RAFAEL PACHA:
A bunch of forest songs
Seacrest Oy-2023-SPA
Di Valentino Butti
Rafael
Pacha,
polistrumentista spagnolo, da alcuni anni collaboratore dei Samurai of Prog, e,
più recentemente, co-protagonista sempre con Pörsti e Bernard, del progetto “The
Guildmaster” (due album per loro, fra il 2020 e il 2022, di ottimo folk prog)
ha all’attivo anche una ricca carriera solista incentrata soprattutto sul suo
secondo “amore” musicale e cioè la musica popolare. Sollecitato anche
dall’amico Pörsti, l’artista iberico “riprende in mano” alcune
composizioni presenti nei suoi album solisti, li rivisita, li registra
nuovamente e il risultato è questo “A bunch of
forest songs”.
Tredici brani compongono la raccolta:
dodici di essi sono estratti da quattro suoi album, uno, “La mujer del músico” è un brano inedito che comunque faceva già parte del
repertorio live dell’autore. Artista eclettico, Pacha, per l’occasione, suona
un po’ di tutto: dalle chitarre acustiche, classiche ed elettriche, al basso,
dal violino alla viola da gamba, dal flauto al mandolino, per non parlare di
altri strumenti della tradizione turca, spagnola o irlandese. Ovviamente
presenti, in qualità di ospiti, Pörsti alla batteria, Bernard al basso
in alcuni pezzi ed anche Alessandro Di Benedetti con le sue tastiere.
Un viaggio nella musica tradizionale
non solo spagnola, ma pure in quella basca, celtica, scandinava e balcanica. Tutti
i brani sono di grande fascino e ci avvolgono con le loro fragranze: le
sonorità celtiche di “Piper’s dream” con le sue cornamuse oppure
il folklore basco e gli strumenti tipici di questa zona che ci accompagnano in
“Akelarre”. Ancora la verde Irlanda e le sue antiche leggende
sono protagoniste in “Ossian by the door” e in “Bean Sidhe”,
(le Banshee, spiriti femminili i cui pianti anticipano la morte di qualche
essere umano) splendido bozzetto acustico che ci conferma tutta la sensibilità
di Pacha con gli strumenti a corda. Non mancano le ritmate cadenze balcaniche
come in “Balkan Rashness/ Pivo u staklu” o i rimandi all’epica
scandinava protagonista in “Dance of Rohan” e, ancor di più, in “Kenningar
(Swordwater)” che si rifà alle tradizioni medioevali norrene. Il
folklore scozzese (delle isole Ebridi, in particolare) è oggetto della più
elettrica “Stormchaser” con ancora le cornamuse in evidenza. “Artañola” è un mix di sonorità basche e celtiche, mentre “La
mujer del músico”, l’unico inedito come detto, è un
emozionante saggio dell’arte di Pacha e, qui, anche di Alessandro Di Benedetti
al piano ed alle soffuse tastiere.
“A bunch of forest songs” si rivela un prezioso scrigno musicale in cui si (ri)scoprono tradizioni secolari ancora in grado di coinvolgere la nostra sensibilità.
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