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sabato 16 aprile 2022

MobiUS-Make The Promise-Commento di Fabio Rossi

 


Artista: MobiUS

Album: Make The Promise

Genere: Progressive

Anno:  2021

Casa discografica: White Knight Records

 

Tracklist

1. Odissey

1.1 Farewell

1.2 Borderland

1.3 And Beyond

1.4 One Step Closer

1.5 Alone

1.6 Louise’s Theme/Sunshine Eyes

1.7 Sub Fractal

1.8 City of a Million Dreams

2. Rain Another Day

3. So They Tell Me

4. Spider


Lineup

Tim Newcombe: tastiere e pianoforte

Andy Hughes: chitarra e voci

Andy Clifton: batteria e percussioni

Alistair McCaig: basso

 


Special guest:

Louise Newcombe: cori e sassofono

Monika Welch:  cori

Sandra Morris: cori

 

Recensione di Fabio Rossi


Creativity is Infinite

Nati da un’idea del tastierista Tim Newcombe, i MobiUS sono una formazione progressive anglosassone, che il decorso anno ha esordito pubblicando il primo album. Registrato a distanza in pieno lockdown e masterizzato dal bassista Alistair McCaig, “Make The Promise” mira a non essere una mera comparsa, vista l’elevata caratura tecnica in possesso dei membri del gruppo, un fattore inequivocabile che emerge ascoltando il disco. 

Sappiamo benissimo, però, che emergere nel mare magnum di produzioni similari che inondano un genere così affascinante e inflazionato è un’impresa non affatto semplice. Non lo è nemmeno il compito del recensore perché è sin troppo facile cadere nel comune errore del non svincolarsi dai soliti pregiudizi triti e ritriti, tipo “roba già sentita”, “mera ostentazione di bravura”, “non c’è niente di innovativo” e altre frasi fatte che potete reperire facilmente girovagando sul web; il rischio di commettere un errore di valutazione potrebbe essere esiziale e non deontologicamente corretto. Nel caso in specie, siamo al cospetto di un lavoro corposo e ispirato, munito di un songwriting di livello e di un’ottima qualità di registrazione.

L’impressione che ho avuto nell’approcciare allo stile dei MobiUS e che questo si fonda su una sapiente simbiosi delle idee e dei gusti musicali che ciascun componente ha messo a disposizione e che hanno come comune denominatore il Rock Progressivo degli anni Settanta e Ottanta. L’avvezzo a tali sonorità, infatti, troverà palesi riferimenti agli Yes, Emerson, Lake & Palmer, Pink Floyd, Genesis, Rush e Porcupine Tree ma, si badi bene, ciò non significa un’improduttiva e pedissequa riproposizione, perché si evince capacità creativa e ferrea volontà di ricercare un sound ben definito. Tale tentativo è perfettamente riuscito perché i suoni si presentano freschi, dinamici, variegati e, perché no, anche provvisti di un piglio di originalità specie nella jazzata So They Tell Me.

Quattro le composizioni incluse nel disco, tutte firmate da Tim Newcombe di cui Odyssey, divisa in otto parti e interamente strumentale, e Rain Another Day - di rilievo il vocalism di Andy Hughes - sono munite di un minutaggio corposo, si snodano in suggestive atmosfere epicheggianti, immaginifiche, riflessive e in lunghe cavalcate per soli strumenti come ci si aspetta da chi ama il prog. A chiudere la breve Spider che, nel complesso, è più orecchiabile e nella quale è da applaudire un gran bell’assolo di chitarra. In conclusione, al netto di qualche lieve difetto dovuto a una non perfetta coesione della band per l’irrisolvibile problema della registrazione avvenuta a distanza, Make The Promise è musica raffinata da godersi in pieno relax, magari sorseggiando un buon brandy.

Ottima la prima… avanti così MobiUS! 

       




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