WITCHFIELD
- “3”
(Black Widow Records)
Commento di Andrea Pintelli
Altro jolly rilasciato dalla
gloriosa Black Widow Records, inesauribile nel proporre e pubblicare
opere di gran pregio: ecco a voi il terzo disco dei Witchfiled,
autori di un doom metal massiccio e senza fronzoli. La band è capitanata da
Thomas Hand Chaste, musicista storico già collaboratore di Death SS, Paul Chain
Violet Thetre, Paul Chain (come solista), Steve Sylvester (per citare i più
noti) e tanti altri, coadiuvato dai fratelli Cardellino (Andrea alla chitarra e
Giovanni alla voce) dell’Impero delle Ombre.
“3”
ha come protagonista lo strano Freaky, un ragazzo di città, problematico e
schivo, che viene raccontato dai Witchfield partendo da Suicide, che rende noto fin da subito il suo stato d’animo. Chitarre
in gran spolvero, il cui peso specifico sfiora quello dei buchi neri, e una
voce accattivante a narrare le gesta di Freaky. La parte centrale, più
riflessiva, fa da trampolino per il ritorno dell’heavy, ancor più della prima
parte, con urla e lamenti a condire il tutto. Un nuovo classico del panorama
doom metal. Si prosegue con The Return of
the Wicked Messiah, cavalcata stile seventies di sicura presa, senza un
attimo di respiro. Potente e grezza quanto basta per far sobbalzare dalla sedia
anche i più puri rockers d’annata. Da sottolineare il gran lavoro all’intera
sezione ritmica di Thomas, ottimo batterista ma anche dotato bassista. Si passa
a Bruxa ed è ora chiaro che i
Witchfield non vogliono chiudersi in un solo ambito, ma hanno spinta e fantasia
e bravura per affrontare diversi generi. Il sapiente uso delle tastiere è lì a
dimostrarlo. Ritmo rallentato, mirino puntato, centro beccato. Magical Mysterious Trip Thru the Stars è
inventiva ad alti livelli, senza se e senza ma. Dominata da atmosfere space
rock è un piccolo gioiello giocato su diverse gradazioni emotive. A volte si
può volare anche chiudendo gli occhi, si dice; in questo caso basta “vivere”
questa canzone, immergendosi in essa con buona parte di sé stessi. Il resto
verrà. The Pandemic Enigma rialza il
tiro, da paura. Nel bel mezzo del maledetto sconosciuto che taluni ci hanno
regalato, affrontarlo con coraggio è stata l’unica soluzione per contrastarlo.
Farsi troppe domande avrebbe portato alla depressione, da qui l’enigma. Un riff
killer ci fa intendere quanto cazzuti bisogna essere per battere il nemico,
anche se invisibile. I Feel Down Often
offre uno spaccato di un certo modo di comporre musica heavy: non d’assalto
come la precedente traccia, ma incentrata su malevole atmosfere care ai nostri.
La parte più dark oriented del disco, un macigno di capacità e maestria di
questo gruppo di valenti artisti. Si passa a Destiny of Homeless, sostanzioso brano very doom che fa alzare e
agitare i pugni verso il cielo. Un marchio indelebile di questo progetto
musicale. Jericho ha misura e
armonia, ogni battuta è un tassello a formare un mosaico di autenticità rara.
Sublimata da un assolo di chitarra che ha una melodia da applausi, ha nel
lavoro tastieristico un surplus degno di nota. Ultima canzone proposta è They Live in the Holes of My Mind, cupa
e tenebrosa, fa di questo album un lavoro da manuale, esportabile all’ennesima
potenza. Chi non lo capisce, si accomodi per riflettere.
Tracklist (cliccare sul titolo per ascoltare)
1 – Suicide
2 – The Return of the Wicked Messiah
3 – Bruxa
4 –
Magical Mysterious Trip Thru the Stars
8 –
Jericho
9 – They Live in the Holes of My Mind
Line-up:
Thomas
Hand Chaste: drums, bass, keyboards
Andrea Cardellino: guitars
Giovanni “John Goldfinch” Cardellino: vocals
Raffaele De Innocentiis: cover art
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