche.
Le maggiori vette si raggiungono nella prima parte del lavoro,
dove l'ispirazione sembra più tangibile, mentre la seconda cede un po' in
intensità, fatta eccezione per l'ultimo lungo brano 'Lyon Of Simmetry',
che ha alcuni ottimi momenti e un finale sinfonico e maestoso.
Sebbene io preferisca la loro prima uscita tutta strumentale, per
coloro fortemente legati alla gloriosa band inglese, quest'album è un piacevole
cuscino su cui adagiarsi: non si urla al miracolo per innovazione, ma si lascia
ascoltare con piacere, forse perché tutto ciò che ci si attende, alla fine lo
si ritrova... ma, ogni tanto, visti anche i valori in campo, osare un po' di
più non guasterebbe.
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