MARIO MARIANI
THE ROSSINI VARIATIONS
Intemporanea Records / Artist First
9 tracce - 65.55 minuti
La
prima music-star della storia. L'inventore del rap. Il primo a comporre una
musica su una sola nota. Ma
soprattutto, un Gioachino
Rossini mai sentito, attraverso l'audace e sorprendente
operazione di Mario Mariani: The Rossini
Variations. Una rivisitazione, anzi una riscrittura
dei più famosi brani di Rossini, interpretati dal pianoforte
creativo di Mariani, in uscita il 5 settembre. Dal celeberrimo
compositore pesarese al suo poliedrico concittadino, che da sempre opera
secondo il motto "un
altro pianoforte è possibile". Dichiara Mariani: «Auspico
da sempre un altro piano, nel senso di un altro modo di intendere il mio
strumento. Il lavoro su Rossini mi ha suggerito, dovendo in qualche maniera
ricostruire una musica nata per essere eseguita da un'orchestra, l'utilizzo di
tecniche estese dal grande impatto sia sonoro che performativo,
visto che la necessità sonora produce anche un gesto che diviene dunque
“teatrale”. Ad esempio nell'incipit della Gazza
Ladra suono il rullante con il mio amato
frullino (un cappuccino shaker Ikea!), oppure uso le biglie per
fare il bending sulle corde, imitando il suono del gatto nel celebre “Duetto
Buffo” che qui, vista la sua connotazione “western”, diviene un "Duello
buffo di due gatti"» .
The Rossini Variations è il quarto
album per pianoforte solo di Mario Mariani,
una figura unica nel suo genere. Sciamano e
showman, performer imprevedibile e interprete creativo che
da sempre affronta il pianoforte come strumento di conoscenza e dialogo con
il pubblico, il compositore e pianista pesarese si è distinto
nel panorama internazionale per il suo stile che privilegia
la performance avvalendosi di tecniche estese al pianoforte,
molte delle quali di sua invenzione. The Rossini
Variations esce a un anno di distanza da The
Soundtrack Variations (dedicato al cinema) e rivela un
percorso accattivante, che coniuga rispetto per
la figura rossiniana e estrosa interpretazione, ironica ma mai
eccessiva. «Già da anni ogni tanto eseguivo qualche parafrasi e variazione
sulle overture di Rossini e l'evento forse scatenante è stato la riparazione
del mio amato Steinway del 1906 (su cui ho poi inciso
le Rossini
Variations) facendomi, dopo anni di sperimentazioni radicali,
tornare la voglia di suonare musica
classica. Sebbene alla “mia maniera”... La preferenza è andata
inizialmente ai brani più conosciuti, in modo da permettere al pubblico di
apprezzare le sonorità particolari e le variazioni, con l'aggiunta di qualche
chicca “musicologica” come la versione per
una sola nota di “Mi lagnerò tacendo” su testo del Metastasio e
le Variazioni
sulla Petite Messe Solennelle che mi hanno permesso
un'escursione da John Dowland alla Famiglia Addams, facendo il verso anche a
quel “minimalismo pianistico” che va tanto di moda e che io preferisco
chiamare “minimismo”,
di cui come si intuisce non sono un grande fan».
The Rossini Variations esce in
occasione del 150nnale
dalla scomparsa di Rossini (1868-2018) con rifacimenti,
variazioni e improvvisazioni dei brani più famosi tra cui le overture
della Gazza Ladra, Guglielmo
Tell e Italiana in
Algeri, il Largo al
Factotum, il "Duetto
buffo di due gatti" e la celeberrima Tarantella.
Le trascrizioni a cura di Mariani sono affiancate a variazioni
polistilistiche con momenti di natura improvvisativa, a rendere
lo scintillante spirito rossiniano che, per usare le parole di Stendhal,
“allontana dall'anima tutte le emozioni meste”. Ancora Mariani: «Quando parlo
di un Rossini
"anti pianistico", mi riferisco alla difficoltà del
trascrivere una musica originariamente scritta per orchestra, operazione resa
ancora più ardua dallo scintillante
spirito rossiniano, pieno di ribattuti che
come ogni pianista sa sono uno degli scogli più complicati della tecnica
pianistica. Rossini
stesso era “compiaciuto” della difficoltà esecutiva della propria musica specialmente
al pianoforte particolarmente nelle trascrizioni. E si racconta che
quando Liszt gli
presentò una trascrizione, peraltro ottima, credo del Guglielmo Tell, Rossini
ci rimase male... ».
Diplomato in
pianoforte presso il Conservatorio Rossini, Mario Mariani è noto per la sua
lunga carriera di compositore e
solista, presente in numerosi festival
italiani ed internazionali grazie a un approccio al
pianoforte riconoscibile ed eclettico. Nella sua figura, come dimostrano il
lavoro per il cinema,
gli album,
le residenze
artistiche e le operazioni "site specific", si
fondono il compositore, l'interprete e il performer. The Rossini
Variations è il suo quarto disco di pianoforte solo,
dopo Utopiano (2010), Elementa lea (2012)
e The
Soundtrack Variations (2017), è un lavoro altamente
rappresentativo del suo temperamento eclettico e dissacrante: «Per me fa tutto
parte di un unicum in cui le figure di compositore,
interpretazione e improvvisatore, come era in passato, fanno
capo ad un solo musicista. Oltre a queste figure, prettamente musicali, ho
sempre pensato a me come ad un performer o
meglio un “piano artist” visto che questo termine può
comprendere molto altro. Molti mi definiscono “showman” perché
mi vedono interagire con il pubblico con ironia e – credo – empatia. La mia
grande curiosità mi porta a documentarmi e a studiare tante discipline diverse
e riunirle nel mio centro che è appunto quello musicale e se dovessi definire
il mio approccio alla musica, ma anche alla vita, direi che è un misto tra
un uomo rinascimentale e un hacker».
The Rossini Variations è prodotto
da Intemporanea
Records e distribuito su tutte le piattaforme da Artist First.
Presentato in due anteprime assolute il 20 maggio a Piano City
Milano e il 7 giugno all' Istituto di
Cultura Italiana di Madrid, sarà portato in tour in
Italia e all'estero: sabato 8 settembre Pesaro (Giardini
Circolo Arci Villa Fastiggi), martedì 11 settembre Oslo (Istituto
Italiano di Cultura), giovedì 13 settembre Stoccolma (Istituto
Italiano di Cultura), mercoledì 19 settembre Milano (La
Feltrinelli Piazza Duomo), giovedì 20 settembre Firenze (La
Feltrinelli via De Cerretani), sabato 20 ottobre Tunisi (Istituto
Italiano di Cultura). Altre date in arrivo.
UNA CONVERSAZIONE CON MARIO MARIANI
Un piano differente è possibile.
Inevitabile aprire la chiacchierata con Mario Mariani partendo dallo
“slogan”, anzi dal fulcro della sua attività. Anche in The Rossini Variations c’è un “altro” pianoforte possibile?
Un altro “piano” è sempre possibile e, come auspico, necessario.
Non a caso il mio primo album di pianoforte solo si chiamava Utopiano perché cercavo, e cerco, in
questo strumento così mis-conosciuto di indagare ed esplorare le sue tante
possibilità espressive al di là del 10% conosciuto, vale a dire la tastiera. Il
lavoro su Rossini mi ha suggerito, dovendo in qualche maniera ricostruire una
musica nata per essere eseguita da un'orchestra, l'utilizzo di tecniche estese
dal grande impatto sia sonoro che potremmo dire performativo, visto che la
necessità sonora produce anche un gesto che diviene dunque “teatrale”. Per
citare due tra i tanti esempi troviamo un rullante suonato con il mio amato
frullino (un cappuccino shaker Ikea) nell'incipit della Gazza Ladra, o le biglie che fanno il “bending” sulle corde,
imitando il suono del gatto nel celebre “Duetto Buffo” che qui, vista la sua
connotazione “western”, diviene un “Duello buffo di due gatti.”
The Rossini Variations è il tuo quarto album per piano solo, il precedente fu un lavoro analogo, The Soundtrack Variations. Ancora una
volta un’ispirazione “esterna”, come Rossini o il cinema, scatena la tua
creatività…
La creatività è un concetto che mi sta molto a cuore in tutte le sue forme
e tengo spesso dei workshop multi(in)disciplinari al riguardo, rigorosamente
“score-free”, in cui la prima cosa che faccio è “togliere il leggio” ai
musicisti, barriera sia fisica che mentale. Credo che si possa essere creativi
ed essere ispirati da ogni cosa. Già da anni ogni tanto eseguivo qualche
parafrasi e variazione sulle overture di Rossini e l'evento forse scatenante è
stato la riparazione del mio amato pianoforte Steinway del 1906 (su cui ho poi
inciso le Rossini Variations)
facendomi, dopo anni di sperimentazioni radicali, tornare la voglia di suonare
musica classica. Sebbene alla “mia maniera”...
In base a quale criterio hai selezionato i brani?
La preferenza è andata inizialmente ai brani più conosciuti, in modo da permettere al pubblico di apprezzare le sonorità particolari e le variazioni, con l'aggiunta di qualche chicca “musicologica” come la versione per una sola nota di “Mi lagnerò tacendo” su testo del Metastasio e le Variazioni sulla Petite Messe Solennelle che mi hanno permesso un'escursione da John Dowland alla Famiglia Addams, facendo il verso anche a quel “minimalismo pianistico” che va tanto di moda oggi e che io preferisco chiamare “minimismo”, di cui come si intuisce non sono un grande fan.
Quanto è stato importante nella tua vicenda di artista la figura di
Gioacchino Rossini?
Beh, sono nato a Pesaro, città natale di Rossini, ho studiato al
Conservatorio Rossini, ho ascoltato e consumato tutte le Sinfonie nei vecchi
dischi in vinile su un antico grammofono quindi posso dire di averla sempre
respirata quest'aria rossiniana. Poi come ogni cosa di cui si dispone con
facilità la si tende a dare per scontata finché un giorno, come in questo caso,
prepotentemente bussa alla porta...
Hai dichiarato che la musica di Rossini era “anti pianistica”: ci spieghi
meglio?
Non tutta la musica ovviamente, visto che nella seconda parte della sua vita ha prevalentemente scritto musica da camera per voce e pianoforte oltre ad una consistente raccolta di pezzi pianistici, i cosidetti “Peccati di vecchiaia”. In particolare mi riferisco alla difficoltà del trascrivere una musica originariamente scritta per orchestra, operazione resa ancora più ardua dallo scintillante spirito rossiniano, pieno di ribattuti che come ogni pianista sa sono uno degli scogli più complicati della tecnica pianistica.
Rossini stesso era “compiaciuto” della difficoltà esecutiva della propria
musica specialmente al pianoforte particolarmente nelle trascrizioni. E si
racconta in un aneddoto che quando Liszt gli presentò una trascrizione,
peraltro ottima, credo fosse del Guglielmo
Tell, Rossini ci rimase “male”...
Attraversando i passaggi chiave dell’opera rossiniana, hai potuto cogliere anche l’evoluzione del genio pesarese. Qual è il suo lascito nella storia della musica europea?
Il suo lascito è enorme. Assieme a
Mozart, Rossini è il mio compositore preferito d'opera. Le sue innovazioni
musicali sono sorprendenti. A parte il senso drammatico, fisico e spesso
surreale nell'uso del crescendo, di cui era un vero maestro, è stato
l'anticipatore di tante invenzioni musicali poi entrate nella prassi. È stato,
a quanto ne so, il primo a comporre una musica su una sola nota e nello
strepitoso finale primo dell'Italiana in
Algeri, in cui i cantanti sciorinano un difficilissimo scilinguagnolo
onomatopeico, ha inventato il Rap. E non dimentichiamo che Rossini è stata
la prima music-star della storia.
Per comprendere The Rossini Variations, e più in generale il tuo percorso, credo si debba focalizzare il rapporto – quasi uno scambio – tra interpretazione e creatività, tra rispetto del canone e personalizzazione.
Per me fa tutto parte di un unicum in cui le figure di compositore, interpretazione e improvvisatore, come era in passato, fanno capo ad un solo musicista. Oltre a queste figure, prettamente musicali, ho sempre pensato a me come ad un performer o meglio un “piano artist” visto che questo termine può comprendere molto altro. Molti mi definiscono “showman” perché mi vedono interagire con il pubblico con ironia e – credo – empatia. La mia grande curiosità mi porta a documentarmi e a studiare tante discipline diverse e riunirle nel mio centro che è appunto quello musicale e se dovessi definire il mio approccio alla musica, ma anche alla vita, direi che è un misto tra un uomo rinascimentale e un hacker.
Mario Mariani dal vivo. Sarebbe fin troppo facile liquidare il tuo aspetto performativo come “spettacolare”, in realtà c’è la ricerca di un dialogo, di un ponte, con il pubblico.
Non c'è nulla in ogni mio gesto, in ogni mia scelta artistica che non sia funzionale alla musica, alla sua espressione che io intendo come “opera totale” per tutti i sensi e oltre. Anche la scelta di location particolari come aver portato un pianoforte in una grotta e averci vissuto per un intero mese o in tanti altri posti “inusuali” è stata una precisa volontà espressiva ed esperienziale fortemente connessa peraltro con il relativo “paesaggio sonoro”. O lo scegliere contesti in cui la musica sia fruibile non nella “solita modalità concertistica”, ma con una importante interazione con il pubblico, chiamando volontari a suonare con me o facendo sdraiare persone sopra il pianoforte, canalizzando ciò che la loro “energia” mi trasmette, o suonando in contesti che potremmo definire “sciamanici”. Tutti aspetti che mi piace indagare.
Mi piace la performance, il situazionismo, l'imprevedibile, la composizione
istantanea (cui aggiungo l'idea del “transpersonale”, nel senso – parafrasando
Jung – di un “inconscio collettivo musicale” costellato di archetipi sonori) e
credo che questa sia la direzione in cui la musica si sta dirigendo. Il
pubblico se ne accorge sempre di più e sento che ai miei concerti è felice e
curioso di vivere un'esperienza in cui egli stesso, abituato oggi
nell'illusione di interagire come ad esempio sui social network, faccia la sua
parte vivendo la magica scintilla della creazione musicale.
MARIO MARIANI BIO
Fortemente riconoscibile per
l'eclettico ed emozionante approccio al pianoforte, Mario Mariani concepisce lo
strumento come un'orchestra dalle inusuali alchimie sonore dove si fondono, nel
tempo presente, il compositore, l'interprete ed il performer.
Pianista e compositore, collabora con importanti enti e
committenti come Biennale di Venezia, (con
le due sigle del Festival del Cinema), Teatri Stabili (Piccolo di Milano, FVG,
Stabile Marche), Istituti di Cultura all'Estero e molti altri.
Ha ricevuto il premio "Oscar Marchigiano 2014"
come migliore musicista, nel 2016 è Direttore Artistico
della Piano Academy del festival "Naturalmente Pianoforte".
All'attività artistica alterna conferenze, workshop e progetti speciali come Francesco Povero (regia di Pietro
Conversano con la Comunità di San Patrignano, 2015)
e Frammenti di vita canti e libertà
(con il Carcere di Opera, 2017), entrambi eseguti al Teatro Piccolo di Milano.
È recentemente uscito il suo quarto album per pianoforte solo The Rossini Variations.
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