Quarto lavoro in studio per il cantautore e
poeta Giovanni Luca Valea, anticipato dal suggestivo singolo Dicembre, metà, testo di Valea e musica di Valea e Virginia Settesoldi, compositrice e strumentista (che
ha curato anche gli arrangiamenti del pezzo) dal tocco delicato, tra
classicismo e nuova modernità.
Virginia Settesoldi firma anche la
musica della struggente Chissà se senti il vento. Negli altri brani si
sente molto forte l’impronta immaginifica del produttore Salvatore Papotto,
coautore delle musiche (in alcuni casi unico autore) e arrangiatore.
Spruzzate di elettronica e inflessioni rock
si avvertono in un lavoro ispirato, nel quale melodia e testi si intrecciano in
modo quasi alchemico.
Menzione speciale per La leggenda, vera
perla dell’intero lavoro.
Dopo Iniziali(La Stanza Nascosta
Records, 2021), La disciplina del sogno (La Stanza Nascosta Records,
2023) e Canzoni(La Stanza Nascosta Records, 2023), Un ultimo bicchieresembra segnare la raggiunta maturità artistica di Valea,
che fin dall’inizio ci ha abituato a testi dalla forte fibra poetica e che
trova qui una sua più delineata identità anche sul piano vocale.
Sulla scia di Léo Ferré, Valea prosegue il
suo prezioso flusso creativo.
Il 31 gennaio del 2017 ci lasciava
John Wetton a causa delle complicazioni di una malattia incurabile: aveva 67
anni.
Indimenticato bassista e cantante dei
Mogul Thrash, Family, King Crimson, Roxy Music, Uriah Heep, Wishbone Ash, Asia,
Uk… e special guest del Banco del Mutuo Soccorso alla Prog Exhibition del 2010,
a Roma.
John Wetton faceva amabilmente
discutere. Gli appassionati della musica anni Settanta e oltre si chiedevano se
fosse più opportuno apprezzarlo per la sua voce cristallina, la sua abilità
nello scrivere melodie o la precisione del tocco sulle quattro corde del suo
strumento. Provate “In the dead of Night” degli Uk per sentire il pulsare del
basso, oppure la parte media del giro di “Starless” (King Crimson), notevole
anche per l’uso della voce impastato a perfezione con una melodia drammaticamente
toccante. Oppure fate un test con le canzoni degli Asia, da “Heat of the Moment”
in giù. O ancora i suoi tanti dischi solisti, dove troverete la forza della
canzone.
Aveva doti liriche immense, come il
suo talento. Su Youtube girano delle session con Robert Fripp alla chitarra e
Phil Collins alla batteria che sembrano un duello per la qualità estrema. Non
amava i fronzoli ma i tempi dispari sì. Era immediato anche nelle cose
complesse. Indimenticabile l’album solo “Battle Lines”, ma tutta la sua
produzione con UK (due) e Crimson (tre album imperdibili) è pazzesca.
Il musicista inglese era di buon carattere,
salvo quando gli eccessi della vita rock gli spostavano l’ago della bussola.
Aveva condiviso sulla rete il suo male e pareva esserne uscito. Invece no.
È scritto che col passare del tempo
tutti se ne devono andare. C’è chi però lascia una traccia più profonda.
Wetton, come Squire e Lake, è una voce e un musicista che molti non
dimenticheranno mai.
Un altro mito della nostra vita ci
lascia....
Grande musicista, persona discreta,
un gentleman inglese.
Francesco Di Giacomo lo chiamava "affettuosamente"
John Wayne...
ROVESCIO DELLA
MEDAGLIA - CIAO 2001 - GENNAIO 1974
La rivista Ciao 2001 nel febbraio
1974 pubblica un articolo sulla serata organizzata al Piper di Roma,
il mese prima, per aiutare Il Rovescio della Medaglia.
Il 31 gennaio 1974 si teneva
presso il Piper Club di Roma un concerto per il Rovescio della Medaglia, che
aveva da poco subito il furto del TIR, con tutta la strumentazione.
Successe a Roma, in via Trionfale: il
furto gettò nello sconforto la band che con tanti sacrifici aveva acquistato
una strumentazione di alto livello.
A questa serata di
"beneficenza" parteciparono, oltre al RDM, il Banco del Mutuo
Soccorso, Franz di Cioccio della Premiata Forneria Marconi, Albero Motore,
Perigeo, Venditti-Cocciante-De Gregori, Claudio Rocchi, Mauro Pelosi.
Nonostante questa mobilitazione
massiccia Pino Ballerini, il vocalist, decise di lasciare la band, che poco
dopo si scioglierà.
Compie gli anni oggi, 30 gennaioPhil Collins, batterista, cantante,
produttore, attore… insomma, un “piccolo” genio.
Happy Birthday Phil!
Wazza
Tanti auguri Phil Collins! Il
musicista è nato il 30 gennaio del 1951.
Ha emozionato gli amanti della musica
di tutto il mondo, Phil Collins, sia con i Genesis che durante il suo periodo
da artista solista.
Dal 1970 a oggi l’artista ha
collezionato grandi successi (con Paul McCartney e Michael Jackson è uno dei
tre musicisti ad aver venduto oltre cento milioni di copie, sia come membro di
un gruppo che come solista), live indimenticabili e l’affetto riconoscente del
pubblico.
I Genesis
Il compositore e musicista britannico
è nato a Chiswick, un distretto di West London. Fin da piccolo innamorato della
batteria (ne riceve una a Natale quando ha appena cinque anni) grazie a un
annuncio letto sulla rivista musicale Melody Maker si presenta a un’audizione e
ottiene il posto di batterista per i Genesis. È il 1970, e da allora Collins è
“il batterista” della celeberrima band, con cui incide album passati alla
storia come “Nursery Crime”, “Selling England By The Pound”, “The Lamb Lies
Down On Broadway”. Dal 1976, con l’abbandono di Peter Gabriel, Phil diventa
anche il cantante del gruppo, che registra altri dischi di successo come
“Abacab” e “Invisible Touch”.
La carriera da solista
Nel 1996 Collins si dà alla carriera
da solista, collabora tra gli altri con Quincy Jones, Tina Turner, Robert
Plant, Pete Townshend, Eric Clapton, e dà vita alla sua jazz band, i Brand X.
Tra i suoi album da solista, ricordiamo “Face Value”, “Hello, I Must Be Going”,
“No Jacket Required”.
Collins appare anche in un episodio
della serie tv “Miami Vice” e recita in film come “Buster” (è il protagonista della
pellicola ispirata alla grande rapina al treno Londra-Glasgow del 1963) e
“Hook” di Steven Spielberg (è l’Ispettore Good).
Steve
Hackett, Peter Gabriel, Tony Banks & Phil Collins. London, 1971
Nel corso della sua lunga carriera,
vince sette Grammy Award, sei Brit Award e due Golden Globe. Vince anche
l’Oscar per le canzoni composte per il film della Disney “Tarzan” (1999).
Meno noto invece il riconoscimento
ottenuto dalla McMurray University di Abilene, che gli ha conferito il titolo
onorifico di Dottore in Storia. Collins è infatti un grande esperto di storia
della Rivoluzione Texana e possedeva una ricca collezioni di cimeli risalenti
al periodo che ha donato al museo The Alamo di San Antonio, in Texas.
30 gennaio, data ricorrente
nella storia dei Beatles.
30 gennaio 1969, dopo
tre anni di fermo, i Beatles, tengono il loro ultimo concerto "in
pubblico".
La location scelta
all'ultimo momento è il tetto degli uffici della Apple, che si trovavano in
Savile Row 3, una stradina del centro di Londra.
Il tutto dura una
quarantina di minuti, in una giornata fredda ed umida: John Lennon per
l'occasione indossa la pelliccia di sua moglie Yoko!
Suonano cinque pezzi,
alcuni più di una volta, come si fa per registrare un album. La performance
attira molta gente, formando caos e traffico nella strada, e la cosa,
ovviamente, non passa inosservata alla polizia, che fa spegnere gli
amplificatori.
La moda di suonare sui
tetti, che fino allora era stata concessa solo agli "spazzacamini" di
Mary Poppins, diventò una moda, imitata e ripresa da vari gruppi nel corso
degli anni.
30 gennaio 1971 - George Harrison si toglie molte soddisfazioni, e
qualche sassolino dalla scarpa, quando vede il suo triplo album, "All
things must past", uscito qualche mese prima, arrivare primo nella
hit americana dei dischi più venduti: ci rimarrà per molte settimane, tenendo a
distanza gli "inseguitori" Santana con "Abraxas", la colonna sonora di "Jesus Christ Superstar" e "Pendulum" dei Creedence Clearwater Revival.
30 gennaio
1972:nell'Irlanda del Nord 14 civili inermi vengono trucidati
dalle truppe britanniche durante una pacifica manifestazione per i diritti
civili, ricordata come "Bloody Sunday".
Paul Mc Cartney, appena sentita la notizia, molto arrabbiato
per l'accaduto, di getto scrive "Give Ireland Back To The Irish",
in risposta ai drammatici eventi. Registrata due giorni dopo, con i Wings, fu
una delle "rare" canzoni di protesta di Paul.
Naturalmente fu censurata dalla BBC e ne venne impedita la
diffusione nel Regno Unito, ma servì a far capire a molta gente cosa gli inglesi
stavano facendo in Irlanda.
È lecito parlare di artisti che si conosco attraverso il
loro lavoro e per mezzo dell’immagine che si è concretizzata, più o meno
realistica, ma è ancor meglio quando chi conosce bene le cose, da vicino
intendo, le mette a disposizione della comunità, ammesso che il racconto non
rappresenti una eccessiva intrusione nel privato.
Antonio Cocco, ex discografico, ha
conosciuto bene, benissimo il Maurizio Arcieri, e disegna così qualche immagine.
Se dico: “La sregolatezza, la trasgressione, la
cultura, Il genio, il coraggio.”
Poi pragmatismo, una
buona dose di cinismo compensato da una grande generosità! Aggiungo che con
questi elementi ha attraversato la sua vita!
Verrebbe da dire: ” E
POI?” Ecco… e poi ci vorrebbe un libro!
Di chi sto parlando? Di Maurizio Arcieri!
Confesso che fra i
tanti personaggi che ho avuto la fortuna di conoscere, non solo in campo
musicale, lui aveva, secondo me, una dote unica che appartiene a pochi, quella
di riuscire a intrattenere una o più persone parlando di tutto senza annoiarlo
e senza cadere nello scontato o nel banale!
Musicalmente difficile
fare una sintesi ma ci provo.
New Dada, (rock) poi
semplicemente Maurizio (melodico romantico): 5 minuti, I giochi delcuore, poi un LP, Trasparenze, album innovativo sia ne brani che nelle sonorità.
Poi un pomeriggio e
sera, in sala di incisione con Pinuccio Pirazzoli e Lorenzo Raggi, tirano fuori
un album che direi nostalgico e che conservo con cura, e infine il salto nel
punk e nell’elettronica. Prime tastiere elettroniche Roland Micro composer, esperimenti
geniali come quello di affidare ad una pallina da tennis varie note durante il
gioco, sincronizzarle e sentire che musica veniva fuori.
Se pensate ai tanti
cantanti che, ottenuto il successo con un brano, tendono a ripetersi e a non
innovare, capirete il coraggio di Maurizio. L’unico artista che ha avuto il
coraggio di cambiare, rimettersi in gioco e investire sul suo futuro.
Trasferimento a Londra incontro con Vangelis, e poi Hans Zimmer che lo ha
raggiunto per il tour Italiano. Testi assolutamente fuori dal comune scritti
con un mio amico inglese, Peter Sibley. Mi ricordo di una canzone dedicata a
Peggy Guggenheim, decisamente dissacrante.
Solo musica? Ma no! E’
stato il primo a capire e sfruttare la tv satellitare inventando una
trasmissione televisiva che mostrava cosa succedeva nel mondo.
Il 28 gennaio 2016 muoiono a 74 anni (in
luoghi diversi) due membri fondatori dei Jefferson
Airplane...
Wazza
Signe Toly Anerson (sx), Jorma Kaukonen (center)
& Paul Kantner (dx) at the Monterey Jazz Festival, 1966
Due membri
fondatori dei Jefferson Airplane, la cantante Signe Toly
Anderson
e il chitarrista Paul Kantner, morirono lo stesso giorno,
entrambi a 74 anni, il 28 gennaio del 2016, in una stranissima coincidenza.
La Anderson lasciò il gruppo nel 1966 dopo aver registrato il
primo album dei J.A., e fu sostituita da Grace Slick.
1955–
Un’apparizione che farà storia, perché, nella classifica dei titoli più venduti
del Regno Unito, fa capolino un evergreen del nascente rock’n’roll: Rock
Around the Clock di Bille Haley and the Comets.
È il 1° gennaio
e l’anno inizia con un orologio che scandisce un ritmo totalmente nuovo in UK:
tutta colpa di uno scombinato pennellone un po’ sovrappeso, con un
irresistibile tirabaci in fronte, che sbanca, nonostante negli States la hit girasse
tra radio e balere da oltre un anno e mezzo.
1965
– Il 15 gennaio esce il singolo degli Who, I Can’t Explain;
in realtà, ad essere precisi, si tratta della prima uscita britannica, perché l’esordio
per la Decca avvenne alla fine del 1964 su suolo americano. Un inizio
importante perché è la prima volta che Townshend e i suoi escono con la sigla
The Who.
E la canzone è un bel pugno sullo stomaco: al di là dell’approccio
hard’n’garage con un sonoro riff tonante alla Kinks, I Can’t Explain
colpisce per un testo anticonformista, teso ad illustrare il senso di
incomunicabilità delle nuove generazioni di fronte alle assurdità di una vita
quotidiana vessata da regole ipocrite e comportamenti studiati. Inizialmente
sembra solo una canzonetta d’amore, ma, tolta la scorza, i cuoricini beat sono
solo un pretesto…
“Ho
detto che non so spiegare
Mi
stai facendo uscire fuori di testa
Be’,
sono un tipo inquieto
Ho
detto che non so spiegare”
È
il prologo naturale di My Generation…
1975
– Il ritorno di Bob Dylan con Blood on the Tracks, album
in studio pubblicato il 20 gennaio, dopo quasi due anni di silenzio
discografico (se si eccettua il live Before the Flood del 1974, il
menestrello – ormai – elettrico, mancava tra i vinili da quel Planet Waves
del 1973). Un LP sofferto sotto molteplici punti di vista: c’è chi sostiene che
i contenuti siano figli della recente separazione dalla prima moglie Sara
Lownds, benché Dylan abbia da sempre smentito tale frangente, sottolineando,
invece, un’ispirazione dai Racconti di Cechov.
Al di là ciò, pur
restando Blood on the Tracks uno dei migliori prodotti del cantautore
statunitense nel decennio, la realizzazione dell’opera visse non poche
traversie dovute ad un perfezionismo e da un’insicurezza dell’autore quasi
maniacali. Mai contento degli arrangiamenti, Dylan arrivò a registrare alcune
canzoni più volte, servendosi di quasi una ventina di musicisti di sala, nonché
di almeno 3 tecnici del suono.
1985
– Siamo nell’anno del LIVE AID. Aiutare l’Africa e il Sud del mondo
concretamente è diventato un dovere. Ci avevano già pensato un mese prima, sotto
Natale, Bob Geldof, Midge Ure a altri artisti britannici con Do They Know
It’s Christmas. Il 21 gennaio agli Hollywood's A&M Studios di Hollywood,
su iniziativa di Harry Bellafonte, nasce il supergruppo USA FOR AFRICA: ci sono
Lionel Ritchie, Ray Charles, Bob Dylan, Michael Jackson, Bruce Springsteen,
Diana Ross, Stevie Wonder, Smokey Robinson, Billy Joel e molti altri ancora.
Che stanno combinando? Semplice: entrano in studio per registrare We Are
the World che verrà pubblicata il 7 marzo. La direzione degli
arrangiamenti sarà affidata a Quincy Jones; tra i turnisti in sala Jeff Porcaro
e David Paich dei Toto e il vecchio Ian Underwood delle Mothers of Invention di
Frank Zappa. Naturalmente venne chiamato anche Bob Geldof. Il disco vendette 8
milioni di copie solo negli USA, raggranellando oltre 11 milioni di dollari
donati in beneficenza (a cui si arriva a 63 milioni del fundraising generale – fonte).
1995
– 30 gennaio. E fu così che i Porcupine Tree diventano qualcosa di più
rispetto ad un’invenzione del talentuosissimo Steven Wilson. È un gruppo,
quello in The Sky Moves Sideways, in cui le varie personalità
della line-up offrono contributi precisi (soprattutto nella collettiva Moonloop).
Punto di riferimento di Wilson e compagni, restano i Pink Floyd ma il veicolo
neo-psichedelico dei Porcupine Tree riesce ad andare oltre, in un’elaborazione
sempre più complessa e personale del sound che caratterizzerà gli album a
venire. Si dice che sia il corrispettivo anni Novanta di Wish You Were Here
dei Pink Floyd, sia per impianto concept, sia per afflato lirico. D’altra parte,
iniziare il disco con una title track di oltre 18 minuti non è da tutti. Oddio:
lo è nel progressive rock che, proprio da qualche anno, sta cominciando a
rialzare la testa.
Ciao 2001 del 28 gennaio 1973 dedica
copertina ed articolo al batterista Jon Hiseman che, dopo aver lasciato i
Colosseum, annuncia l'imminente tour in Italia dei Tempest
Compie
gli anni oggi, 28 gennaio, Robert Wyatt, cantante, compositore,
tastierista, ma soprattutto batterista dei Soft Machine prima e Matching Mole
dopo.
Dal 1973 è
paralizzato agli arti inferiori, ma questo "handicap" non gli ha
vietato di diventare un grande sperimentatore e ricercatore della musica, sia
con i suoi numerosi lavori da solista, sia con collaborazioni con altri
artisti.
Da sempre
impegnato politicamente per i diritti umani.