Beatles 50 anni fa al Vigorelli, Genova, Roma 1965
Io, i Beatles e le strane coincidenze!
In quel periodo ero nella fase del: “che farò da grande?”
Intanto suonavo in un gruppo e avevamo
fatto una tournèe in Sardegna, per conto di un impresario politicamente
impegnato, a favore di un candidato locale! In quel giro partecipavano anche
Pino Donaggio, Arturo Testa, Cocky Mazzetti e altri. Finito il tour andammo nel
suo ufficio in via Pietro Verri a Milano, e parlando del più e del meno ci disse
che avrebbe portato i Beatles in Italia. Per coincidenza lui era Leo Wechter. Figuratevi da quel momento
il suo ufficio diventò casa mia fino a quando non mi diede il pass che mi
avrebbe permesso di andare in giro per tutto il Vigorelli, e ovviamente nel
back stage.
Adesso per capire chi erano i Beatles e
cosa rappresentavano devo parlare della scena musicale a Milano.
A Milano esisteva la Galleria del Corso, dove
si incontravano tutti i musicisti, si discuteva di musica e si formavano gruppi
improvvisati.
In pratica succedeva questo.
-Tu che suoni?
-Il basso
-Canti?
-Oddio
sì, qualcosa!
-Sei
libero sabato?
-Sì Sì.
-Allora
c’è da fare una serata a Salice Terme. Siamo
io tu, il batterista, il chitarrista, Giovanni xxx che canta: la paga è 5000 lire e
cena!
- Va
benissimo!
Si suonavano brani standard americani, tipo
“All’ of me”, “Stella by starlight”, “My
funny Valentine” eccetera.
Che c’entrano i Beatles in tutto
questo?.
Il fatto è che a me piacevano da morire, anzi avevo anche comprato una giacca come la
loro.
Mentre in galleria i musicisti dicevano
che non sapevano suonare, erano stonati e per dare il colpo finale… erano “squadrati”,
in pratica non suonavano neanche a tempo.
Il giorno del concerto, forte del “pass”,
mi trasferii al Vigorelli.
Vidi montare gli strumenti sul palco amplificatori:
vox, batteria, tanto che appena vidi sulla cassa scritto “The Beatles” mi dissi: “ Ma
allora è vero!”.
Poi andai backstage e li vidi
tranquilli: John suonava seduto in un
angolo, Paul in piedi col basso, Ringo
con due bacchette e George seduto che suonava la chitarra esercitandosi in un
“finger picking” fantastico!
E lì ho capito che il mondo musicale
sarebbe cambiato! Altro che non sapevano suonare… rimasi fermo in silenzio ad
ascoltare.
Poi intervennero gli uomini d’ordine e nonostante
il pass mi invitarono ad uscire, e tornai
fuori sul prato.
Piano piano si stava riempiendo e
nonostante avessi un pasto lo liberai per darlo ad una ragazzina che voleva
stare assieme alle sue amiche.
Finalmente ecco I BEATLES.
Mi ricordo il primo brano: My love don’t give me present … I Know…
Azz!
Altro che stonati! Incredibile Paul, “che voce!”.
Suono impeccabile e mi colpì il fatto
che nessuno di loro voleva emergere.
Allora, generalmente nei gruppi, il
chitarrista voleva suonare più forte del basso, che a sua volta voleva coprire
il piano, che non si sentiva perché sovrastato dalla batteria! Ahahahah.
Loro non una nota in più o in meno di
quanto registrato nei dischi!
Altra cosa che ormai mancava era vedere
se le ragazzine avrebbero pianto, applaudito e gridato, come si leggeva nei
giornali. Ebbene sì! Accadde anche quello! Non ci potevo credere. Guardavo i
Beatles sul palco e poi guardavo le ragazze vicine. Ad un certo punto chiesi ad
una se per caso fossero state pagate per fare quelle scene. Mi guardò e
continuando a piangere e gridare “PAUL”
cominciò a scuotere la testa per dire… NOOOO.
Mi sarebbe piaciuto avere una
cinepresa. Ma ahimè!
All’Hotel Milano Conferenza Stampa che
non seguii fino in fondo. Poi dopo mezzanotte tutti al Charlie Max. Il top
delle discoteche di Milano! Suonava Augusto
Righetti e le Ombre: bravissimi, eleganti, perfetti.
I Beatles fecero foto con loro,
gentilissimi. Io me ne andai poco dopo.
L’indomani Leo mi chiese di andare
anche a Genova e Roma ma rifiutai.
Ma non ditelo a nessuno, qui a Milano
tutto “gratis”, ma a Roma avrei dovuto
spendere per albergo ristorante e… quindi…nada!
Tutto qui? Ma no perché lo strano della
vita e le sue coincidenze fecero si che il sassofonista del gruppo che suonava
al Charlie Max, Marcello Olmari, il chitarrista Andrea Sacchi e il batterista
Franchino in seguito si unirono a me in un nuovo gruppo.
Finito qui? Ma noooooo… in seguito Marcello Olmari sarebbe diventato”
Gil Ventura”, Andrea un bravissimo chitarrista presente in varie registrazioni,
Bruno direttore artistico alla Emi, io un piccolo modesto responsabile di una
etichetta di una multinazionale, la “Polygram!”. Giusto per citare alcuni artisti… Genesis,
Jethro Tull Gentle Giant, Bee Gees, Joe Cocker, Roxy Music, Hendrix, Clapton 10
CC, James Brown e tanti altri.. finito qui?
Ma nooo… le coincidenze: alla conferenza
stampa dei Beatles era presente una ragazza che uscì con l’autografo di George
Harrison felicissima.
Quella ragazza, Valeria Montaldi,
sarebbe diventata una famosa scrittrice.
Fateci caso con un nome cosi non poteva
che diventare una scrittrice, una attrice una pittrice o anche le tre, ma ne
aggiungo una quarta che mi riempie di gioia: mia consuocera! Coincidenze vero?
Finite? Ma noooo!
1976
Nella mia nuova posizione alla Polygram
mi sono trovato a concordare il contratto con Ringo Starr.
E lì mi sono detto: “caro mio adesso noi ci vedremo e finalmente
faremo quattro chiacchiere.”
Riunione dei responsabili europei ad
Amburgo per mettere a punto le iniziative promozionali per il disco di Ringo, “Rotogravure”.
In pratica ogni responsabile di nazione
doveva proporre il piano promozionale per poi essere presentato e accettato.
Posso dirlo? Ma sì: li ho stesi!
Perché tutti o quasi prevedevano le
solite cose: Radio libere, press conference, TV, insomma niente di chè, Il
normale tran tran che va bene per tutti.
E io? Una cosa semplice, normale, nemmeno
troppo costosa!
Dunque: fatte prima le debite consultazioni
con Salvetti, Sorrisi e Canzoni, enti
locali, ecco cosa mi era venuto fuori.
-Atterraggio a Venezia
-Piazza San Marco organizzata in modo
da far scrivere ai piccioni “Welcome Ringo”
-Arena di Verona, dove la sera avrebbe
cantato uno dei brani del disco “Hey Baby”,
ma invece del coro normale ci sarebbe stato l’intero coro dell’AIDA, che in
quel periodo si esibiva proprio lì
-Registrazione di un video clip che poi
poteva essere dato alle varie TV europee.
-Visita
alle Rotative di Sorrisi e Canzoni con relativo servizio fotografico
-Conferenza stampa sempre da Sorrisi e
Canzoni, con intervento di ragazzi contattati via radio.
-La sera ,indovina indovinello, cena al
Charlie Max. Se ne sarebbe ricordato?
-Visita nei nostri uffici per la gioia
delle segretarie e dello staff
Di solito quasi nessuno accetta ma io
lo proposi spiegando che un disco si deve “vendere” prima proprio negli uffici
dove lavorano tutti per farne un successo!
-Roma, l’Altra Domenica di Renzo Arbore,
conferenza stampa e Telegiornale di Bruno Vespa.
-Filmato di Ringo in giro per Roma.
Compito che avevo concordato con un mio carissimo amico e collaboratore,
Carmelo La Bionda !
E direi basta!
Altra riunione ad Amburgo con Salvetti.
Infine.
Ultimo incontro mio e Ringo che entusiasta
del piano mi caccia una battuta che mi ha steso.
Tenete presente che ha un humor tipicamente inglese e non capisci se è serio o scherza.
Ve la dico in italiano:
-Antonio… è fantastico, incredibile, ma mi
chiedo e ti chiedo: quanti piccioni ci vogliono per far scrivere quello in inglese?
(Sembrava proprio una domanda)
Risposi: oddio mica li ho contati… ma
piazza San Marco è piena, non è un problema.
-Scrivete
le lettere per terra, ma quante persone servono per tenere fermi tutti quei
piccioni?
-E
se poi scappano?
Ma no, non è così difficile, dissi io, e stavo per spiegare che le lettere sarebbero state scritte col
mais, ma lui incalzando…
-Non
mi dire che li faresti inchiodare tutti al pavimento per farli stare fermi!
Ussignur! Era serissimo. Guardai lui, guardai
il suo segretario Hillary, poi feci uno dei classici gesti di Albertone Sordi,
quello del… “Maccaroni tu mi guardi
e io te magno!”
Sì, lo so, adesso penserete che era
chiarissimo che stava scherzando.
Ma
vi dico cosa era successo a Parigi qualche settimana prima.
Il mio collega francese mi raccontò che
erano andati “Chez Regine”, noto locale parigino e, per farla breve, era successo un patatrac.
Nessun problema perché Hillary poi aveva pagato tutti i danni.
Conoscevo Regine, ma decisi di non
chiamarla per avere conferma.
Mi resi conto che l’uomo non era facile
da trattare.
Ecco perché in quella situazione ero
insolitamente titubante.
Meno male che dopo “Maccaroni” ci fu la
risata e finalmente scattò la tanto
attesa empatia.
Poi mi disse che sarebbe stato stanco per
cui niente Venezia niente Arena, per il resto tutto oki.
Peccato per Venezia, perché avevo letto
che fra i Beatles, dopo la rottura, non correva buon sangue, e sapendo che la
domenica seguente proprio a San Marco ci sarebbe stato il concerto di Paul
volevo fargli la sorpresa.
Cena
poi ultimi dettagli che non sto a dire e OK. Finally Done!
Milano 1976
In quel periodo avevo la mania di collezionare i vetri dei vecchi flipper!
Ne avevo 3 o 4 in ufficio e Ringo fu
incuriosito e gli spiegai che avrei fatto ad ognuno una cornice di legno e
inserito delle piccole lampadine che si sarebbero accese alternativamente, e li
avrei appesi alle pareti come quadri.
Mi chiese se poteva prenderne un paio. Ovvio,
ma Hillary gli disse che in America ne avrebbe trovati di più belli.
Fiuuuuuuuuu.
A Milano cena al Charlie Max, e Hillary
mi chiese di invitare alcune amiche per rallegrare la serata: in realtà a parte
Vini Poncia eravamo tutti ometti.
Ovviamente non ho avuto difficoltà
chiamai, un paio di amiche che ne rimorchiarono altre e fu una serata
piacevolissima.
Non si ricordava niente di niente del
Charlie Max e mi spiegò perché. Magari di questo ne parlerò un'altra
volta. E vi assicuro che non era una
bella vita!
Roma press conference
Nuovo Sound
Il problema nelle conferenze
stampa era uno.
Tutti i giornalisti continuavano a
chiedergli più dei Beatles che del suo disco e dei suoi programmi futuri.
Ricordo che a un certo punto ho dovuto mediare e allora lui tirò fuori il disco
e mi chiese di dire loro che... “ Io
ho inciso questo disco che contiene x brani
registarti a …. con la collaborazione di … eccetera e sarebbe stato
felicissimo di rispondere alle loro domande su questo suo lavoro.
I Beatles erano acqua passata, ma
potevano cercare di avere più notizie dagli altri e in altri momenti! Questo detto
tranquillamente serenamente. Infatti ci furono finalmente alcune domande
proprio sul disco e fine della conferenza.
Poi alcuni giornalisti, alcuni
conosciuti da tempo mi avvicinarono per chiedermi notizie se mi aveva
raccontato dei Beatles eccetera. Ovvio che sì ma figuratevi se avrei detto una
parola.
Domenica Rai TV incontro con
Arbore per registrare “ L’altra Domenica“.
Bruno Vespa per il TG. Nacquero
problemi perché Arbore si impuntò e disse che se avesse registrato il TG
avrebbe fatto saltare “ l’Altra Domenica”
Ho dovuto inventare non ricordo cosa per
dirgli che il TG era saltato, e meno male perché era in “buona”.
Dimenticavo. In albergo gli avevo detto
che a Venezia quella sera si sarebbe esibito Paul.
Memore delle dicerie delle loro liti
aspettavo una reazione di totale indifferenza.
Invece… chiese a Hillary di
rintracciare Paul; gli dissi che secondo me poteva dormire al Danieli o al
Gritti. Finalmente riuscì a convincere il tipo a passargli al tel Paul che
aveva dato disposizioni di non passargli nessuna comunicazione.
Much to my surprise, con mia grande meraviglia fu una
telefonata veramente ma veramente fra due amici amici AMICI.
Paul gli chiese cosa faceva, dove era e quando
Ringo gli disse che era a Roma per promuovere il suo disco gli disse di non
fare lo “sciocco” e di andare a trovarlo a Venezia.
Ringo gli chiese se c’erano stanze
libere e Paul disse che non c’era nemmeno un buco, ma per lui si sarebbe
trovata una sistemazione. Ringo gli disse che era con Hillary, Vini Poncia, Antonio
e probabilmente anche qualcuno in più e che ci sarebbero stati problemi per i
mezzi e Paul udite udite cosa ha detto:
C’mon don’t be silly,
nessun problema per dormire ho una suite enorme ci facciamo portare dei
materassi li stendiamo nel pavimento e dormiamo tutti a terra!
Per il mezzo no problems! Just hire a
plane and come over!
Insomma affitta un aereo e venite qui.
Il bello è che Ringo diceva tutto e ci
guardava come per chiedere cosa ne pensavamo.
Immaginate cosa pensavo io? Avrei
volato anche sulle ali!
Peccato perché le cose andarono per le
lunghe e non si poté fare!
Sì, in quei giorni Ringo mi raccontò
molto della vita che facevano i Beatles, del successo, dello stress, degli immensi guadagni e tanto altro.
Tempo dopo mi trovavo a Londra per
andare agli Air Studios e toh! Sull’ascensore incontro Paul, sorriso e sorriso e allora gli raccontai di Ringo, Roma,
Venezia, simpatica chiacchierata e poi lui doveva registrare, e anche io dovevo incontrare un altro
artista!
Mi diverte e mi rattrista sentire alcuni
giornalisti affermare cose fuori dal mondo sui Beatles.
Di quanto mi ha raccontato Ringo ne
parlerò forse in seguito!
© copyright by a.c.Kokkus
2015
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