Libro: Nati Liberi – La Storia del Banco Del
Mutuo Soccorso
raccontata da Vittorio Nocenzi
Autore: Vittorio Nocenzi/Francesco Villari
Edizioni: Tsunami
Anno: 2021
Recensione a cura di Fabio Rossi
Era un pomeriggio di sole a Genzano di Roma. Stavo passeggiando
con Aldo “Wazza” Pancotti e Vittorio Nocenzi; l’argomento principale era la
prefazione che lo storico tastierista del Banco del Mutuo Soccorso avrebbe
cortesemente scritto come cameo al mio libro dedicato agli Emerson, Lake &
Palmer (Emotion, Love & Power – L’Epopea degli Emerson, Lake & Palmer).
A un certo punto me ne uscii dicendo “Beh, sarebbe bello che qualcuno
raccontasse quasi mezzo secolo della storia del Banco!”. Vittorio mi fece
un sorriso piuttosto eloquente; non c’era proprio bisogno di parole: il libro
era già in cantiere! D’altronde, con la prematura scomparsa di Francesco Di
Giacomo, il solo che avrebbe potuto farlo era proprio lui, chi altri sennò? Nati Liberi, che rievoca non a caso il titolo del terzo celeberrimo
disco della formazione originaria di Marino, è stato realizzato con il
contributo del giornalista e critico musicale Francesco Villari, il quale ha ben
coordinato la narrazione di Vittorio sulle vicende di questo
straordinario gruppo, punto di riferimento del progressive italiano e non solo.
Con una prosa semplice e diretta, il saggio ripercorre la lunga saga
del Banco, con una serie di aneddoti a dir poco imperdibili, ad esempio come si
arrivò a utilizzare una stalla come sala prove, il modo quasi comico in cui avvenne
la prima audizione di Di Giacomo e la volta in cui dovettero spacciarsi per i
Panna Fredda per avere la possibilità suonare. L’affascinante resoconto di una
vita artistica fatta di enormi soddisfazioni professionali (sottoscrissero un
contratto con la Manticore Records, l’etichetta fondata dagli E.L.P.), ma anche
di cocenti delusioni viste le aspettative rimaste deluse all’epoca della
pubblicazione degli album …E Via (1985) e Il 13 (1994). Storie di ostacoli a
volte quasi insormontabili, come quando il Banco rischiò lo scioglimento per l’abbandono
di Gianni Nocenzi per motivi di salute, per non parlare del periodo “nero” in
cui nel giro di poco tempo lasciarono questa terra Francesco e Rodolfo Maltese.
Vittorio non si é mai abbattuto e come l’araba fenice ha fatto
sempre risorgere la sua creatura fino ad allestire in tempi recenti una
formazione nuova di zecca ritornando in auge con l’eccellente disco progressive
Transiberiana. Il merito, lui lo afferma apertamente, è anche di suo figlio
Michelangelo che ha contribuito alla stesura di quelle musiche ed é anche protagonista del nuovo atteso album di inediti dedicato all’Orlando Furioso.
Nocenzi spiega magistralmente la genesi di ogni album contestualizzandolo
al periodo storico/sociale di riferimento e illustrando le motivazioni dei cambi
direzionali stilistici di volta in volta intrapresi.
Magnifico, infine, il fascicolo fotografico a colori (presenti
anche molte foto in bianco e nero).
Cinque decadi sembrano volate in un battito di ciglia, ma la ruota del tempo non si può arrestare e ciò che importa, come dici sempre tu, caro Vittorio, e che bisogna sempre “pensare un po’ diverso” per distaccarsi necessariamente dalla massa.
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