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martedì 11 gennaio 2022

NO&RD – “One”-Commento di Andrea Pintelli

NO&RD – “One”

Commento di Andrea Pintelli


NO & RD, ossia Olivier Mellano e Régïs Boulard. Ossia l’avanguardia francese. Il loro album “One”, uscito lo scorso 26 novembre ad opera della Unifaun Productions (costola della sempre più prolifica Dark Companion Records), è nuova musica a tutti gli effetti.

Il duo, che si lega anche nel nome del loro progetto tramite le ultime due lettere dei loro cognomi, ci apre una finestra sulla loro visione di un futuro in musica. Olivier Mellano è un musicista e compositore (e scrittore) di lunga data, già collaboratore di John Greaves e Annie Barbazza, per restare in casa Dark Companion, che ha portato la sua arte in più di cinquanta gruppi, comprese un paio di orchestre sinfoniche. Lavora anche nel campo della realizzazione di colonne sonore per lungometraggi e cortometraggi cinematografici e lavori teatrali. Insomma, un vero stakanovista. Régïs Boulard è un batterista, o meglio una vera forza propulsiva dei tamburi. Ha fondato Chien Vert (con Stéphane Fromentin e Nicolas Méheust), Ground under ground con Louis Soler (e anche Régis Huby, Paul Boulard, Marie Boulard) e La machine couchée (Mellano, Soler, Greaves, Tessier, Méheust, Sifichi, Baccarini). Ha anche co-fondato Trunks (Stéphane Fromentin, Laetitia Shériff, Daniel Paboeuf, Régis Gauthier e Florian Marzano). Oltre a partecipare, in veste di musicista ospite, in una lunga sequela di progetti altrui. L’unione molto free di questi due cervelli pensanti ha dato luogo a questa proposta che, a ben vedere, non potrà limitarsi a quest’uscita. 

Ecco come si presentano: “Ci ​​conosciamo da 15 anni. E sono 15 anni che parliamo di questo duo. Quindi, senza dubbio, poiché sapevamo che sarebbe stato importante, stavamo aspettando il momento giusto. Non abbiamo nulla da dimostrare, perché non dimostriamo mai nulla, specialmente l'uno all'altro. Quindi questa è una musica senza preoccupazioni, senza paura, autocontrollo o inibizione, che è ciò che abbiamo desiderato fin dall'inizio. Né improvvisato, né composto, ogni brano nasce da un ronzio istantaneo, un'intensa complicità, una necessità, un'urgenza euforica. Abbiamo imparato a disimparare. Fiducia, sete di chiarezza, piacere sono le nostre parole chiave. La bellezza non ci spaventa, cercarla non ci scoraggia”.

Proprio quel genio visionario di John Greaves così li benedice: “È fantastico ascoltare un album che ricorda così tanta musica che ho amato nel corso degli anni, ma che è completamente fresco e nuovo. mellaNO e boulaRD hanno creato un'opera la cui spontaneità e potenza cruda smentiscono l'immenso virtuosismo, la sensibilità sonora e il controllo dinamico: roba meravigliosa.”

Introducendoci nel merito delle creazioni, si parte col pezzo omonimo “One”, quasi a comunicare un’avvenuta simbiosi fra Olivier e Régïs; un crescendo di significati si ritrova sulla cima del monte musicale, prima sussurrati, poi decisi e infine netti. “Dr Cappuccino” è una marcia sghemba che si traduce in un bisogno crescente di spazi. “No One”, quindi un sussurro declamato al vicino di vita. “One Note, No Samba”; un muro elettrico che si alza a dismisura fino dove si può toccare l’anima altrui. “O Nero”, un caos organizzatissimo di un minuto, che può fare impallidire i pivelli metallici. “Honett”, volenteroso esempio di free jazz tanto caro al batterista, dove passò in gioventù. “No Drama”, cupa e minacciosa, lenta e scura, ossia “dove siamo?”. Ma senza drammi ritroveremo noi stessi. “Cavern”, difficoltosa e impegnativa andatura in uno luogo angusto, fatto solo per speleologi musicali ben preparati. “Nord”, il monolite del disco, coi suoi quasi dieci minuti di pensierosa e lucida follia. Gli arpeggi di Olivier ci riportano a un immaginario fatto di lunghi silenzi ovattati dal gelo e urla improvvise di una fauna che nel freddo ci vive. Un vortice di sensazioni che la batteria di Régïs rende a meraviglia. Un pezzo che potrebbe fare da cornice a “Il Settimo Sigillo” del maestro Bergman. “Reammo” e lo swing appena accennato, a fare da contraltare alle gocce sonore che Olivier dipinge con stile post-moderno. “Extrados”, distorta (nell’intento e nella fantasia), dura e martellante, colpisce al cuore. Proprio lì vuole colpire? “Or” chiude l’album con discreta distensione. O finto relax?

Un lavoro, questo “One”, che non può lasciare indifferenti. Si potrà amare o odiare, ma non lo si potrà ignorare. Olivier Mellano e Régïs Boulard hanno il merito di saper osare. Ed io sosterrò sempre chi non vorrà rassegnarsi alla banalità. Abbracci diffusi.



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