COMMENTO DI FABIO ROSSI
Artista: Enemynside
Genere: Thrash Metal
Album: Chaos Machine
Anno: 2019
Casa discografica: Rockshots Records
Tracklist:
2. Black Mud
3. Suffered Defeat
4. Frozen Prison Cell
5. Deadline
6. System Failure
7. The Terror
8. Shitstorm
9. No God in Kolyma
10. Devoured
Lineup:
Francesco Cremisini (vocals/guitars)
Matteo Bellezza (guitars)
Andrea Pistone (bass)
Fabio Migliori (drums)
L’uscita dell’EP Dead Nation Army, risalente al
2018, aveva creato attorno al combo capitolino Enemynside
un certo interesse da parte degli amanti del thrash metal più viscerale. In
effetti, si trattava di un eccellente lavoro di soli quattro brani che rompeva
un silenzio ormai assordante che durava dal 2012, epoca dell’uscita dell’ultimo
album in studio Whatever Comes.
L’attesa d’altronde non è stata troppo lunga perché la
band, purtroppo a ridosso dell’avvento della pandemia che ormai costituisce un
vero e proprio spartiacque che ci differenzia da “come eravamo” a “come siamo
ridotti (male)”, sforna nel 2019 un’autentica mazzata in mezzo ai denti dal
titolo che è tutto un programma: Chaos Machine.
Non so quando questa formazione potrà proporre dal vivo
la loro musica irruenta e senza fronzoli, perché sarebbe davvero un peccato non
poter “pogare” come si dovrebbe al ritmo di tracce al fulmicotone come la
dirompente opener Faceless, la tritaossa
Black Mud e l’aggressiva Suffered Defeat. Un trittico iniziale
che stenderebbe chiunque; ma perché non velocizzare il ritmo ancora un po’? E
allora ecco la tagliente Frozen Pricon
Cell (il primo singolo estrapolato dall’album) a mettere in risalto le doti
del batterista Fabio Migliori, mentre uno splendido assolo di chitarra rende il
pezzo tra i migliori del disco. La ruvida Deadline
non concede tregua e il livello qualitativo permane alto grazie al ritmo
furente di System Failure, munita di
un azzeccato refrain, e di The Terror
che non ha alcuna intenzione di concedere una tregua all’ascoltatore. A
chiudere questa perla “Made in Italy” la potente Shitstorm, No God in Kolyna
(incentrata sulla tematica dei gulag sovietici essendo ispirata ai Racconti
di Kolyma di Varlam Tichonovic Salamov), che sembra inizialmente diversa grazie
ad un intro d’atmosfera per poi dipanarsi nel solito massacro sonoro, e Devoured uno strumentale plumbeo
dall’andamento rarefatto.
Il disco pare concludersi così, ma vi pare possibile?
Dopo un silenzio che dura alcuni secondi, si ode un'autovettura partire a folle
velocità a ritmo thrash (ovviamente), per poi distruggersi in un mega incidente
stradale... questo sì che è un degno finale! Le sirene dell’ambulanza chiudono,
trentacinque minuti di adrenalina allo stato puro. Questo è metal vero quello che
non ha bisogno dell’espediente di allungare il brodo come fanno tante altre
band blasonate dilatando la durata delle composizioni fino alla noia (a buon
intenditor poche parole).
Un lavoro intenso e di grande impatto che non ha nulla da
invidiare al tanto blasonato mercato estero. Di certo, non poteva essere
altrimenti, il tributo di Francesco Cremisini e compagni ai Metallica, Megadeth,
Exodus e Testament è inequivocabile. Ciò non costituiste affatto un difetto. Se
la musica convince perché sbizzarrirsi in soluzioni che potrebbero correre il
rischio di non essere gradite?
Non troverete alcunché di innovativo, ma consentitemi un
ricco “ma chi se ne frega!” Il thrash è questo e gli Enemynside lo propinano a
un livello notevole che soddisfa in pieno tutte le aspettative: riffing
adrenalinici, chorus, assolo potenti, sezione ritmica devastante e un singer
che si destreggia nel migliore dei modi nel “caos organizzato” del suo gruppo!
Supportiamoli, ne vale la pena!
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