Il 4 gennaio 2015 ci lasciava Pino Daniele, lasciando un vuoto inestimabile
nella musica italiana.
È stato un cantautore, chitarrista e compositore, una delle
figure più importanti e influenti della musica leggera, in particolare per la
sua capacità di fondere la tradizione musicale napoletana con sonorità blues,
jazz e rock.
Nato a Napoli il 19 marzo 1955, cresce in un ambiente popolare, assorbendo fin da bambino i suoni della tradizione musicale napoletana. La sua passione per la musica lo porta a studiare chitarra e a sperimentare le diverse timbriche disponibili.
Gli anni '70 segnano il suo esordio sulla scena musicale italiana. Con album come "Terra mia" (1977) e "Pino Daniele" (1979), l'artista napoletano inizia a farsi conoscere per il suo stile unico, caratterizzato da un sound ricco di contaminazioni e da testi che raccontano la sua città e la sua gente.
Negli anni '80, raggiunge il successo anche a livello internazionale, grazie a collaborazioni con artisti di fama mondiale come James Taylor e Pat Metheny. È in questo periodo che conia il termine "Taramblù", un neologismo che sintetizza la sua musica, un mix tra la tarantella napoletana e il blues.
Negli anni '90 si avvicina a sonorità più pop, mantenendo però sempre la sua identità musicale. Album come "Che Dio ti benedica" (1993) e "Non calpestare i fiori nel deserto" (1995) lo consacrano come uno degli artisti più amati e seguiti del panorama musicale italiano.
La sua eredità musicale è immensa: le sue canzoni sono state
tradotte in diverse lingue e continuano ad essere amate da generazioni.
Un dovere ricordarlo…
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