Eugenio Finardi Live al Teatro Astra
- Schio (VI) - 14/03/2015
Definire EUGENIO FINARDI un semplice cantautore é alquanto
riduttivo. Da sempre l'artista milanese si é attorniato di ottimi musicisti,
privilegiando gli arrangiamenti, conditi come sempre da testi rivolti al
sociale. Era così negli anni '70 ed é così tuttora. Non é stato diverso in
occasione di questo FIBRILLANTE tour,
che prende il nome dal recentissimo album dell'artista milanese, prodotto da
MAX CASACCI, leader e fondatore dei SUBSONICA, e nel quale si é avvalso di
varie collaborazioni, tra le altre quelle di MANUEL AGNELLI (AFTERHOURS) e
PATRIZIO FARISELLI (AREA). Se ne sono accorti gli oltre 700 paganti del teatro
scledense. Impeccabile come al solito l'organizzazione a cura di SCHIO LIFE di CLAUDIO CANOVA.
E’ recital quello di
FINARDI -perché di questo si é trattato- nella cui prima parte si sono potuti
ascoltare brani come: CADERE SOGNARE -toccante in quesito caso la premessa di
una canzone nata da una richiesta esplicita d'aiuto di un disoccupato del
Sulcis in Sardegna- o COME SAVONAROLA, che é un autentico inno di protesta nei
confronti dei signori del potere. Non mancano nemmeno momenti intimistici del
mondo femminile, come nell'intensa LE DONNE PIANGONO IN MACCHINA. Gli
arrangiamenti sono briosi e non si può certo dire che manchino di fantasia,
visto che toccano praticamente tutti i generi, come nel caso di DIESEL, vecchio
pezzo dal terzo album omonimo, eseguita sul ritmo di un bel funky jazz. Il
concerto cresce e la gente apprezza. Gli aneddoti piacevoli che FINARDI mette
tra un pezzo e l'altro ci fanno capire la profondità d'animo e la coerenza di
un artista che non é mai cambiato nel tempo, rimanendo fedele al suo forte
impegno sociale e politico degli anni dei concerti del PARCO LAMBRO di Milano.
Si possono ascoltare via via DOLCE ITALIA, pezzo nostalgico nato durante la
permanenza negli Stati Uniti di EUGENIO, per poi tuffarci nei maggiori successi
come LA RADIO, NON E' NEL CUORE o EXTRATERRESTRE. Hanno suonato con lui i
bravi: GIOVANNI MAGGIORE (chitarre e
cori), MARCO LAMAGNA (basso e cori),
CLAUDIO ARFINENGO (batteria) e PAOLO GAMBINO (tastiere). Non manca certo un corposo bis finale con LA
C.I.A. in versione rivisitata, un lungo pezzo blues cantato in inglese e MUSICA
RIBELLE come gran finale. Pubblico in piedi per il giusto tributo finale all'artista
milanese e alla sua band con un lungo battimani, che sancisce la fine delle
quasi due ore del concerto in terra scledense. Alla prossima.
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