E’ lecito parlare di artisti che si conosco attraverso il
loro lavoro e per mezzo dell’immagine che si è concretizzata, più o meno
realistica, ma è ancor meglio quando chi conosce bene le cose, da vicino
intendo, le mette a disposizione della comunità, ammesso che il racconto non
rappresenti una eccessiva intrusione nel privato.
Antonio Cocco, ex discografico, ha
conosciuto bene, benissimo il Maurizio Arcieri, e disegna così qualche immagine.
Se dico: “La sregolatezza, la trasgressione, la
cultura, Il genio, il coraggio.”
Poi pragmatismo, una
buona dose di cinismo compensato da una grande generosità! Aggiungo che con
questi elementi ha attraversato la sua vita!
Verrebbe da dire: ” E
POI?” Ecco… e poi ci vorrebbe un libro!
Di chi sto parlando? Di Maurizio Arcieri!
Confesso che fra i
tanti personaggi che ho avuto la fortuna di conoscere, non solo in campo
musicale, lui aveva, secondo me, una dote unica che appartiene a pochi, quella
di riuscire a intrattenere una o più persone parlando di tutto senza annoiarlo
e senza cadere nello scontato o nel banale!
Musicalmente difficile
fare una sintesi ma ci provo.
New Dada, (rock) poi
semplicemente Maurizio (melodico romantico): 5 minuti, I giochi del cuore, poi un LP, Trasparenze, album innovativo sia ne brani che nelle sonorità.
Poi un pomeriggio e
sera, in sala di incisione con Pinuccio Pirazzoli e Lorenzo Raggi, tirano fuori
un album che direi nostalgico e che conservo con cura, e infine il salto nel
punk e nell’elettronica. Prime tastiere elettroniche Roland Micro composer, esperimenti
geniali come quello di affidare ad una pallina da tennis varie note durante il
gioco, sincronizzarle e sentire che musica veniva fuori.
Se pensate ai tanti
cantanti che, ottenuto il successo con un brano, tendono a ripetersi e a non
innovare, capirete il coraggio di Maurizio. L’unico artista che ha avuto il
coraggio di cambiare, rimettersi in gioco e investire sul suo futuro.
Trasferimento a Londra incontro con Vangelis, e poi Hans Zimmer che lo ha
raggiunto per il tour Italiano. Testi assolutamente fuori dal comune scritti
con un mio amico inglese, Peter Sibley. Mi ricordo di una canzone dedicata a
Peggy Guggenheim, decisamente dissacrante.
Solo musica? Ma no! E’
stato il primo a capire e sfruttare la tv satellitare inventando una
trasmissione televisiva che mostrava cosa succedeva nel mondo.
Purtroppo, insisto,
difficile sintetizzare “Maurizio Arcieri”.
Bisognerebbe parlare
anche di Cristina, sua moglie, parte attiva nei Krisma.
Io, moglie e bimbi
piccoli, abbiamo passato giornate fantastiche a Gignese, nella sua villa e loro
se ne ricordano ancora.
Grazie per le serate
in giro all’Altro Mondo di Rimini e in altre discoteche, grazie per le lezioni
di vita che mi hai dato.
Stop non ricordo l'anno.
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