Report a cura di Susanna Scura
Photo Gallery
a cura di Headbanging Production
Articolo già apparso sul portale Rome
by Wild:
Serata ad alta gradazione alcolica al Traffic Live
Club per il release party di “Pizza Commando” split
album nuovo di zecca made by Carcharodon and Southern
Drinkstruction. A condividere il palco con queste due spassosissime
band, ci sono i ‘compagni di giuochi’ e colleghi: Sumera e Night
Gaunt.
Il realease party più festoso della capitale è
inaugurato “Shitsurfing” dei Sumera, brano dai
tratti harcore-grind molto veloci con riprese più lente che rasentano il death
metal. Seguono“Panda (Anthem for Human Extinction)” e “Golgotha
Channel”, l’uno più lento, l’altro riprende invece le ritmiche d’apertura.
Il suono è ottimo. Con “Twin Parkings” e “Mummy
Unbandager” iniziano a moltiplicarsi le presenze nella sala,
precedentemente semivuota.
L’apice di questa performance arriva quando i Sumera si
avvalgono del travestimento di Ordnal (chitarrista dei Southern
Drinkstruction), per interpretare il sesto pezzo “Ratzinger Jugend vs
Wojitila Zombie”: Ordnal (Giuseppe Landro) fa irruzione sul palco
indossando un costume da Papa piuttosto blasfemo, decorato da pentacoli e
l’immancabile ‘number of the beast’ con tanto di occhiali da sole e fiaschetta
alla mano, mentre accenna un headbanging sgangherato e intrattiene il pubblico
molto divertito.
Suoni diretti e precisi, scanditi da molte stoppate, voce non troppo gutturale, ma comunque di carattere quella di Marco del Bufalo, accompagnato dal basso di Christian Calzona e la chitarra di Cristiano Del Bufalo, dirige la band Demian Campora alla batteria.
Il settimo pezzo “Funeral Medley” è un inedito caratterizzato da un bridge molto lento e si presta come base per i ringraziamenti della band che con nonchalance slitta direttamente al pezzo di chiusura “Gored by Buffalo”.
Suoni diretti e precisi, scanditi da molte stoppate, voce non troppo gutturale, ma comunque di carattere quella di Marco del Bufalo, accompagnato dal basso di Christian Calzona e la chitarra di Cristiano Del Bufalo, dirige la band Demian Campora alla batteria.
Il settimo pezzo “Funeral Medley” è un inedito caratterizzato da un bridge molto lento e si presta come base per i ringraziamenti della band che con nonchalance slitta direttamente al pezzo di chiusura “Gored by Buffalo”.
Il tempo di prendere una boccata d’aria ed i Night
Gaunt , tra fumi artificiali e lumi di candela, danno vita al loro
show con “Persecution”. La partenza è lenta, poi la velocità
aumenta leggermente, pur mantenendo la ritmica doom che caratterizza il genere
della band romana.
Al basso abbiamo Araas, prima ed ultima presenza
femminile sul palco del Traffic quest’oggi, che rinforza le sonorità
grevi delle chitarre di Zenn e del frontman Gc, creando una perfetta fluidità
con le percussioni ben calibrate da Kelèvra. La voce di Gc è pulita, ma
indossa perfettamente ogni nota favorendo l’attenzione dei presenti, nonostante
i giovanissimi Night Gaunt siano alquanto off-topic, per
questioni stilistiche, rispetto al tema dell’evento in questione.
Sussurrando al microfono, Gc introduce il secondo
pezzo “The Patient” sempre tratto dal loro primo ed unico
full-lenght omonimo. In questo brano la voce si fa un po’ più alta e penetra
tra la folla sempre più atterrita dalla bravura di questo gruppo nato nel 2013
ed appena affacciatosi al mercato discografico underground.
L’evolversi di “The Patient” viene
malauguratamente interrotto da un corto circuito che paralizza la scena per
qualche minuto, costringendo la band ad avviarsi su“Breathless”, terzo
brano in scaletta.
Con “Acquiescent Grave” conquistano
completamente gli spettatori, brano molto lungo e vario, costituito
dall’alternarsi di calma e frenesia, senza però creare digressioni.
Concludono con un inedito, “Penance” durante il quale si lasciano andare ai ringraziamenti di rito ed eseguono in ultimum“The Church”, in cui ripropongono approssimativamente la struttura dei precedenti pezzi, ma con un cantato che richiama il doom metal di vecchio stampo.
Concludono con un inedito, “Penance” durante il quale si lasciano andare ai ringraziamenti di rito ed eseguono in ultimum“The Church”, in cui ripropongono approssimativamente la struttura dei precedenti pezzi, ma con un cantato che richiama il doom metal di vecchio stampo.
L’atmosfera si fa sempre più calda in attesa della
band ligure co-protagonista della serata insieme ai Southern Drinkstruction,
ed i Carcharodon fanno la loro uscita capitanati da Pixo
ed i suoi occhiali da sole alla Blues Brothers.
Aprono con le prime tre tracce di “Roachstomper”
loro ultimo full-lenght del 2013: “Stoeface Legacy” molto
rock’n’roll e lenta nella parte inziale e finale; “Pig Squeal Nation”,
propriamente death metal e “Adolf Yeti” altrettanto aggressiva
e dalle affannose strofe, arricchite da molteplici variazioni ritmiche
possibili grazie all’abilità del batterista Zack Condor.
Estrapolano un pezzo dal demo del 2006 “Pit
of Mammoths” col supporto vocale di uno dei due chitarristi, Boggio,
mentre l’altro, Max Mantovani, rimane concentrato sulla sua sei corde.
Segue “Chromeland”, del 2005, e la band continua a caricare il
pubblico che sembra rispondere più che positivamente. Si vira poi verso
prodotti più recenti come “The Snail”, tratto dal più
conosciuto “Macho Metal” del 2008, disco
promosso in passato suonando in vari locali della capitale.
Arriva “Squirtqueen” che non lascia
molto spazio all’immaginazione, è il cavallo di battaglia del quartetto di
Alassio e qui si avverte la matrice death metal, ma anche rock’n’roll in
comunione con quella dei loro compari Southern
Drinkstruction. Non è certo un caso che queste due band si siano trovate in
passato a calcare gli stessi palcoscenici per poi riunirsi in studio, anche
legati da una simpatia che va aldilà della passione musicale. Il risultato di
quest’unione è ovviamente “Pizza Commando”, split album di
cui si celebra l’uscita proprio qui al Traffic, con la leggerezza e l’allegria
che si ha in una festa tra amici, ma anche con la professionalità di
musicisti con un certo background, sebbene si tratti di artisti ancora giovani.
Ecco che si susseguono due pezzi tratti appunto da “Pizza Commando” : “The Hornet & The Hunter” e “ From North to South”.
Ecco che si susseguono due pezzi tratti appunto da “Pizza Commando” : “The Hornet & The Hunter” e “ From North to South”.
I Carcharodon riprendono ad eseguire
il loro repertorio con “Voodoo Autopsy” giungendo poi alle presentazioni
ufficiali di ognuno ed infine ci danno un movimentato ‘Arrivederci’ con
la long track di “Roachstoper” ,“The Sky Has
No Limits”.
Siamo arrivati al culmine della serata, i Southern
Drinkstruction sono pronti a regalarci un’animata performance come
solo loro sanno fare dalle nostre parti e l’incipit ne è la dimostrazione: il
pogo si fa sempre più distruttivo già dopo pochi secondi di “Vultur Mountain”,
ripescato dall’ormai introvabile ed omonimo EP del 2007, omaggio alle origini
lucane del cantante dal growl più potente del West: Basthard.
Segue “Dirty Sanchez”, pezzo di punta dell’ultimo full-lenght “Drunk ‘Till Death”e anche dei live degli ultimi anni, consiglio ai più curiosi di fare accurate ricerche sul web in merito alla grottesca pratica cui allude questo titolo.
Segue “Dirty Sanchez”, pezzo di punta dell’ultimo full-lenght “Drunk ‘Till Death”e anche dei live degli ultimi anni, consiglio ai più curiosi di fare accurate ricerche sul web in merito alla grottesca pratica cui allude questo titolo.
Si fa un piccolo passo indietro con “Love
Story”, serenata death’n’roll sempre in stile Southern
Drinkstruction ed un altro paio ancor più indietro, per arrivare al
2007 con “The Cursed Track” riproposta appositamente nello
split coi Carcharodon al fine di coinvolgere le new entries del loro fan club
anche con le hit di inizio carriera.
“The South Face” ha un principio di basso, suonato da Zorro, entrato nella line up dopo il primo album del 2009, a cui si lega la chitarra del padre fondatore Ordnal. Durante lo svolgimento di quest’inedito un tecnico predispone i cavi per la cover dei Carcharodon “Cadillac Mammoths” in cui duetteranno entrambi i frontmen delle band.
Si ritorna all’assetto iniziale per fare altri due tuffi nel primo EP dei Southern Drinkstruction con “My Only Words” e “Suck,Duck,Truck,Fuck” ritornando poi al contemporaneo “Nasty Jackass” e la sempre richiestissima “Motor 666”. Mettendo a confronto i primi lavori con i più recenti possiamo appurare la crescita di questa band, che pur rimanendo fedele al suo stile lo ha smussato con suoni più lineari e dalle sezioni ritmiche più complesse, con repentini cambi di velocità nella batteria, di cui Eddie Vagenius sembra avere assoluta padronanza.
“The South Face” ha un principio di basso, suonato da Zorro, entrato nella line up dopo il primo album del 2009, a cui si lega la chitarra del padre fondatore Ordnal. Durante lo svolgimento di quest’inedito un tecnico predispone i cavi per la cover dei Carcharodon “Cadillac Mammoths” in cui duetteranno entrambi i frontmen delle band.
Si ritorna all’assetto iniziale per fare altri due tuffi nel primo EP dei Southern Drinkstruction con “My Only Words” e “Suck,Duck,Truck,Fuck” ritornando poi al contemporaneo “Nasty Jackass” e la sempre richiestissima “Motor 666”. Mettendo a confronto i primi lavori con i più recenti possiamo appurare la crescita di questa band, che pur rimanendo fedele al suo stile lo ha smussato con suoni più lineari e dalle sezioni ritmiche più complesse, con repentini cambi di velocità nella batteria, di cui Eddie Vagenius sembra avere assoluta padronanza.
Un’altra versione, stavolta originale, di “From
North to South” seguita da “Drink Whiskey Make Justice!” sono
la coda della setlist. Ma la notte è ancora lunga e la cover dei Kiss “I
Stole Your Love” che apparentemente chiude lo show della
band è in realtà uno specchietto per le allodole.
Vediamo uno stuolo di tecnici sul palco smuovere fili
e strumenti, alcuni tra il pubblico distribuiscono fogli con il testo di una
canzone che è già virale da circa un mese: “Zuppa Romana”,cover di
un personaggio semisconosciuto, ma totalmente trash-demenziale, Schrott
Nach 8.
Oltre al duetto di Basthard e Pixo, la novità è vedere
come Ordnal traffichi con scacciapensieri, trombette e fischietti di dubbia
provenienza, al posto di maneggiare la sua preziosissima chitarra. Tutti sono
rapiti dal clima festaiolo e cantano a squarcia gola dalla prima all’ultima
fila, saltando e ballando come fosse una sagra di paese. Insomma, la lunga
serata si è conclusa lasciando spettatori, ma anche musicisti completamente
stremati e col sorriso sulle labbra.
Si ringraziano il Traffic Live Club per aver ospitato quest’evento e tutte
le bands che vi hanno partecipato.
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