Recensione
di Fabio Rossi
Band: Rosa Nocturna
Album:
Andělé a Bestie
Genere:
Symphonic/Power Metal
Anno:
2020
Casa discografica: Autoprodotto
Tracklist:
1.
Světlonoš
(Lightbringer)
2. Lékárník (Pharmacist)
3. Padám (Falling)
4. Touhy V Mlze (Desires In The Fog)
5. Strach (Fear)
6. Až Jednou (Once)
7. Lykantropie (Skinchangers)
8. Vetřelec (Intruder)
9. Dopisy Na Frontu (Letters To The Front)
10. Periculum
11. Skinchangers
12. Intruders
13. Outro
Line
Up:
Petr
Vosynek – chitarra
Tonda “Gabriel” Buček – chitarra
David Koudela – basso
Dan Havránek – batteria
Viktorie Surmová – voce
Mathias Novak – voce
Aneta Zatočilová – voce
Formatisi nel 2007 a Brno, i cechi Rosa Nocturna hanno pubblicato nella loro carriera tre album in regime di autoproduzione. L’ultima release, intitolata Andělé a Bestie, risale al 2020 e segue cronologicamente Zapomenuté Příběhy, del 2016, e Za Hradbami Času dell’anno seguente.
Il genere proposto permane ancorato al power metal sinfonico con venature folk e anche in questo caso, così come nei precedenti, pregi e difetti tendono ad equivalersi. Iniziamo col dire che ostinarsi ad auto prodursi equivale a ridurre considerevolmente la possibilità di affermarsi nel settore specie per una formazione dell’Europa dell’est. Si tratta di una scelta che al terzo disco non può essere più giustificata. Nel complesso la qualità della musica è valida, ricca di orchestrazioni sinfoniche, melodie e riff di chitarra convincenti. La band, peraltro, era salita alla ribalta con il bellissimo e significativo video di O lásce, o válce a o krvi (Of love, of war, of blood), splendida traccia melodica estrapolata dal loro secondo disco, per cui non so spiegarmi perché il gruppo non sia ancora sotto contratto con una major label. L’ostinarsi a proporre i brani in lingua ceca, fatta esclusione per Skinchangers e Intruders, non rende Andělé a Bestie facilmente assimilabile. Sappiamo tutti che l’inglese è una sorta di vestito su misura per il rock e il metal; da noi c’è chi storce il naso quando i testi vengono cantati in italiano, figuriamoci in un idioma così poco usuale come il ceco. Il nuovo lavoro, tutto sommato, è da promuovere specie per quanto concerne l’eccellente vocalism delle due ragazze. L’apporto della sezione ritmica e dei due chitarristi è efficace nell’ambito di un songwriting apprezzabile.
La voce di Mathias
Novak spicca di meno. Non esaltano le parti growl affidate a Petr Vosynek…. insomma,
ho sentito di meglio. Lasciano a desiderare alcune scelte stilistiche sparse
qua e là che inficiano un po’ la qualità complessiva del prodotto. I refrain
evocativi, l’approccio folk melodico costituiscono saldi punti di forza, meglio
si sarebbe potuto fare per quanto riguarda gli arrangiamenti. Insomma, alti e
bassi si susseguono come in un sinusoide e alla fine dell’ascolto non si rimane
del tutto soddisfatti. Tra i brani spiccano la dirompente opener Světlonoš, la
folkeggiante Padám, la struggente Až Jednou, la granitica Vetřelec e la
conclusiva Intruders il cui ritmo portante è davvero azzeccato. La plumbea Strach, altra perla, dimostra la versatilità
di questa formazione. Lékárník dispone di un andamento armonioso e figurerebbe tra le composizioni
migliori: il fatto è che all’improvviso compare il suono di una tromba che
rovina tutto. Il resto è di buona fattura, ma non memorabile.
Nel genere c’è sicuramente di meglio,
tuttavia credo che in futuro i Rosa Nocturna avvalendosi di una produzione
migliore possano trovare il loro spazio nel rutilante mondo del metal.
The song Of love, of war, of blood is already available even in English. You can enjoy it here: https://www.youtube.com/watch?v=xeas6NHVzwQ
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