Usciva ad ottobre del 2001 "Movimenti", il primo album solista di Vittorio Nocenzi, parallelamente al suo impegno di pianista
e compositore con il gruppo del Banco
Del Mutuo Soccorso.
Un disco innovativo, una specie di diario musicale, brani scritti in un
arco di tempo che va dal 1983 al 2000, per balletti, per il teatro, pezzi
inediti, ma ascoltandoli non ci si accorge del tempo passato da un brano
all'altro, e ci si immerge in un lavoro ricco di immagini.
La grande innovazione è quella di "accompagnare" i brani con un
libretto di poesie inedite di Alda Merini, dove viene suggerito di abbinare una poesia ad ogni brano,
così che l'ascoltatore può "testare" le proprie sensazioni!
Alda Merini, accompagnata da Vittorio al piano, recita alcuni versi nel
brano "Il suono delle parole"; veramente struggente, Carillon,
piccola gemma, dedicata da Vittorio alla mamma scomparsa. Doppie Influenze, e
Jouer la musique, torna prepotentemente alla mente l'inconfondibile suono del
Banco.
Così Vittorio Nocenzi,
descriveva l'album in una intervista fatta da Gianluca Reneffio, per la fanzine "Il
Giardino Del Mago", nel 2001
G.R. - In
"Movimenti" rinunci a testi cantati perchè ?
V.N. - Per sottolineare l'autonomia
del linguaggio della musica,senza però rinunciare alle relazioni intriganti: il
rapporto tra parole e musica può essere ancora più ampio di quello cantato.
Trovo affascinante la reciproca influenza che cè far i diversi linguaggi.
All'ascoltatore propongo di leggere le poesie inedite della Merini con la voce
della propria mente: la musica e le parole creeranno le immagini di un
videoclip interiore e personale
G.R. - La tua
proposta intende rendere assolutamente libera la musica nel momento
dell'ascolto, da metriche e tempi obbligati di lettura ?
V.N. - Improvvisiamoci scompositori. Se
la poesia si esprime in pochi versi ed il brano dura più di cinque minuti,le
parole potrai leggerle in momenti e tempi differenti sulla musica,ripetendone
la lettura, spezzandone il verso,sostenendo un altro rapportoc on il suono, più
ampio e libero.Ricomponiamo i discorsi e riascoltiamoli in movimento.
G.R. - Insomma
è la totale liberazione della fantasia in un momento in cui di fantasia ce n'è
poca.
V.N. - Lo stimolo alla nostra
fantasia è spesso preconfezionato, è come se delegassimo altri a costruirci e
strutturarci le emozioni.Io vorrei fare il contrario.
G.R - Ma non è
limitativo allora coniugare "Movimenti" a delle precise poesie ?
V.N. - La mia intenzione non è
questa.La scelta della Merini è il mio personale suggerimento.Mi auguro però
che Movimenti stimoli la fantasia di chi lo ascolterà in modo tale da far
scoprire, tra i brani e le poesie,sovrapposizioni diverse da quelle che ho indicato.
Oppure che nasca in qualcuno il desiderio di scegliersi altre poesie o di
prendere carta e penna e scrivere dei propri versi.L'importante è creare
movimenti d'espressione :il fascino sta nel cogliere le possibili connessioni
fra musica e testo.
G.R. - Quindi
ritieni che il ruolo dell'ascoltatore deve essere attivo.
V.N. - La musica non è un fatto
privato dell'autore, si esprime compiutamente solo quando l'ascoltatore diventa
egli stesso interprete-esecutore. Riprendersi le parole, la poesia nella musica, significa
riscoprire l'essenza della parola, del suono.
Questo lavoro vuole essere un invito ad un nuovo modo di ascoltare la poesia e leggere la musica. Si propone all'ascoltatore-lettore di diventare lui stesso autore di uno spettacolo interiore leggendo con la voce del proprio pensiero le splendide poesie di Alda Merini durante l'ascolto dei brani.
Un album di
"musica & poesia" da riscoprire ... Vittorio c’è!
WK
A chi leggerò le poesie un giorno
a chi leggerò i giorni della Poesia
il tuo orecchio era così salutare.
Mi viene da pensare ad un giardino
Ad un Amleto dubbioso,
il sangue è pieno di radici
e darà una foresta di canzoni
(A chi leggerò, Alda Merini)
a chi leggerò i giorni della Poesia
il tuo orecchio era così salutare.
Mi viene da pensare ad un giardino
Ad un Amleto dubbioso,
il sangue è pieno di radici
e darà una foresta di canzoni
(A chi leggerò, Alda Merini)
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