Era l’ottobre 1969, quando usciva “Led Zeppelin II”, un altro caposaldo del rock-blues di una magnifica stagione che, ahimè, non ritornerà più!
Di tutto un Pop…
Wazza
È il 1969 e la scena
rock è popolata da gruppi rock dalla forte contaminazione jazz e blues. Nasce
la fusion, nasce il rock progressivo, ma soprattutto nasce l'hard rock. E
coloro che l'hanno introdotto definitivamente sono noti a tutti: i Led
Zeppelin. I Led Zeppelin pubblicano all'inizio del 1969 il loro primo album,
Led Zeppelin I, album ricco di canzoni dallo stampo blues, in cui la voce
graffiante di Plant e la chitarra di Page regnano sovrane. Nell'album sono
presenti anche delle cover di artisti blues come Willie Dixon, come "I can't
quit you". Non scordiamoci di pezzi prettamente rock come la canzone che apre
l'album, "Good times bad times", e "Communication breakdown". Il gruppo si afferma
già nel contesto musicale europeo.
Nell'ottobre dello
stesso anno, quel lontano 1969 nel quale prevale ancora il rock progressivo e
psichedelico, esce nei negozi Led Zeppelin II, secondo lavoro della band.
L'album sembrerebbe banale a causa del titolo semplice, ma è tutt'altro che
banale. L'album si apre con un pezzo da novanta, una canzone che segnerà la
storia del rock, che ancora oggi si canta, "Whole lotta love", famosa per il suo
riff di chitarra orecchiabile e insistente. Il testo è a sfondo sessuale, come
molti nella discografia dei Led Zeppelin. Nel bel mezzo del brano Robert Plant,
il cantante e leader della band, si abbandona ad urla e gemiti sessuali che
sfociano nella batteria di John "Bonzo" Bonham e nel riff di chitarra
elettrica di Page. Tale canzone è seguita da "What is and what should never be",
canzone più dolce nella prima parte, ma che nel ritornello esplode con un ritmo
forsennato. La terza canzone del lato a è un pezzo molto rock, dominato dal
basso di John Paul Jones. Il testo presenta delle chiare allusioni sessuali:
non a caso prende il nome di "The lemon song". Il lato a si chiude
con un famosissimo pezzo dall'atmosfera più quieta e dal testo molto dolce,
scritto da Plant e dedicato alla moglie. La chitarra introduce il brano ma poi
verrà sostituita dall'organo di John Paul Jones come strumento prevalente.
Il lato b si apre con "Heartbreaker", canzone hard rock che presenta il famoso assolo orecchiabile di
Page alla chitarra. La canzone che segue, "Living loving maid (she's just a
woman)", è il pezzo più scanzonato dell'album. Appena parte la canzone si sente
la voce di Plant che urla "With a purple umbrella and a fifty cent hat,
livin', lovin', she's just a woman ...". "Ramble on" è un pezzo di
ispirazione tolkieniana (J.R.R. Tolkien - autore del Signore degli anelli). Nel
ritornello la voce di Robert Plant esplode in un canto graffiante, mentre le
strofe sono più calme. Il penultimo brano dell'album è uno strumentale
diventato famoso nella storia del rock per l'assolo di batteria di Bonzo e per
il riff di Page. Una delle pietre miliari del rock, un pezzo dalla forte vena
epica. La canzone che chiude l'album si intitola "Bring it on home", pezzo blues
firmato Willie Dixon, famoso bluesman.
Un album prettamente
rock, un album che segna la storia del rock, un album che ci introduce nel
magico mondo dell'hard rock, un album senza esclusione di colpi, un album dove
è impossibile trovare un difetto. L'ascolto è molto piacevole, un album che
consiglio a tutti. Led Zeppelin II è un inno a quelli che vivono di rock.
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