PERCHE'
ABBIAMO PAURA DELLE NUOVE MUSICHE?
Di Oscar
Piaggerella
Nella società post-moderna
in cui viviamo, sono crollati i valori della società esistenti fino a qualche
decennio fa (alcuni per fortuna): di religione, di famiglia, di stato, di
patria, del lavoro e via discorrendo. Tutto sembra barcollare.
Crollando e polverizzandosi,
hanno lasciato un grande vuoto in noi, al punto di ricorrere alla malinconia
dei nostri ricordi (personali) di un tempo che non potrà più tornare.
Arroccandoci in cerca di "sicurezze".
Questo succede anche,
e spesso, in chi ascolta Musica o fa Musica. Si ricorre, tanto per sentirsi
"sicuri" a rievocare Musiche degli anni '70 e/o '80. In questi anni
'70 e '80 "spaventavano" anche i dischi di Frank Zappa, di Captain
Beefheart, Terry Riley, Residents, Throbbing Gristle e di tutti quei grandi innovatori
dell'epoca.
Ma oggi, in questo
"deserto storico" in cui stiamo vivendo, sta accadendo la stessa
cosa, ma, a differenza di allora, oggi c'è una maggiore produzione discografica,
e le evoluzioni musicali, nonostante Internet, restano "nascoste" e sommerse
al grande pubblico dalla sovraproduzione.
I negozi di dischi
erano anche luogo di incontro, di scambi di idee, oggi Internet è luogo di
solitudine per dire "virtualmente" <<Guarda quante cose so>>
(non intendo demonizzare questo mezzo tecnologico).
Ecco allora sorgere la
malinconia e la nostalgia di tempi passati autocelebrandoci con i nostri
ricordi rimpiangendo testi e suoni ormai obsoleti.
Il mondo va avanti
ogni giorno e la Musica, come tutte le Arti, è sempre pronta a
"testimoniare" l'evolversi dell'Uomo.
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