The New Trip - Verona Prog Fest 2017 - Club il Giardino di Lugagnano (VR)
di Daniele Raimondi
The Trip nascono a Londra nel 1966 e alla chitarra c’è un giovanissimo Ritchie
Blackmore, prima di passare con i Deep Purple; in seguito, giunti in Italia, il
gruppo si rimodella e a Wegg Andersen, basso e a Billy Gray, chitarra, si
uniscono due musicisti italiani, il tastierista Joe Vescovi e il batterista
Pino Sinnone. Il gruppo è autore di un sound accattivante, il pubblico lo segue
da vicino, attraverso la partecipazione ad alcuni festival, al live al Piper di
Viareggio e alla partecipazione al film “Terzo Canale – Avventura a
Montecarlo”, una esposizione da vetrina. Il primo album è “The Trip” (1970) e a
seguire esce l’album di primaria bellezza “Caronte” (1971), netta l’influenza
del rock progressive, che si mescola con distorti suoni spaziali e prestiti
musicali di eccelsa creatività. La lettura dell’imponente e ben strutturato
album, nella fantasia un traghettatore “dantesco”, che, dall’Inferno,
arrampicandosi in Purgatorio e involandosi in Paradiso, fa assaporare una
evoluzione che suggerisce al suono, architetture diverse, tratte da una grande
ispirazione di Joe Vescovi. Dopo qualche mese Billy Gray e Pino Sinnone decidono
di uscire dal gruppo e con l’entrata di Furio Chirico alla batteria, si
confermano con l’uscita di “Atlantide” nel 1972, seguiranno altri due album.
Per
volontà di Joe Vescovi, i The Trip tornano sulle scene musicali in occasione
del primo Prog Exhibition” di Roma (novembre 2010) e rimane nella mia memoria
la straordinaria performance. Wegg Andersen muore nel marzo 2012 e dopo la
partecipazione dei Trip sul palco del Club il Giardino (maggio 2014), ci lascia
anche lo storico e carismatico Joe Vescovi, nel novembre 2014.
Sabato
29 aprile 2017, sale sul palco del Giardino, i The New Trip, formati da Pino
Sinnone alla batteria… la sua sensibilità si avverte nella conduzione ritmica,
lo affiancano: il basso ostinato di Andreas Polito, la vocale forte e corposa di
Andrea Ranfa, le vibrazioni della chitarra del funambolico Davide Ciardo, le
pittoriche tastiere Filippo Delmastro e le spumeggianti note del violino di
Elisabetta Bosio.
In
scaletta, per dare voce al passato, alcuni dei brani proposti: “Two Brothers”,
“Little Janie”, “L’ultima ora”, “Caronte 1”, “Caronte 2”, tratti dall’album
“Caronte”, “Una pietra colorata”, “Incubi”, dall’album “The Trip”, “Travelin
Soul” e con “Fantasia” dalla colonna sonora “Terzo Canale”, terminano il
concerto.
A
grande richiesta e prima di salutare, ripropongono “Caronte”.
Un gruppo a pieno titolo nel Rock Progressive, un patrimonio musicale di grande
espressione, un “pathos” straordinario di ottima qualità e precisione, che
consentono, di cogliere tutte le sfumature, una esecuzione di tutto rispetto
che ha soddisfatto in pubblico.
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