LA BELLE EPOQUE
“IL MARE DI DIRAC”
“IL MARE DI DIRAC”
Davvero
piacevole questo disco d’esordio de La Belle Epoque, ricco di sonorità indie-rock; accattivante
il titolo, tratto dal fatto che, nel 1930, il fisico inglese Paul Dirac inventa
un modello teorico del vuoto visto come un mare infinito di particelle di
energia negativa.
“Il Mare di Dirac”
è stato registrato nel Teatro delle Voci di Treviso, uno degli studi di
registrazione più grandi d’Europa, con un’acustica ambientale variabile, sotto
la sapiente guida di Jean Charles Carbone, ingegnere del suono, produttore,
arrangiatore e polistrumentista.
Immaginando
questo vuoto cosmico, popolato solo da particelle infinitesimali la band -
composta da Luca Boschiroli (voce,
chitarra, percussioni), Dario Sorano (voce, chitarra, pianoforte,
sintetizzatore), Daniele Pizzigoni (basso),
Paolo D’Adda (batteria) - ha cercato
di riempirlo con raffinate melodie testi appropriati (Luca Boschiroli),
ottenendo un ottimo risultato sia come arrangiamenti che impatto sonoro.
Piacevoli discromie e biscromie accompagnano l’ascoltatore in un viaggio
musicale tranquillo e rilassante, ma senza impedirgli di riflettere sulle
tematiche ben espresse con poetica armonia.
Lo stile è
unico e distante un pò da tutti gli archetipi musicali, anche se la loro ragion
d’essere (La Belle Epoque) a detta loro è quella di ricreare atmosfere rock
anni ’90, utilizzando strumentazione attuale e vintage, il tutto integrato da
poche sovraincisioni e da una registrazione della voce con attrezzature
esclusivamente analogiche.
Questi i brani, citando le frasi che più colpiscono: ICARO,
“ non avevo scelta “, è il destino di chi ha una vita segnata sin
dall’inizio e si getta alle spalle il proprio passato per affrontare l’ignoto, spesso
con la possibilità di cadere e non fare ritorno; NUOVO MONDO, “Nessuno si calmerà sperando in giorni
migliori, in fondo non voglio essere sempre nuovo e come si fa a concentrarsi
sui fogli e le teorie? Se sarà necessario pioverà!”, parole che esprimono
un certo fatalismo sulla programmazione della propria vita; FUORI
DI ME, “L’umidità conserva
terribilmente male i sentimenti”, amara constatazione finale; INSIDIA,
“Ho necessità di dirti quello in cui non
credo più , come rovinava la tua pelle il sole”; CRACOVIA, necessità è un
termine molto ricorrente nei test; MENTRE IL CIELO CADEVA, “Disarmante il peso dell’ipocrisia ,com’è
difficile invecchiare limitandosi a guardare, l’era dell’autunno in fretta
passerà, imparare a domare il tempo per capirne il senso”; IL
MARE DI DIRAC, CON L’AMORE NEI PIEDI, concludono quesTo bel
disco carico di emozioni e buona musica.
BIOGRAFIA
La Belle
Epoque è una band alternative rock bergamasca attiva dal 2009. E’ composta da
Luca voce e chitarra, Dario voce chitarra e tastiere, Paolo alla batteria e
Daniele al basso.
Sin
dall’inizio la band vuole dare un’impronta ben definita delle proprie sonorità
e lo fa muovendo i primi passi con un’accurata selezione di cover di matrice
anni 90, con arrangiamenti ed intermezzi dedicati. Non mancano tuttavia gli
spazi per dedicarsi ad un’iniziale stesura di materiale inedito.
Trovando una
dimensione sempre più personale con l’importante scelta dei testi in lingua
italiana, nel febbraio 2012 viene autoprodotto un demo-ep dal titolo “Rumori
dal piano di sotto” contenente 3 tracce inedite. Il demo viene utilizzato
prevalentemente come presentazione per il circuito live e ricerca delle date,
attività che riscuote un buon riscontro nell’ambiente locale sino ad arrivare
nel 2014 su palchi di maggiore importanza quali ad esempio La Birroteca Rock o
l’Elav Indie Festival. Prosegue nel frattempo senza sosta la stesura di nuovi
brani.
Parallelamente
al lavoro di creazione la band propone apparizioni in versione acustica,
proponendo anche in questo caso una selezione molto accurata di cover
internazionali completamente arrangiate per l’occasione con una strumentazione
ricca di particolari quali ad esempio il mandolino, il violino, il
contrabbasso, la tromba ed il pianoforte.
Il sound e
gli arrangiamenti diventano nel tempo più personali e riconoscibili. I pezzi
vedono convivere intrecci melodici armoniosi con incursioni elettriche più
spinte, trovando una sorta di equilibrio negli intrecci di chitarre e tastiere.
Mossi dal buon riscontro live e con diversi nuovi brani nel cassetto la band
decide negli ultimi mesi del 2014 di dare il via al processo di realizzazione
del primo disco ufficiale.
Il progetto
prende forma tra febbraio e maggio 2015, con un’intensa sessione di
registrazioni presso Il Teatro delle Voci di Treviso, uno dei più grandi e più
particolari studi di registrazione d’Europa, guidati dalla sapiente
supervisione di Jean Charles Carbone, ingegnere del suono, produttore,
arrangiatore e compositore.
Nasce così
“Il Mare di Dirac”, un disco di otto tracce dal sapore decisamente live, con la
quale la band vuole allargare gli orizzonti locali e spingersi in un panorama
decisamente più ampio.
Nessun commento:
Posta un commento