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venerdì 31 gennaio 2025

Giovanni Luca Valea: commento all'album "Un ultimo bicchiere"


Giovanni Luca Valea -Un ultimo bicchiere

La Stanza nascosta Records


Quarto lavoro in studio per il cantautore e poeta Giovanni Luca Valea, anticipato dal suggestivo singolo Dicembre, metà, testo di Valea e musica di Valea e Virginia Settesoldi, compositrice e strumentista (che ha curato anche gli arrangiamenti del pezzo) dal tocco delicato, tra classicismo e nuova modernità.

Virginia Settesoldi firma anche la musica della struggente Chissà se senti il vento. Negli altri brani si sente molto forte l’impronta immaginifica del produttore Salvatore Papotto, coautore delle musiche (in alcuni casi unico autore) e arrangiatore.

Spruzzate di elettronica e inflessioni rock si avvertono in un lavoro ispirato, nel quale melodia e testi si intrecciano in modo quasi alchemico.

Menzione speciale per La leggenda, vera perla dell’intero lavoro.

Dopo Iniziali (La Stanza Nascosta Records, 2021), La disciplina del sogno (La Stanza Nascosta Records, 2023) e Canzoni (La Stanza Nascosta Records, 2023), Un ultimo bicchiere sembra segnare la raggiunta maturità artistica di Valea, che fin dall’inizio ci ha abituato a testi dalla forte fibra poetica e che trova qui una sua più delineata identità anche sul piano vocale.

Sulla scia di Léo Ferré, Valea prosegue il suo prezioso flusso creativo.


NOTE BIOGRAFICHE E CREDITI




 

Le Orme: accadeva nel gennaio del 1976

Intrepido - 29 gennaio 1976

Nel gennaio del 1976 molti magazine italiani parlano e scrivono delle Orme.
Il tema è il loro ritorno da Los Angeles, dove avevano registrato l'album "Smogmagica", con l'aggiunta del virtuoso chitarrista Tolo Marton.
Fu anche l'ultimo album delle Orme, che nell’occasione si avvalgono della collaborazione di Gian Piero Reverberi come produttore e musicista aggiunto.
A tre mesi dall'uscita dell'album Tolo Marton lascia la band per divergenze riguardanti l'imminente tour "Rockspray".
Di tutto un Pop…
Wazza

 Tony Pagliuca, Tolo Marton, Armando Gallo, Michi dei Rossi (seminascosto dalla signora Gallo)-foto di Aldo Tagliapietra a Los Angeles -1975


 TV Sorrisi e Canzoni


Nel ricordo di John Wetton


Il 31 gennaio del 2017 ci lasciava John Wetton a causa delle complicazioni di una malattia incurabile: aveva 67 anni.

Indimenticato bassista e cantante dei Mogul Thrash, Family, King Crimson, Roxy Music, Uriah Heep, Wishbone Ash, Asia, Uk… e special guest del Banco del Mutuo Soccorso alla Prog Exhibition del 2010, a Roma.

John Wetton faceva amabilmente discutere. Gli appassionati della musica anni Settanta e oltre si chiedevano se fosse più opportuno apprezzarlo per la sua voce cristallina, la sua abilità nello scrivere melodie o la precisione del tocco sulle quattro corde del suo strumento. Provate “In the dead of Night” degli Uk per sentire il pulsare del basso, oppure la parte media del giro di “Starless” (King Crimson), notevole anche per l’uso della voce impastato a perfezione con una melodia drammaticamente toccante. Oppure fate un test con le canzoni degli Asia, da “Heat of the Moment” in giù. O ancora i suoi tanti dischi solisti, dove troverete la forza della canzone.

Aveva doti liriche immense, come il suo talento. Su Youtube girano delle session con Robert Fripp alla chitarra e Phil Collins alla batteria che sembrano un duello per la qualità estrema. Non amava i fronzoli ma i tempi dispari sì. Era immediato anche nelle cose complesse. Indimenticabile l’album solo “Battle Lines”, ma tutta la sua produzione con UK (due) e Crimson (tre album imperdibili) è pazzesca.

Il musicista inglese era di buon carattere, salvo quando gli eccessi della vita rock gli spostavano l’ago della bussola. Aveva condiviso sulla rete il suo male e pareva esserne uscito. Invece no.

È scritto che col passare del tempo tutti se ne devono andare. C’è chi però lascia una traccia più profonda. Wetton, come Squire e Lake, è una voce e un musicista che molti non dimenticheranno mai.



Un altro mito della nostra vita ci lascia....

Grande musicista, persona discreta, un gentleman inglese.

Francesco Di Giacomo lo chiamava "affettuosamente" John Wayne...

Addio John

Wazza










Il Rovescio della Medaglia nel febbraio del 1974

ROVESCIO DELLA MEDAGLIA - CIAO 2001 - GENNAIO 1974


La rivista Ciao 2001 nel febbraio 1974 pubblica un articolo sulla serata organizzata al Piper di Roma, il mese prima, per aiutare Il Rovescio della Medaglia.

Il 31 gennaio 1974 si teneva presso il Piper Club di Roma un concerto per il Rovescio della Medaglia, che aveva da poco subito il furto del TIR, con tutta la strumentazione.

Successe a Roma, in via Trionfale: il furto gettò nello sconforto la band che con tanti sacrifici aveva acquistato una strumentazione di alto livello.

A questa serata di "beneficenza" parteciparono, oltre al RDM, il Banco del Mutuo Soccorso, Franz di Cioccio della Premiata Forneria Marconi, Albero Motore, Perigeo, Venditti-Cocciante-De Gregori, Claudio Rocchi, Mauro Pelosi.

Nonostante questa mobilitazione massiccia Pino Ballerini, il vocalist, decise di lasciare la band, che poco dopo si scioglierà.

Di tutto un Pop...

Wazza






giovedì 30 gennaio 2025

Compie gli anni Phil Collins

Compie gli anni oggi, 30 gennaio Phil Collins, batterista, cantante, produttore, attore… insomma, un “piccolo” genio. 

Happy Birthday Phil!

Wazza

Tanti auguri Phil Collins! Il musicista è nato il 30 gennaio del 1951.

Ha emozionato gli amanti della musica di tutto il mondo, Phil Collins, sia con i Genesis che durante il suo periodo da artista solista.

Dal 1970 a oggi l’artista ha collezionato grandi successi (con Paul McCartney e Michael Jackson è uno dei tre musicisti ad aver venduto oltre cento milioni di copie, sia come membro di un gruppo che come solista), live indimenticabili e l’affetto riconoscente del pubblico.  

I Genesis

Il compositore e musicista britannico è nato a Chiswick, un distretto di West London. Fin da piccolo innamorato della batteria (ne riceve una a Natale quando ha appena cinque anni) grazie a un annuncio letto sulla rivista musicale Melody Maker si presenta a un’audizione e ottiene il posto di batterista per i Genesis. È il 1970, e da allora Collins è “il batterista” della celeberrima band, con cui incide album passati alla storia come “Nursery Crime”, “Selling England By The Pound”, “The Lamb Lies Down On Broadway”. Dal 1976, con l’abbandono di Peter Gabriel, Phil diventa anche il cantante del gruppo, che registra altri dischi di successo come “Abacab” e “Invisible Touch”.

La carriera da solista

Nel 1996 Collins si dà alla carriera da solista, collabora tra gli altri con Quincy Jones, Tina Turner, Robert Plant, Pete Townshend, Eric Clapton, e dà vita alla sua jazz band, i Brand X. Tra i suoi album da solista, ricordiamo “Face Value”, “Hello, I Must Be Going”, “No Jacket Required”. 

Collins appare anche in un episodio della serie tv “Miami Vice” e recita in film come “Buster” (è il protagonista della pellicola ispirata alla grande rapina al treno Londra-Glasgow del 1963) e “Hook” di Steven Spielberg (è l’Ispettore Good). 

Steve Hackett, Peter Gabriel, Tony Banks & Phil Collins. London, 1971

Nel corso della sua lunga carriera, vince sette Grammy Award, sei Brit Award e due Golden Globe. Vince anche l’Oscar per le canzoni composte per il film della Disney “Tarzan” (1999). 

Meno noto invece il riconoscimento ottenuto dalla McMurray University di Abilene, che gli ha conferito il titolo onorifico di Dottore in Storia. Collins è infatti un grande esperto di storia della Rivoluzione Texana e possedeva una ricca collezioni di cimeli risalenti al periodo che ha donato al museo The Alamo di San Antonio, in Texas.









30 gennaio, giorno significativo per i Beatles



30 gennaio, data ricorrente nella storia dei Beatles.

30 gennaio 1969, dopo tre anni di fermo, i Beatles, tengono il loro ultimo concerto "in pubblico".
La location scelta all'ultimo momento è il tetto degli uffici della Apple, che si trovavano in Savile Row 3, una stradina del centro di Londra.
Il tutto dura una quarantina di minuti, in una giornata fredda ed umida: John Lennon per l'occasione indossa la pelliccia di sua moglie Yoko!
Suonano cinque pezzi, alcuni più di una volta, come si fa per registrare un album. La performance attira molta gente, formando caos e traffico nella strada, e la cosa, ovviamente, non passa inosservata alla polizia, che fa spegnere gli amplificatori.
La moda di suonare sui tetti, che fino allora era stata concessa solo agli "spazzacamini" di Mary Poppins, diventò una moda, imitata e ripresa da vari gruppi nel corso degli anni.


30 gennaio 1971 - George Harrison si toglie molte soddisfazioni, e qualche sassolino dalla scarpa, quando vede il suo triplo album, "All things must past", uscito qualche mese prima, arrivare primo nella hit americana dei dischi più venduti: ci rimarrà per molte settimane, tenendo a distanza gli "inseguitori" Santana con "Abraxas", la colonna sonora di "Jesus Christ Superstar" e "Pendulum" dei Creedence Clearwater Revival.


30 gennaio 1972: nell'Irlanda del Nord 14 civili inermi vengono trucidati dalle truppe britanniche durante una pacifica manifestazione per i diritti civili, ricordata come "Bloody Sunday".
Paul Mc Cartney, appena sentita la notizia, molto arrabbiato per l'accaduto, di getto scrive "Give Ireland Back To The Irish", in risposta ai drammatici eventi. Registrata due giorni dopo, con i Wings, fu una delle "rare" canzoni di protesta di Paul.
Naturalmente fu censurata dalla BBC e ne venne impedita la diffusione nel Regno Unito, ma servì a far capire a molta gente cosa gli inglesi stavano facendo in Irlanda.

Wazza





mercoledì 29 gennaio 2025

Maurizio Arcieri ci lasciava il 29 gennaio del 2015: Antonio Cocco lo ricordava così, un po' di tempo fa...


È lecito parlare di artisti che si conosco attraverso il loro lavoro e per mezzo dell’immagine che si è concretizzata, più o meno realistica, ma è ancor meglio quando chi conosce bene le cose, da vicino intendo, le mette a disposizione della comunità, ammesso che il racconto non rappresenti una eccessiva intrusione nel privato.
Antonio Cocco, ex discografico, ha conosciuto bene, benissimo il Maurizio Arcieri, e disegna così qualche immagine.


Se dico: “La sregolatezza, la trasgressione, la cultura, Il genio, il coraggio.”
Poi pragmatismo, una buona dose di cinismo compensato da una grande generosità! Aggiungo che con questi elementi ha attraversato la sua vita!
Verrebbe da dire: ” E POI?” Ecco… e poi ci vorrebbe un libro!
Di chi sto parlando? Di Maurizio Arcieri!

Confesso che fra i tanti personaggi che ho avuto la fortuna di conoscere, non solo in campo musicale, lui aveva, secondo me, una dote unica che appartiene a pochi, quella di riuscire a intrattenere una o più persone parlando di tutto senza annoiarlo e senza cadere nello scontato o nel banale!

Musicalmente difficile fare una sintesi ma ci provo.
New Dada, (rock) poi semplicemente Maurizio (melodico romantico): 5 minuti, I giochi del cuore, poi un LP, Trasparenze, album innovativo sia ne brani che nelle sonorità.
Poi un pomeriggio e sera, in sala di incisione con Pinuccio Pirazzoli e Lorenzo Raggi, tirano fuori un album che direi nostalgico e che conservo con cura, e infine il salto nel punk e nell’elettronica. Prime tastiere elettroniche Roland Micro composer, esperimenti geniali come quello di affidare ad una pallina da tennis varie note durante il gioco, sincronizzarle e sentire che musica veniva fuori.

Se pensate ai tanti cantanti che, ottenuto il successo con un brano, tendono a ripetersi e a non innovare, capirete il coraggio di Maurizio. L’unico artista che ha avuto il coraggio di cambiare, rimettersi in gioco e investire sul suo futuro. Trasferimento a Londra incontro con Vangelis, e poi Hans Zimmer che lo ha raggiunto per il tour Italiano. Testi assolutamente fuori dal comune scritti con un mio amico inglese, Peter Sibley. Mi ricordo di una canzone dedicata a Peggy Guggenheim, decisamente dissacrante.



Solo musica? Ma no! E’ stato il primo a capire e sfruttare la tv satellitare inventando una trasmissione televisiva che mostrava cosa succedeva nel mondo.
Purtroppo, insisto, difficile sintetizzare “Maurizio Arcieri”.

Bisognerebbe parlare anche di Cristina, sua moglie, parte attiva nei Krisma.
Io, moglie e bimbi piccoli, abbiamo passato giornate fantastiche a Gignese, nella sua villa e loro se ne ricordano ancora.

Grazie per le serate in giro all’Altro Mondo di Rimini e in altre discoteche, grazie per le lezioni di vita che mi hai dato.
Stop non ricordo l'anno.





martedì 28 gennaio 2025

Brutto giorno il 28 gennaio del 2016 per i Jefferson Airplane


Il 28 gennaio 2016 muoiono a 74 anni (in luoghi diversi) due membri fondatori dei Jefferson Airplane...
Wazza


Signe Toly Anerson (sx), Jorma Kaukonen (center) & Paul Kantner (dx) at the Monterey Jazz Festival, 1966

Due membri fondatori dei Jefferson Airplane, la cantante Signe Toly Anderson e il chitarrista Paul Kantner, morirono lo stesso giorno, entrambi a 74 anni, il 28 gennaio del 2016, in una stranissima coincidenza.
La Anderson lasciò il gruppo nel 1966 dopo aver registrato il primo album dei J.A., e fu sostituita da Grace Slick.





RocKalendario del secolo scorso: Gennaio, di Riccardo Storti

 


RocKalendario del secolo scorso – Gennaio

Di Riccardo Storti


1955 – Un’apparizione che farà storia, perché, nella classifica dei titoli più venduti del Regno Unito, fa capolino un evergreen del nascente rock’n’roll: Rock Around the Clock di Bille Haley and the Comets

È il 1° gennaio e l’anno inizia con un orologio che scandisce un ritmo totalmente nuovo in UK: tutta colpa di uno scombinato pennellone un po’ sovrappeso, con un irresistibile tirabaci in fronte, che sbanca, nonostante negli States la hit girasse tra radio e balere da oltre un anno e mezzo.

 

1965 – Il 15 gennaio esce il singolo degli Who, I Can’t Explain; in realtà, ad essere precisi, si tratta della prima uscita britannica, perché l’esordio per la Decca avvenne alla fine del 1964 su suolo americano. Un inizio importante perché è la prima volta che Townshend e i suoi escono con la sigla The Who.

E la canzone è un bel pugno sullo stomaco: al di là dell’approccio hard’n’garage con un sonoro riff tonante alla Kinks, I Can’t Explain colpisce per un testo anticonformista, teso ad illustrare il senso di incomunicabilità delle nuove generazioni di fronte alle assurdità di una vita quotidiana vessata da regole ipocrite e comportamenti studiati. Inizialmente sembra solo una canzonetta d’amore, ma, tolta la scorza, i cuoricini beat sono solo un pretesto…

“Ho detto che non so spiegare

Mi stai facendo uscire fuori di testa

Be’, sono un tipo inquieto

Ho detto che non so spiegare”

 

È il prologo naturale di My Generation 

1975 – Il ritorno di Bob Dylan con Blood on the Tracks, album in studio pubblicato il 20 gennaio, dopo quasi due anni di silenzio discografico (se si eccettua il live Before the Flood del 1974, il menestrello – ormai – elettrico, mancava tra i vinili da quel Planet Waves del 1973). Un LP sofferto sotto molteplici punti di vista: c’è chi sostiene che i contenuti siano figli della recente separazione dalla prima moglie Sara Lownds, benché Dylan abbia da sempre smentito tale frangente, sottolineando, invece, un’ispirazione dai Racconti di Cechov. 

Al di là ciò, pur restando Blood on the Tracks uno dei migliori prodotti del cantautore statunitense nel decennio, la realizzazione dell’opera visse non poche traversie dovute ad un perfezionismo e da un’insicurezza dell’autore quasi maniacali. Mai contento degli arrangiamenti, Dylan arrivò a registrare alcune canzoni più volte, servendosi di quasi una ventina di musicisti di sala, nonché di almeno 3 tecnici del suono.

1985 – Siamo nell’anno del LIVE AID. Aiutare l’Africa e il Sud del mondo concretamente è diventato un dovere. Ci avevano già pensato un mese prima, sotto Natale, Bob Geldof, Midge Ure a altri artisti britannici con Do They Know It’s Christmas. Il 21 gennaio agli Hollywood's A&M Studios di Hollywood, su iniziativa di Harry Bellafonte, nasce il supergruppo USA FOR AFRICA: ci sono Lionel Ritchie, Ray Charles, Bob Dylan, Michael Jackson, Bruce Springsteen, Diana Ross, Stevie Wonder, Smokey Robinson, Billy Joel e molti altri ancora. 

Che stanno combinando? Semplice: entrano in studio per registrare We Are the World che verrà pubblicata il 7 marzo. La direzione degli arrangiamenti sarà affidata a Quincy Jones; tra i turnisti in sala Jeff Porcaro e David Paich dei Toto e il vecchio Ian Underwood delle Mothers of Invention di Frank Zappa. Naturalmente venne chiamato anche Bob Geldof. Il disco vendette 8 milioni di copie solo negli USA, raggranellando oltre 11 milioni di dollari donati in beneficenza (a cui si arriva a 63 milioni del fundraising generale – fonte).

1995 – 30 gennaio. E fu così che i Porcupine Tree diventano qualcosa di più rispetto ad un’invenzione del talentuosissimo Steven Wilson. È un gruppo, quello in The Sky Moves Sideways, in cui le varie personalità della line-up offrono contributi precisi (soprattutto nella collettiva Moonloop). 

Punto di riferimento di Wilson e compagni, restano i Pink Floyd ma il veicolo neo-psichedelico dei Porcupine Tree riesce ad andare oltre, in un’elaborazione sempre più complessa e personale del sound che caratterizzerà gli album a venire. Si dice che sia il corrispettivo anni Novanta di Wish You Were Here dei Pink Floyd, sia per impianto concept, sia per afflato lirico. D’altra parte, iniziare il disco con una title track di oltre 18 minuti non è da tutti. Oddio: lo è nel progressive rock che, proprio da qualche anno, sta cominciando a rialzare la testa.






Jon Hiseman su CIAO 2001 del 28 gennaio 1973

Ciao 2001 del 28 gennaio 1973 dedica copertina ed articolo al batterista Jon Hiseman che, dopo aver lasciato i Colosseum, annuncia l'imminente tour in Italia dei Tempest



 

Il compleanno di Robert Wyatt



Compie gli anni oggi, 28 gennaio, Robert Wyatt, cantante, compositore, tastierista, ma soprattutto batterista dei Soft Machine prima e Matching Mole dopo.

Dal 1973 è paralizzato agli arti inferiori, ma questo "handicap" non gli ha vietato di diventare un grande sperimentatore e ricercatore della musica, sia con i suoi numerosi lavori da solista, sia con collaborazioni con altri artisti.

Da sempre impegnato politicamente per i diritti umani.
Happy Birthday Robert!
Wazza