Biglietto per l'Inferno
Folk live al Club Il Giardino -
Lugagnano di Sona (VR) 05/06/2015
di Marco Pessina
Quindicesimo
appuntamento per la rassegna del rock progressivo nel locale di Lugagnano (VR)
e menù succulento, con la presenza del Biglietto per l'Inferno.
Ormai di casa al
Giardino, la band lombarda ha sfornato un altro bel concerto per la gioia di un
pubblico accorso in discreto numero. Forti del loro ultimo lavoro, Vivi
Lotta Pensa, che é una rilettura in gran parte dei lavori del secondo
album, Il Tempo Della Semina, con
qualche sorpresa, Pilly Cossa (organetto
diatonico, pianoforte, fisarmonica e cori), Mauro Gnecchi (batteria e cori), con gli ormai collaudati Pier Panzeri (chitarra), Carlo Redi (violino e mandolino
elettrico), Mariolina Sala (voce), Enrico Fagnoni (basso e contrabbasso), Renata Tommasella (flauto dolce e
piffero) e Ranieri Fumagalli (flauto,
ottavino e cornamusa), hanno deliziato con circa due ore di buona musica lo
zoccolo duro del Giardino. Assistere ad un loro concerto é sempre una sorpresa
per il continuo e proficuo lavoro sugli arrangiamenti, che risultano di volta
in volta sempre più godibili evitando, in tal modo, di diventare una cover band
di loro stessi e questa cosa, parere personale, é un pregio notevole. Non
mancano quindi tutti i pezzi più significativi a partire proprio da Il Tempo
Della Semina, con cui la band apre il concerto. Seguono Vivi Lotta Pensa e un'intima Il Nevare, che é molto diversa
dall'originale degli anni settanta, con una Mariolina Sala sugli scudi dal
punto di vista interpretativo. Nel loro sound oramai ci sono tutti gli
ingredienti per come si intende la musica progressiva ai nostri tempi, e cioè
un miscuglio di tante cose assemblate con dovizia. Articolata e da seguire per
via del testo La Canzone Del Padre.
Tutto fila a meraviglia e tutti fanno ampiamente la loro parte, con un Pier
Panzeri efficace con la sei corde. Tra
l'Assurdo e la Ragione con il suo incedere a tarantella ci porta verso la
fine della prima parte del concerto con Mente
Solamente, brano controverso, da Il Tempo
Della Semina. Nella seconda parte c'é
spazio per l'Amico Suicida, brano che
chiudeva l'album d'esordio del 1974. Struggente ed eseguita nella sua
interezza, un pezzo di oltre quindici minuti da pelle d'oca, che é contenuto in
Vivi Lotta Pensa, in questa versione
e che da solo vale il prezzo del biglietto, é proprio il caso di dirlo. Inutile
dire che quando il livello del concerto si alza, si alza automaticamente anche
quello in sala e gli applausi lunghi e ritmati ne sono la testimonianza. I
pezzi da novanta proseguono con le splendide Ansia e Confessione,
lasciate abbastanza simili agli originali -e non potrebbe essere diversamente- che
scatenano l'entusiasmo dei presenti in un Giardino caldo anche per il clima di
questi giorni. Con L'Arte Sublime Di Un
Giusto Regnare ci avviamo alla conclusione del concerto, ma ci sarà un
corposo bis con Strana Regina e la
riesecuzione non prevista, ma quasi acclamata, di Confessione, con il pubblico sempre più coinvolto.
Applausi a scena
aperta per un finale degno per Gnecchi, Cossa e soci. Tutto molto bello e
godibile.
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