Di Stefano
Caviglia
Premessa
Qualche
anno fa, circa dieci, leggendo una rivista musicale lessi una dichiarazione di un tale critico, il
quale sosteneva che il rock, così come l’avevamo conosciuto, ascoltato,
esaltato fino a quel momento, aveva esaurito la sua “spinta propulsiva”, il suo
essere energico, esplosivo, rivoluzionario, la sua capacità di essere compreso
o di fare breccia nell’anima di chi lo ascoltava senza alcuna mediazione
razionale.
Insomma,
il rock che avevamo conosciuto, era alla frutta ed il cameriere stava
presentando il conto. Forse quel signore non si era accorto che insieme a molti
gruppi storici, che non cito per paura di scordarne qualcuno, erano e sono in
piena attività e la loro musica ha influenzato, regalato spunti e ispirazione a
tante rock band del presente e, si spera del futuro.
Fine
della premessa
Ora
mi metto al computer e provo a capire chi sono i Four Tramps.
Beh,
mi viene da sorridere ripensando a quel signore… perché? Semplice, i Four
Tramps sono un esempio vero, sfacciatamente vero, di una Rock’n’roll band, genuina e generosa come la loro terra.
Da
cosa lo si capisce? Intanto dal suono, che prende spunti e prende a prestito vari aspetti di quella galassia che sono le rock
band classiche di varie generazioni che hanno, a partire dagli anni 60 /70 fino
ad oggi, saputo fondere il rock più puro e autentico alle armonie più
nostalgiche e malinconiche del blues; si capisce dalle liriche e dalla
bellissima voce di Simone Montruccoli, detto Montru,
che sa modulare il timbro dello strumento più
naturale che è la voce, dare più o meno intensità a seconda di ciò che
sta interpretando.
Il
primo brano, 22 crickett, ha inizio
con un riff di chitarra ben riuscito e
tutta la parte musicale si sviluppa intorno ad un’atmosfera che ha molto di
blues.
Ma
il vero pugno nello stomaco è la storia descritta con parole durissime, che
raccontano di una tragica vicenda di un bambino di nove anni, che uccide la
propria sorella con il suo primo fucile regalatogli dal padre. Una vicenda
terribile dalla quale scaturisce rabbia, disgusto, indignazione, condita a una
beffarda e amara immagine dal colore rosa, tipico dell’innocente infanzia di
una bimba, picture che stride in maniera insopportabile con quella del fucile,
regalato dal padre, strumento di morte, e ironia della sorte di colore rosa.
Il
rosa è diventato rosso sangue e la cultura
americana - figlia di una storia molto giovane infarcita e condita di
pistole, di sanguinose stragi di nativi americani, di duelli, di impiccagioni
sommarie, per non parlare della segregazione razziale - ha fatto una giovane vittima.
Moonshiner
in love ha
tutte le caratteristiche di una canzone rock “tradizionale” che ha come intro un
accenno di batteria del sapiente Osiris Joe e la chitarra con un leggero effetto
vibrato di Davide Guzzo, molto bravo. Il brano ha un testo semplice, diretto,
come molte canzoni rock: da una parte abbiamo il mooshiner ( personaggio
pescato dagli anni trenta, epoca del proibizionismo) e dall’altra una ragazza,
sicuramente molto attraente; le immagini
sono molto forti, si parla di coltelli, di morte, di bottiglie di whisky o
forse leggendo tra le pieghe, di qualcosa d’altro.
Anche
qui c’è un accostamento stridente tra la bellezza e la sensualità di questa
ragazza e ciò che il moonshiner è in grado di offrirle. Trasgressione pura, la
stessa che emerge nella title track Tramps and Thieves, che descrive in modo molto
preciso la vita del vagabondo, trasgressore per antonomasia.
Ci
sono due immagini che hanno colpito la mia memoria, una è quella dei “topi”,
che sono molto presenti in una vecchia canzone di Edoardo Bennato, La città trema, ed il secondo è Belgravia Road, dove la leggenda vuole che
Pete Townshend abbia scritto una delle più importanti canzoni rock, “ My
Generation”, forse, a mio avviso la più importante ed emblematica.
Tremblin
Land Blues è
una parentesi toccante, inizia con una bellissima slide guitar che accompagna un’ armonica,
tipica del sud degli States, quindi con echi molto americani; racconta di una
tragedia, questa volta naturale, che ha colpito una terra ricca e generosa come
quella di origine dei quattro Tramps, l’Emilia.
Il
brano ci regala un crescendo che non può non colpire; anche in questo caso i
Four Tramps giocano con due immagini totalmente in contrasto, ma questo
stridere ha finalmente un lieto fine.
Si
passa dalla tragedia, dalla morte, dalla perdita di tutto, con il contrappunto
di un viso dolce e speranzoso di una
vecchia signora, la vera protagonista di questa storia che dice: “…ce la faremo anche questa volta, non c’è nessun Mr. Jameson - protagonista
del prossimo brano - a consolarci, non ne
abbiamo bisogno”.
Mr.
Jameson,
riff veloci di chitarra, ritmo trascinante, e una grande, davvero grande
armonica, senza dimenticare la splendida voce di Simone, grande canzone.
Però…
c’è un però un rosa con la sua spina.
Mr.
Jameson, il protagonista, la sa lunga e sa come fotterti, ti regala qualche
momento di oblio, che quando ti abbandona e ti abbandona sempre, ti costringe
a voltarti indietro e ripensare a
quell’anziana signora, alla sua forza e alla sua speranza, lunga ben più di 12
anni di invecchiamento.
E’
il contrasto tra questi due brani che mi colpisce, forse esagero, ma è un po’
una metafora della vita che ti mette di fronte ad un bivio, il dover scegliere,
prima ipotesi: Mr Jameson e qualche ora
di stordimento e illusorio benessere; seconda ipotesi: la speranza vera
dell’anziana signora, il coraggio di lottare con le proprie forze.
Morning
spread blues ha
una struttura musicale abbastanza semplice, come i vari brani che si
susseguono, molto pieni e accattivanti .
Questo
in particolare è sostenuto da un ritmo che definirei “terzinato” tipicamente
rock’n’roll -ma non era morto? - dove spicca come spesso avviene un’ ottima slide
guitar.
Anche
in questa canzone, secondo me, prevale un’ atmosfera più americana che british.
Il
protagonista è ancora Mr. Jameson, che dopo avere fatto il suo dovere la sera prima, il giorno dopo ti presenta il
conto e ti dice beffardamente che tutto ciò che di brutto c’era prima, non è
cambiato, anzi ti obbliga a rituffarti
nel turbinio del quotidiano, sentendoti ancora peggio. Ma la cosa triste
è data dal fatto che tutto ciò che non ami e disprezzi della società sembra immutabile.
In
Buster Blues compare un chitarra
acustica che ci accompagna in una ballata dalle armonie blues che abbiamo
imparato a conoscere.
Il
testo rappresenta una sorta di fotografia di una situazione che già si è
ripetuta altre volte, c’è fumo, c’è whiskey,
c’è musica, ma forse un sottofondo di solitudine.
Tutti
i brani sono sempre sostenuti da un’ottima sezione ritmica, attenta e precisa
come accade ad ogni band che si rispetti; Elia
"Ezzi" Bragli al basso ed Osiris Joe svolgono sempre un grande lavoro,
ben oltre il “minimo sindacale” di altri gruppi.
A
dispetto della dolcezza della melodia, in Revolution
Tonight si leggono a chiare lettere la frustrazione, la disperazione di chi
sta vivendo una fase terribile della propria vita, la mancanza di lavoro e
quindi un attacco alla propria dignità di persona.
Punta
il dito verso l’arroganza di chi sta “in alto”.
Ma
attenzione, spesso un’azione può dare luogo ad una reazione uguale e contraria:
reazione uguale ribellione, e senza troppi giochi di parole tutto può avvenire
di notte quando chi sta “in alto” si gode la sua ricchezza, nel sonno in una lussuosa camera.
Il
lavoro dei Four Tramps si conclude con due bonus e dei due cito volentieri Summertime Blues, di Eddie Cochran, ripreso da molte band.
La
versione alla quale sono maggiormente legato è quella di un travolgente,
rumoroso, meraviglioso gruppo inglese chiamato “ THE WHO “.
Bene
hanno fatto i nostri quattro amici ad inserirla, la carica e la forza della
loro interpretazione è sicuramente da evidenziare.
Four
Tramps, carica emotiva, talento, forza, nostalgia, a volte disperazione.
Insomma
una viva, vera e originale Rock’n’roll - blues Band.
Formazione
Simone
"Montru" Montruccoli: voce,
chitarra e armonica
Davide
"Guzzo" Guzzon: chitarra, slide e cori
Elia
"Ezzi" Braglia: basso
e cori
Osiris Joe: batteria
Trackist:
1. 22 Crickett (My First Rifle)
2.Moonshiner In Love
3.Tramps & Thieves
4.The Girl Of Abnormal Dreams
5. Last Day Of Freedom
6.Tremblin’ Land Blues
7. Mr Jameson (Irish Drunken Blues)
8. Morning Spread Blues
9. Buster Blues
10. Revolution Tonight
11. Me & The Devil #2
12. Summertime Blues (solo nella
versione CD)
Biografia:
Il progetto Four Tramps nasce nel 2011,
avendo nel proprio bagaglio diverse anime che attingono dal classic rock
americano, dall’esplosivo rock inglese anni ’60 e’70, e dall’onda d’urto “self
made” sfacciata del punk. È con la solida anima blues malinconica e sognante e
al contempo irriverente che ci poniamo interrogativi sul mondo e l’attualità.
Dopo una registrazione demo degli esordi diffusa gratuitamente alle persone
presenti ai numerosi concerti sparsi in Emilia e non solo, nel Febbraio 2014
nasce il primo vero album “Tramps & Thieves” registrato al Vox Recording
studio di Reggio Emilia e interamente autoprodotto dai Four Tramps in uscita in
tutti gli store digitali a fine Gennaio 2015, che sarà pubblicato da New Model
Label.
Four
Tramps in concerto:
7 Marzo 2015 –
Telling Stories – Bologna
15 Marzo 2015 –
Lord Nelson – Reggio Emilia (RE)
26 Marzo 2015 –
Barricada Cafè – Casalgrande (RE)
23 Maggio 2015 -
Tonic – Parma (PR)
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