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sabato 6 maggio 2017

Antonio Cocco ci parla dei Beatles... lui li ha conosciuti da vicino!


Beatles 50 anni fa al Vigorelli, Genova, Roma 1965
Io, i Beatles e le strane coincidenze!

In quel periodo ero nella fase del: “che farò da grande?”
Intanto suonavo in un gruppo e avevamo fatto una tournèe in Sardegna, per conto di un impresario politicamente impegnato, a favore di un candidato locale! In quel giro partecipavano anche Pino Donaggio, Arturo Testa, Cocky Mazzetti e altri. Finito il tour andammo nel suo ufficio in via Pietro Verri a Milano, e parlando del più e del meno ci disse che avrebbe portato i Beatles in Italia. Per coincidenza lui era Leo Wechter. Figuratevi da quel momento il suo ufficio diventò casa mia fino a quando non mi diede il pass che mi avrebbe permesso di andare in giro per tutto il Vigorelli, e ovviamente nel back stage.
Adesso per capire chi erano i Beatles e cosa rappresentavano devo parlare della scena musicale a Milano.
A Milano esisteva la Galleria del Corso, dove si incontravano tutti i musicisti, si discuteva di musica e si formavano gruppi improvvisati.
In pratica succedeva questo.

-Tu che suoni?
-Il basso
 -Canti?
-Oddio sì, qualcosa!
-Sei libero sabato?
 -Sì Sì.
-Allora c’è da fare una serata  a Salice Terme. Siamo io tu,  il batterista, il chitarrista,  Giovanni xxx che canta: la paga è 5000 lire e cena!
- Va benissimo!

Si suonavano brani standard americani, tipo “All’ of me”, “Stella by starlight”,My funny Valentine” eccetera.
Che c’entrano i Beatles in tutto questo?.
Il fatto è che a me piacevano da morire,  anzi avevo anche comprato una giacca come la loro.
Mentre in galleria i musicisti dicevano che non sapevano suonare, erano stonati e per dare il colpo finale… erano “squadrati”, in pratica non suonavano neanche a tempo.
Il giorno del concerto, forte del “pass”, mi trasferii al Vigorelli.
Vidi montare gli strumenti sul palco amplificatori: vox, batteria, tanto che appena vidi sulla cassa scritto “The Beatles” mi dissi: “ Ma allora è vero!”.
Poi andai backstage e li vidi tranquilli:  John suonava seduto in un angolo, Paul in piedi col basso,  Ringo con due bacchette e George seduto che suonava la chitarra esercitandosi in un “finger picking” fantastico!
E lì ho capito che il mondo musicale sarebbe cambiato! Altro che non sapevano suonare… rimasi fermo in silenzio ad ascoltare.
Poi intervennero gli uomini d’ordine e nonostante il pass mi invitarono ad uscire, e tornai  fuori sul prato.
Piano piano si stava riempiendo e nonostante avessi un pasto lo liberai per darlo ad una ragazzina che voleva stare assieme alle sue amiche.
Finalmente ecco I BEATLES.
Mi ricordo il primo brano: My love don’t give me presentI Know…
Azz!  Altro che stonati! Incredibile Paul, “che voce!”.
Suono impeccabile e mi colpì il fatto che nessuno di loro voleva emergere.
Allora, generalmente nei gruppi, il chitarrista voleva suonare più forte del basso, che a sua volta voleva coprire il piano, che non si sentiva perché sovrastato dalla batteria! Ahahahah.
Loro non una nota in più o in meno di quanto registrato nei dischi!
Altra cosa che ormai mancava era vedere se le ragazzine avrebbero pianto, applaudito e gridato, come si leggeva nei giornali. Ebbene sì! Accadde anche quello! Non ci potevo credere. Guardavo i Beatles sul palco e poi guardavo le ragazze vicine. Ad un certo punto chiesi ad una se per caso fossero state pagate per fare quelle scene. Mi guardò e continuando a piangere e gridare “PAUL” cominciò a scuotere la testa per dire… NOOOO
Mi sarebbe piaciuto avere una cinepresa. Ma ahimè!
All’Hotel Milano Conferenza Stampa che non seguii fino in fondo. Poi dopo mezzanotte tutti al Charlie Max. Il top delle discoteche di Milano! Suonava Augusto Righetti e le Ombre: bravissimi, eleganti, perfetti.
I Beatles fecero foto con loro, gentilissimi. Io me ne andai poco dopo.
L’indomani Leo mi chiese di andare anche a Genova e Roma ma rifiutai.
Ma non ditelo a nessuno, qui a Milano tutto “gratis”,  ma a Roma avrei dovuto spendere per albergo ristorante e… quindi…nada!
Tutto qui? Ma no perché lo strano della vita e le sue coincidenze fecero si che il sassofonista del gruppo che suonava al Charlie Max, Marcello Olmari, il chitarrista Andrea Sacchi e il batterista Franchino in seguito si unirono a me in un nuovo gruppo.
Finito qui? Ma noooooo…  in seguito Marcello Olmari sarebbe diventato” Gil Ventura”, Andrea un bravissimo chitarrista presente in varie registrazioni, Bruno direttore artistico alla Emi, io un piccolo modesto responsabile di una etichetta di una  multinazionale, la “Polygram!”.  Giusto per citare alcuni artisti… Genesis, Jethro Tull Gentle Giant, Bee Gees, Joe Cocker, Roxy Music, Hendrix, Clapton 10 CC, James Brown e tanti altri.. finito qui?
Ma nooo… le coincidenze: alla conferenza stampa dei Beatles era presente una ragazza che uscì con l’autografo di George Harrison felicissima.
Quella ragazza, Valeria Montaldi, sarebbe diventata una famosa scrittrice.
Fateci caso con un nome cosi non poteva che diventare una scrittrice, una attrice una pittrice o anche le tre, ma ne aggiungo una quarta che mi riempie di gioia: mia consuocera! Coincidenze vero? Finite? Ma noooo!
1976
Nella mia nuova posizione alla Polygram mi sono trovato a concordare il contratto con Ringo Starr.
E lì mi sono detto: “caro mio adesso noi ci vedremo e finalmente faremo quattro chiacchiere.”
Riunione dei responsabili europei ad Amburgo per mettere a punto le iniziative promozionali per il disco di Ringo,  “Rotogravure”.
In pratica ogni responsabile di nazione doveva proporre il piano promozionale per poi essere presentato e accettato. Posso dirlo? Ma sì: li ho stesi!
Perché tutti o quasi prevedevano le solite cose: Radio libere, press conference, TV, insomma niente di chè, Il normale tran tran che va bene per tutti.
E io? Una cosa semplice, normale, nemmeno troppo costosa!
Dunque: fatte prima le debite consultazioni con Salvetti, Sorrisi e Canzoni,  enti locali, ecco cosa mi era venuto fuori.
-Atterraggio a  Venezia
-Piazza San Marco organizzata in modo da far scrivere ai piccioni “Welcome Ringo”
-Arena di Verona, dove la sera avrebbe cantato uno dei brani del disco “Hey Baby”, ma invece del coro normale ci sarebbe stato l’intero coro dell’AIDA, che in quel periodo si esibiva proprio lì
-Registrazione di un video clip che poi poteva essere dato alle varie TV europee.
-Visita  alle Rotative di Sorrisi e Canzoni con relativo servizio fotografico
-Conferenza stampa sempre da Sorrisi e Canzoni, con intervento di ragazzi contattati via radio.
-La sera ,indovina indovinello, cena al Charlie Max. Se ne sarebbe ricordato?
-Visita nei nostri uffici per la gioia delle segretarie e dello staff
Di solito quasi nessuno accetta ma io lo proposi spiegando che un disco si deve “vendere” prima proprio negli uffici dove lavorano tutti per farne un successo!
-Roma, l’Altra Domenica di Renzo Arbore, conferenza stampa e Telegiornale di Bruno Vespa.
-Filmato di Ringo in giro per Roma. Compito che avevo concordato con un mio carissimo amico e collaboratore, Carmelo La Bionda!
E direi basta!
Altra riunione ad Amburgo con Salvetti. Infine.
Ultimo incontro mio e Ringo che entusiasta del piano mi caccia una battuta che mi ha steso.
Tenete presente che ha un  humor  tipicamente inglese e  non capisci se è serio o scherza.
Ve la dico in italiano:
 -Antonio… è fantastico, incredibile, ma mi chiedo e ti chiedo: quanti piccioni ci vogliono  per far scrivere quello in inglese?
(Sembrava proprio una domanda)
Risposi: oddio mica li ho contati… ma piazza San Marco è piena, non è un problema.
-Scrivete le lettere per terra, ma quante persone servono per tenere fermi tutti quei piccioni?
-E se poi scappano?
Ma no, non è così difficile, dissi io, e stavo per spiegare  che le lettere sarebbero state scritte col mais, ma lui incalzando…
-Non mi dire che li faresti inchiodare tutti al pavimento per farli stare fermi!
 Ussignur! Era serissimo. Guardai lui, guardai il suo segretario Hillary, poi feci uno dei classici gesti di Albertone Sordi, quello del… “Maccaroni  tu mi guardi  e io te magno!”
Sì, lo so, adesso penserete che era chiarissimo che stava scherzando.
Ma  vi dico cosa era successo a Parigi qualche settimana prima.
Il mio collega francese mi raccontò che erano andati “Chez Regine”, noto locale parigino  e, per farla breve, era successo un patatrac. Nessun problema perché Hillary poi aveva pagato tutti i danni.
Conoscevo Regine, ma decisi di non chiamarla per avere conferma.
Mi resi conto che l’uomo non era facile da trattare.
Ecco perché in quella situazione ero insolitamente titubante.
Meno male che dopo “Maccaroni” ci fu la risata  e finalmente scattò la tanto attesa empatia.
Poi mi disse che sarebbe stato stanco per cui  niente  Venezia niente Arena, per il resto tutto oki.
Peccato per Venezia, perché avevo letto che fra i Beatles, dopo la rottura, non correva buon sangue, e sapendo che la domenica seguente proprio a San Marco ci sarebbe stato il concerto di Paul volevo fargli la sorpresa.
Cena  poi ultimi dettagli che non sto a dire e OK. Finally Done!

Milano 1976
In quel periodo avevo  la mania di collezionare i vetri dei vecchi flipper!
Ne avevo 3 o 4 in ufficio e Ringo fu incuriosito e gli spiegai che avrei fatto ad ognuno una cornice di legno e inserito delle piccole lampadine che si sarebbero accese alternativamente, e li avrei appesi alle pareti come quadri.
Mi chiese se poteva prenderne un paio. Ovvio, ma Hillary gli disse che in America ne avrebbe trovati di più belli. Fiuuuuuuuuu.
A Milano cena al Charlie Max, e Hillary mi chiese di invitare alcune amiche per rallegrare la serata: in realtà a parte Vini Poncia eravamo tutti ometti.
Ovviamente non ho avuto difficoltà chiamai, un paio di amiche che ne rimorchiarono altre e fu una serata piacevolissima.
Non si ricordava niente di niente del Charlie Max e mi spiegò perché. Magari di questo ne parlerò un'altra volta.  E vi assicuro che non era una bella vita!

Roma press conference

Nuovo Sound
Il problema nelle conferenze stampa  era uno.
Tutti i giornalisti continuavano a chiedergli più dei Beatles che del suo disco e dei suoi programmi futuri. Ricordo che a un certo punto ho dovuto mediare e allora lui tirò fuori il disco e mi chiese di dire loro  che... “  Io ho inciso questo disco che contiene x brani  registarti a …. con la collaborazione di … eccetera e sarebbe stato felicissimo di rispondere alle loro domande su questo suo lavoro.
I Beatles erano acqua passata, ma potevano cercare di avere più notizie dagli altri e in altri momenti! Questo detto tranquillamente serenamente. Infatti ci furono finalmente alcune domande proprio sul disco e fine della conferenza.
Poi alcuni giornalisti, alcuni conosciuti da tempo mi avvicinarono per chiedermi notizie se mi aveva raccontato dei Beatles eccetera. Ovvio che sì ma figuratevi se avrei detto una parola.
Domenica Rai TV incontro con Arbore  per registrare “ L’altra Domenica“.
Bruno Vespa per il TG. Nacquero problemi perché Arbore si impuntò e disse che se avesse registrato il TG avrebbe fatto saltare “ l’Altra Domenica”
Ho dovuto inventare non ricordo cosa per dirgli che il TG era saltato, e meno male perché era in “buona”.
Dimenticavo. In albergo gli avevo detto che a Venezia quella sera si sarebbe esibito Paul.
Memore delle dicerie delle loro liti aspettavo una reazione di totale indifferenza.
Invece… chiese a Hillary di rintracciare Paul; gli dissi che secondo me poteva dormire al Danieli o al Gritti. Finalmente riuscì a convincere il tipo a passargli al tel Paul che aveva dato disposizioni di non passargli nessuna comunicazione.
Much to my surprise, con mia grande meraviglia fu una telefonata veramente ma veramente fra due amici amici AMICI.
 Paul gli chiese cosa faceva, dove era e quando Ringo gli disse che era a Roma per promuovere il suo disco gli disse di non fare lo “sciocco” e di andare a trovarlo a Venezia.
Ringo gli chiese se c’erano stanze libere e Paul disse che non c’era nemmeno un buco, ma per lui si sarebbe trovata una sistemazione. Ringo gli disse che era con Hillary, Vini Poncia, Antonio e probabilmente anche qualcuno in più e che ci sarebbero stati problemi per i mezzi e Paul udite udite cosa ha detto:
C’mon don’t be silly,  nessun problema per dormire ho una suite enorme ci facciamo portare dei materassi li stendiamo nel pavimento e dormiamo tutti a terra!
Per il mezzo no problems! Just hire a plane and come over!
Insomma affitta un aereo e venite qui.
Il bello è che Ringo diceva tutto e ci guardava come per chiedere cosa ne pensavamo.
Immaginate cosa pensavo io? Avrei volato anche sulle ali!
Peccato perché le cose andarono per le lunghe e non si poté  fare!
Sì, in quei giorni Ringo mi raccontò molto della vita che facevano i Beatles, del successo, dello stress,  degli immensi guadagni e tanto altro.
Tempo dopo mi trovavo a Londra per andare agli Air Studios e toh! Sull’ascensore incontro Paul, sorriso e  sorriso e allora gli raccontai di Ringo, Roma, Venezia, simpatica chiacchierata e poi lui doveva registrare,  e anche io dovevo incontrare un altro artista!
Mi diverte e mi rattrista sentire alcuni giornalisti affermare cose fuori dal mondo sui Beatles.
Di quanto mi ha raccontato Ringo ne parlerò forse in seguito!

© copyright by a.c.Kokkus 2015



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