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lunedì 25 aprile 2022

L’ultima notte di Pasolini (Paolo Cochi, Nino Marazzita, Francesco Bruno): commento di Fabio Rossi


Libro: L'ultima notte di Pasolini

Autori: Paolo Cochi, Nino Marazzita, Francesco Bruno

Edizioni: Runa Editrice

Anno: 2022

Recensione a cura di Fabio Rossi


Lo scorso 15 aprile ho partecipato presso il ristorante romano Il Biondo Tevere alla presentazione del libro L’ultima notte di Pasolini.

La location non è stata scelta a caso atteso che il poeta scomodo fu visto vivo l’ultima volta proprio all’interno di quell’esercizio commerciale. Si trovava in compagnia del ragazzo di vita Giuseppe Pelosi, con il quale si diresse poi all’Idroscalo di Ostia dove, la notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, fu barbaramente assassinato.

Oltre al saggista Paolo Cochi e all’Avvocato Nino Marazzita (degli autori era assente per motivi personali il criminologo Francesco Bruno), hanno presenziato all’evento la sociologa e criminologa Tonia Bardellino e il conduttore di Radio Cusano Campus Fabio Camillacci.

Si è trattato di un avvenimento appassionante che avrebbe meritato una cornice di pubblico maggiore, ma ormai sono abituato a vedere deserte le presentazioni di saggi perché in Italia la cultura è da troppo tempo snobbata come la peste bubbonica. Gli assenti hanno sempre torto, ma mai come in questa circostanza. Davvero un peccato, perché l’argomento trattato è uno di quelli che non tramontano mai. Di rilievo soprattutto l’intervento accuratamente dettagliato dell’anziano Avvocato Marazzita, all’epoca legale della famiglia Pasolini.

L’esposizione dei fatti ha certificato ancora una volta l’ipotesi che i mandanti e gli autori (a parte il Pelosi) dell’orribile uccisione rimangono sconosciuti. Giova ricordare che la sentenza di primo grado del Tribunale dei Minori di Roma datata 25 aprile 1975, giudicò il Pelosi colpevole di omicidio volontario in concorso con ignoti. Era sin troppo evidente che un delitto così efferato (il corpo era irriconoscibile) perpetrato ai danni di un uomo atletico e robusto come Pasolini non poteva mai e poi mai essere stato commesso da un’unica persona, peraltro di corporatura mingherlina. Eppure, la Procura Generale impugnò inopinatamente la sentenza, affermando il concetto che a commettere l’omicidio fu il solo Pelosi, quasi si volesse evitare a tutti i costi l’individuazione dei soggetti presenti sulla scena del crimine e, in particolare, dei possibili mandanti.

Gli esami effettuati nel 2010 sui reperti conservati al museo Criminologico di Roma appurarono, peraltro, la presenza di tre profili genetici attribuiti ad altrettanti ignoti che con ogni probabilità parteciparono al massacro di Pasolini. Uno dei tanti eventi delittuosi italiani, pensiamo alla strage di Piazza Fontana a Milano o di Piazza della Loggia a Brescia, che rimangono irrisolti e non soltanto perché le indagini non sono state eseguite correttamente: a buon intenditor poche parole.

Come si evince dalla foto, abbiamo proceduto a uno scambio culturale con Cochi il quale, appassionato degli Emerson, Lake & Palmer, si è assicurato una copia del mio libro sul trio inglese.

L’ultima notte di Pasolini si apprezza per la ricostruzione minuziosa di Paolo, i ricordi di Mazzarita e la parte più precipuamente criminologica affidata a Bruno. Il saggio merita attenzione anche per la presenza dei documenti ufficiali salienti relativi agli atti processuali e d’indagine.




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