Libro: Dio – Rainbow in the Dark.
L’autobiografia
Autore: Ronnie James Dio con Mick
Wall e Wendy Dio
Edizioni: Tsunami
Anno: 2021
Recensione a cura di Fabio Rossi
Ronald James Padavona, in arte Ronnie James Dio, è stato senz’ombra di dubbio uno dei cantanti più rilevanti dell’hard rock e soprattutto dell’heavy metal. La sua voce è immortalata in alcuni album di straordinaria bellezza, vere e proprie icone come Stargazer (Rainbow), Heaven and Hell (Black Sabbath) e Holy Diver (Dio). Dal mio punto di vista, nel campo prettamente metal, merita il podio a fianco di Rob Halford e Bruce Dickinson.
Ho avuto la fortuna di vederlo esibirsi dal vivo con i Black Sabbath all’epoca del tour a supporto di Dehumanizer e quel concerto mi è rimasto nel cuore. L’artista è deceduto a causa di un carcinoma il 16 maggio 2010 all’età di cinquantotto anni, una perdita enorme per la musica. Ronnie stava scrivendo la sua biografia che è rimasta purtroppo incompiuta. La vedova Wendy Dio, con la collaborazione del giornalista Mick Well, ha ordinato il materiale a disposizione, integrandolo ove necessario, con l’intenzione di pubblicare un libro il più possibile aderente a quelle che sarebbero state le intenzioni del marito.
L’autobiografia, edito in Italia dalla Tsunami, è il risultato di questo lodevole progetto. Il testo scorre piacevolmente ed è pieno di aneddoti interessanti: la curiosa origine del famoso gesto delle corna, diventato un marchio distintivo del popolo metallaro, che sua nonna usava fare spesso per cacciare il malocchio, come nacque la collaborazione con due assi della sei corde come Ritchie Blackmore e Toni Iommi, il modo come approcciò all’arte delle sette note suonando la tromba, fatto che poi si rivelò utile nel suo inimitabile modo di cantare, e tanto altro ancora.
Il percorso di una vita
avventurosa contrassegnato da eventi che indirizzarono la sua carriera
artistica nel modo migliore possibile. Forse, rimanendo con gli Elf con i quali
aveva già inciso tre album di moderato successo, non sarebbe mai diventato
l’idolo di innumerevoli fan sparsi in tutto il mondo. La fortuna di entrare
dapprima nei Rainbow e poi nei Black Sabbath segnò una svolta non solo nella
sua carriera, ma anche in quella di Ritchie che riuscì a far meglio dei Deep
Purple dell’epoca e di Toni che con i Black Sabbath stava vivendo un momento di
stasi creativa. L’unico neo di questo libro è che si conclude con la
pubblicazione del live Intermission del 1986. Manca, quindi, una notevole parte
degli avvenimenti successivi che, seppur meno importanti, priva il lettore di
tante chicche, tra le quali la genesi di gemme come Dream Evil (Dio) e The
Devil You Know (Heaven & Hell) o del tour dei Deep Purple con l'orchestra e con
lui ospite (suonarono anche al Forum di Assago). D’altronde, è un difetto che
non poteva essere corretto in alcun modo e in quarta di copertina c’è
giustamente riportato che “Questa autobiografia
è uno sguardo intimo ed esaltante agli anni d’oro della sua carriera”, per
cui chi acquista il libro sa in anticipo che non è stato possibile narrare
tutta la storia. Siamo al cospetto di un testo che in ogni modo non può
assolutamente mancare nella vostra collezione di saggi musicali. Complimenti
alla Tsunami per l’iniziativa alla quale, però, faccio rilevare un’imperfezione
nell’aletta di copertina in quanto Dio ha militato nei Black Sabbath negli anni
Ottanta e non nei Settanta come erroneamente riportato.
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