OFFICINA F.LLI SERAVALLE – “BLECS”
Di Andrea Pintelli
Partendo dal presupposto che nulla è iniziato
e niente finirà, ma che il Tutto è soltanto in continua evoluzione (poi
capirete il/i perché), piace dover parlarvi dell’Officina
F.lli Seravalle, gruppo friulano giunto al terzo lavoro dal titolo “Blecs”.
Questi artigiani del saper fare creano musiche
dal deciso sapore psichedelico, in parte sperimentale ma con un forte
ancoraggio nel groove. Musica per la mente e per il corpo quindi, che prende
vita da ogni impressione o stimolo passi nei paraggi dei due musicisti.
È musica eterogenea, mai disposta a riposare
su posizioni acquisite, dallo stile volutamente zigzagante. Niente linee
predefinite qui, ogni impulso all’operare è accolto e trasformato in musica,
ogni sensazione diventa occasione per un viaggio sonoro. È musica officinalis, dotata di proprietà terapeutiche, cura contro
le derive logoranti della vita quotidiana. Non c’è bisogno di chiedersi perché,
basta ascoltarla.
La band prende le mosse dalla pubblicazione da
“Assurdo”, al momento l’ultimo capitolo discografico della storica band
Garden Wall oltre che dalla comune partecipazione al Cd “James Frederick
Willetts” (dell’omonimo progetto in cui i due sono affiancati dal
chitarrista Andrea Massaria e dal filosofo Raoul Kirchmayr).
I fratelli cominciano a lavorare come duo nel
2017 e giungono all’esordio discografico, per Zeit Interference, succursale
avantgarde di Lizard records, l’anno successivo con “Ûs frais cros fris fics
secs” che riceve ottime recensioni e suscita un certo interesse presso gli
ascoltatori pronti a mettersi in gioco e animati da curiosità per qualcosa che
vada al di là dei clichè che infestano ormai i generi musicali. L’anno seguente
il duo bissa con “Tajs!”, un’opera che amplia ulteriormente il loro
suono e incrementa il loro seguito.
E ora “Blecs”, per l’appunto. Ogni
azione che abbia a che fare con l’espressione, dunque l’arte in primis, tende a
rammendare le ineludibili falle che si aprono nella parabola di ognuno. La
parola friulana “blec” indica appunto il rattoppo. Si tenta di chiudere le
voragini, le epifanie del caos che alla fine conseguiranno l’inevitabile
vittoria. L’arte come “blec”, qualcosa di intrinsecamente temporaneo, fugace,
caduco, mentre nuove, imprevedibili crepe si aprono nel muro. La musica come
antidetonante, effimera misura di contrasto alla muta esplosione. L’entropia,
verme del tempo che corrode la materia, sbaraglierà ogni futile resistenza, sfonderà
ogni barriera, dilanierà ogni risibile tentativo umano di comporre lo strappo,
di assicurare durata, di superare il tempo. Non ci restano che i “blecs” cui
attaccarci per garantirci ancora il respiro.
Tutte le copertine dei dischi sono quadri del
padre dei due, l’artista Giovanni “Ninos” Seravalle, che apportano una
dimensione visiva alla loro musica.
L’apertura è “Imprevisto cristallo”,
espansione in assenza di gravità, vicina al messaggio di Klaus Schulze,
punteggiata da soffuse gocce di futuro. Ritmo-non-ritmo, tratteggia un’intera
filosofia.
“Shady business”, minacciosa al punto
giusto, è ingrediente e condimento, un’isola dove i contrappunti sono gli
alberi più grandi e rigogliosi. Volutamente sghemba, parte dalla parte oscura
di ognuno di noi, per essere vista come tutt’altro, nella morsa ansiosa della
giostra dagli specchi deformanti.
“Digital panoptikon”, loop vorticoso
dall’infinito groove, messaggio di prigionia al cospetto del grande occhio, noi
(tutti) costantemente controllati, scelti, rimossi, nuovamente aggiunti. Pazzia
d’oggigiorno? No, semplice vita non scelta, col blando pensiero di esserla.
“Luce scettica”, armonia, tregua,
riflessione. Scettica e asettica luce malfidente. Perpetuo orizzonte temporale
dalla spinta propulsiva, che si estingue quando lo si intende come miraggio.
“Doppelganger”, ossia quel fenomeno
esoterico corrispondente all’alter ego che abita in ognuno di noi. Decidiamo di
escluderlo o non possiamo farlo? Possiamo eluderlo oppure ne siamo
inconsciamente succubi? Ci fa paura o ci rafforza? Un pozzo di risposte è lì ad
aspettarv(c)i.
“Posto di blocco”, incubo che fa della
contemporaneità il fulcro del problema. Schedulati e (raf)fermi, camminanti
stando fermi, propagati nell’oggi da un altrove che presto conosceremo. Nulla
inizia, niente finisce (riferimenti d’altrove). “Of rain, elder, crickets
and breaths”, la Natura che esplode nella sua eterna primavera. La nostra
natura che implode nella sua continua distrazione. Note d’orgoglio risibile per
chi si crede invincibile, soffi di opaca gioia indotta.
“Due di notte”, situazionista, sospesa,
eterea. Istantanea d’un attimo ch’è già immagine.
“Angelus novus”, celestialmente
sinistra, sospettosa senza speranza, figlia della decostruzione della materia.
Ringhiante nella sua applicazione. Siamo già angeli, siamo già demoni?
“Exp
221”: difficoltà nel riconoscere la variabile come esponente. Paradigma
d’esistenza, che pone il dover essere sempre più impegnati nel guardarsi le
spalle. E non solo. Quindi, il non vivere, ma il sopravvivere.
“S=k logW”, in opposizione e in
aggiunta a quanto prima dedicato, qui è la costante di Boltzmann ad essere
musicata. È una costante dimensionale che stabilisce la corrispondenza tra
grandezza della meccanica statistica e grandezze della termodinamica. Oggi
questa costante è rappresentata dai “Blecs”, per arginare l’affondamento della
barca in cui siamo stati messi, senza accorgercene. Abile malvagità che alberga
ovunque.
Orbene dunque, non si tratta di un ascolto
semplice, ma nemmeno di un messaggio così negativo. L’Officina F.lli Seravalle,
in quanto arte, segnala, rappresenta, pone. C’è di che riflettere, a patto che
non siate dubbiosi di voi stessi.
ALESSANDRO SERAVALLE electric guitar, baritone electric
guitar, e-bow, guitorgan, fx pedalboard, electronics, lead vocals, objects,
piano, synths, samples.
GIAN PIETRO SERAVALLE rhythms, piano, electric piano, synths, bass synths, frequency generator, vocal synthesizer, glitches, “Digital panoptikon” lyrics.
Ospiti:
SIMONE D’EUSANIO electric violin on “Shady
business”.
ANDREA MASSARIA guitar and fx pedalboard
on “ Of rain, elder,
crickets and breaths” and “S=k logW”.
ALESSANDRA
RODARO french horn on “Luce scettica”.
PAOLO
VOLPATO lead guitar on “Posto di blocco”.
MIXED
BY Gian Pietro Seravalle at Gps Studio, Cervignano del Friuli
MASTERED BY Francesco Marzona at Birdland
studios, Udine
PAINTING BY Giovanni “Ninos” Seravalle
ARTWORK AND BAND PHOTO
BY Giulio Casagrande
Sono la proprietaria del gruppo su Facebook, INFINITI ORIZZONTI MUSICALI, sono molto colpita, non ho ancora la capacità di descrivere ciò che mi comunica questo brano, Mi riservo di potere ascoltare altre vostre opere. Tuttavia il brano è di forte impatto e peso, molto articolato ed eccentrico.. Interessante, degno di attenzione.. Per ora vi ringrazio per la possibilità di potervi conoscere e non mi tiro indietro..
RispondiEliminaGrazie di cuore Paola! La musica "di ricerca" (qualunque cosa quest'abusata espressione denoti) necessita di cuori, menti e orecchie sensibili e pronte a lasciarsi "sfidare"...grazie davvero. Un abbraccio forte dagli officinali.
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