"Non sono un profeta o un uomo dell'età della
pietra. Sono solo un mortale con le potenzialità di un supereroe"
(David Robert Jones)
Il 10 gennaio 2016
lasciava questo pianeta David Bowie, geniale e camaleontico artista, musicista che ha segnato la storia della musica.
Rip Ziggy
Wazza
(racconto dell'epoca di Francesca Casali)
Il suo vero nome era David Robert Jones. Ieri sera ci ha
lasciato ed è un vuoto enorme, tanto quanto il peso del suo nome d’arte, David Bowie.
Aveva compiuto da poco 69 anni e dato ai fan il suo ultimo album “Blackstar”, l‘8 gennaio. Nulla ha
potuto fare contro il cancro che l’ha portato via. La comunicazione
della sua morte arriva dal suo portavoce attraverso twitter.
Ma cosa sarebbe stato il mondo senza Bowie?
La parola eccentricità non avrebbe lo stesso significato. Non
sarebbe esistito il personaggio di Ziggy Stardust, che con gli Spiders of Mars
ha lasciato un segno indelebile nella cultura musicale, dal 1972 dell’uscita
dell’album ad oggi. Niente Starman a raccontare delle stelle, niente Hang On
to Yourself con il riff di Mick Ronson, niente “Ziggy plays guitar”...
Non ci sarebbe stato Halloween Jack, né Nathan Adler e
nemmeno The Thin White Duke. Nessuno avrebbe conosciuto una mente così aperta
da essere labile, così avveniristica da diventare cosmica. Intrigante,
versatile, problematica, affascinante. Non ci sarebbero state collaborazioni
esaltanti con icone della musica, Iggy Pop, John Lennon, Carlos Alomar, Brian
Eno, Robert Fripp, solo per citarne alcuni. Un numero imprecisato digeneri
musicali non avrebbero avuto un degno rappresentante, dal glam rock al white
soul, dal rock sperimentale al pop, dal new wave al krautrock degli anni
berlinesi. Niente Heroes, Ashes to Ashes, Space Oddity, Rebel Rebel.
Di certo non ci sarebbe stato il grande fascino dell’ambiguità sessuale che solo un
personaggio come lui poteva alimentare. Attore nella vita pubblica, creatore di
opere d’arte instancabile, la magia degli occhi differenti.
16 tour dal 1972 al 2004. 29 album, alcuni passati
inosservati altri successi incancellabili. 41 nomination e 16 premi: 11 per l’attività musicale, 2
per quella cinematografica, 3 per l’attività multimediale.
Non ci sarebbe stato l’incrociarsi, confondersi, infiltrarsi
così evidente di arte figurativa, musica, cinema, simbolismi pop, idolatrie,
venerazioni. Marlene Dietrich non avrebbe salutato il pubblico pagando un
Gigolo, Andy Wahrol non avrebbe apprezzato le scarpe gialle che Marc Bolan
aveva prestato a Bowie, non ci sarebbe stato nessun duetto con Annie Lennox al
Freddie Mercury Tribute Concert.
Il mondo non sarebbe stato lo stesso. Ciao, Duca Bianco.
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