Mostly Autumn live al Club Il
Giardino - 31/10/2015
Grosso
colpo quello del Club. La scena è per i Mostly Autumn, considerati, a torto o a
ragione, una delle migliori formazioni nel panorama neo - prog internazionale,
in occasione del loro tour con quattro date oltremanica. La band approda per la
prima volta in Italia con due date, quella di Roma e appunto quella del
Giardino. Siamo molto curiosi di vedere in azione questa band neo progressive,
nata in Inghilterra alla fine degli anni '90. Schematizzando, possiamo dire che
il loro è un prog sinfonico, che prende spunto dai vecchi maestri d'oltremanica
(Genesis, Pink Floyd), ma non mancano nemmeno accenni folk. Dopo gli
avvicendamenti degli anni scorsi, la formazione attuale schiera: Bryan Josh (chitarre, voce,
pianoforte), Iain Jennings (tastiere),
Liam Davison (chitarre) - che
appaiono già dagli esordi - con Andy
Smith (basso), Anne-Marie Helder
(tastiere, flauto, chitarra acustica e voce), Alex Cromarty (batteria), e Olivia
Sparnenn (voce). Il colpo d'occhio del locale è notevole, con parecchia
gente da fuori provincia e, del resto, era lecito aspettarselo. La band si fa
un pò attendere, ma alla fine ne sarà valsa la pena! Il pezzo strumentale
iniziale ci mette subito a nostro agio, con il flauto in evidenza. Segue la
floydiana THE LAST CLIMB, con Josh al canto e subito la chitarra in evidenza.
L'atmosfera si fa calda quando entra in scena la giunonica Olivia Sparnenn, che
dal 2010 è entrata in pianta stabile nella band sostituendo l'altra frontman
Heather Findlay, non facendola di certo rimpiangere. HOLLOW è il pezzo che
segue e gli applausi (meritati) si sprecano. La doppia voce femminile
ingentilisce e innalza il prog sinfonico dei Mostly Autumn. Intimistica la
successiva RAIN SONG eseguita canto e voce. La band, ma lo si sapeva, possiede
parecchia varietà di schemi, momenti tirati alternati ad atmosfere quasi
rarefatte rendendo il tutto, una miscela di suoni davvero particolari. PASS THE
CLOCKS è un altro bel brano datato a cui fa seguito l'accenno di pianoforte che
ci introduce a SILHOUTTES OF STOLEN GHOSTS. Non potevano mancare pezzi come
EVERGREEN, che è ripresa in parecchi lavori della band. Una manciata di minuti
di pausa e di nuovo in sella, cha da il via ad una seconda parte lunghissima,
con la band che si diverte come e forse più del pubblico presente, entusiasta
com’è di questa due giorni italiana.
Il
cliché non cambia con momenti soft e momenti hard dove fa bella mostra di sé il
batterista Cromarty, con ritmi vertiginosi. Il concerto si concluderà ad ore
tarde per il Club (è già passata l'una di notte da un bel po') con la band
acclamata, che di sicuro non si tira indietro, per i bis di rito.
Tributo
finale e gloria per tutti, cento, mille di questi concerti.
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