Commento di Fabio Rossi
Album: First Race
Band:
Hell Raiders
Genere: Heavy Metal
Anno: 2019
Casa discografica: Volcano Records & Promotion
Line Up:
Dave Jolly (Davide Girardi): voce
Richard Crowley (Riccardo Marcassa): chitarre
Angelo Cislaghi: batteria
Caty Van Alchemy (Caterina La Chimia): basso
1. Turbolizer
2. Ghost Rider
3. Soldier of Steel
4. Dragon Power
5. Mechanics Armada
6. Destination Mankind
7. Queen of Death
8. Aviator
9. B.T.K.
10.
Beyond Death
First Race, album di debutto degli italo/svizzeri Hell Riders, ha avuto la sventura di venire alla luce alla fine del 2019, a ridosso dell’incombente pandemia che ha cambiato la vita di tutti noi da due anni a questa parte. In pratica, non c’è stata la possibilità di promuoverlo in sede live, la dimensione in cui una band dedita al più viscerale heavy metal ha la possibilità concreta di esprimersi al meglio e farsi conseguentemente conoscere. Per realizzare un disco come questo occorre energia, dedizione e sacrificio, oltre alla passione naturalmente, ed è un peccato che passi inosservato. È giusto, quindi, parlarne anche se è passato del tempo nella considerazione che si lascia gradevolmente ascoltare e contiene alcune composizioni degne di nota. E’ evidente la voglia di affondare le proprie radici nell’epoca d’oro, quando il metal imperava grazie a Motorhead, Saxon, Iron Maiden, Judas Priest, Black Sabbath, e nell’analizzare i brani ho trovato più di qualche riferimento ai mostri sacri degli anni ottanta. Ciò non è da reputare come un fatto negativo perché gli Hell Raiders sono convincenti e si rileva la ricerca di una propria dimensione artistica che sono certo potrà essere sviluppata in futuro.
Ho qualche perplessità sul lavoro in sede di registrazione perché con i mezzi a disposizione c’è la possibilità di incidere con una qualità che qui manca. Sembra come se il disco fosse stato realizzato anni addietro e non all’alba del 2020, almeno tale è la mia sensazione, ma può anche darsi che l’intenzione di questi ragazzi sia stata proprio quella di voler ricercare una certa ruvidità a scapito di un sound più cristallino.
La grinta
non manca di certo, come dimostra l’irruenza della title track che sembra saltata
fuori da un album di Lemmy e compagni o la maideniana Soldier of Steel. Nella
splendida Ghost Raider colpiscono il granitico riff portante e un bell’assolo
alla sei corde sciorinato da Richard, mentre Dragon Power ha un andamento nel
complesso più disincantato. Il grezzo mid-tempo posto alla base di Machanics
Armada è invitante nel suo incedere. Destination Manking è inizialmente malinconica,
sembra il preludio a una ballata… sbagliato! Gli Hell Raiders tornano a sfrecciare
veloci con le loro motociclette infernali nel contesto di una traccia metal in
cui a porsi in evidenza è il vocalism di Dave. La furiosa Queen of Death
dispone di un valido tema portante; ad eccellere un assolo di chitarra cucito
su misura su una ritmica adrenalinica. In Aviator la band dà il meglio di sé:
l’apertura è affidata a un fraseggio di chitarra pulito e arioso nel quale si
innestano efficacemente il basso della brava Caty e la batteria; la traccia si
snoda su un tema azzeccato con il gruppo che si esprime alla grande e la chicca
è l’assolo di chitarra veramente ben concepito e ai limiti dello stoner. L’esplosiva
B.T.K., consiglio la visione del video, e la conclusiva micidiale Beyond Death,
che mi ha rammentato con piacere i primi lavori dei Saxon e degli Iron Maiden,
chiudono un lavoro interessante. La formazione, nel frattempo è cambiata con
l’innesto di Bobo alle pelli, Sara Ceruti al basso e Dalto alla chitarra
solista. Attendiamo news!
Heavy Metal is the law!
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