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martedì 3 novembre 2015

Rodolfo Maltese ricordato da Riccardo Gerbi, di Wazza


E' passato un mese.......ciao "fratello" Rudy
WK



Un ricordo di Riccardo Gerbi

Rodolfo Maltese è stato un caro amico di MusicOff, qualche tempo fa passò dalla redazione per provare alcuni stompbox e scambiare quattro chiacchiere con lo Staff. Chi scrive, ha incontrato per la prima volta Rodolfo circa otto anni fa, quando il direttore della rivista dove scrivevo all'epoca mi mise in mano una videocamera, per raccogliere delle testimonianze in una fiera italiana del settore.
Vidi Rodolfo che provava un amplificatore in un box di un distributore italiano, circondato all'esterno da un bel numero di fan in attesa di foto e autografi. Io ero reduce da due incontri fortunati con Faso e Mauro Pagani, quindi entrai nel box con il "pass stampa" in bella vista, la videocamera in mano e il piglio di chi avrebbe "strappato" un'altra intervista; viceversa, tutto avvenne nella massima naturalezza, perché mentre suonava, Rodolfo mi fece un sorriso e uno sguardo di tacito assenso al mio ingresso.
Dopo qualche minuto, mettendo mano ai controlli dell'amplificatore Rodolfo mi disse: "ciao, riprendi pure se vuoi, non c'è problema", ma io rimasi talmente colpito dai suoi modi gentili e affabili che, lo ammetto, la qualità della ripresa video non fu di quelle memorabili, quindi la cassetta con il girato di quella performance finì in archivio.
In seguito, con Rodolfo ci siamo incontrati in altre fiere almeno un paio di volte, ma l'approccio è rimasto sempre lo stesso: uno sguardo, un sorriso e: "Riccardo, fai pure...".
Purtroppo avrei voluto incontrarlo ancora una volta, magari per raccontargli della mia infanzia, quando a casa mia i fratelli maggiori si litigavano il giradischi per ascoltare "Selling England by the Pound" dei Genesis, "Storia di un minuto" della PFM o "Io sono nato libero" del Banco del Mutuo Soccorso, il primo album dove Rodolfo Maltese fece il suo esordio nella band, dopo la precedente esperienza con gli Homo Sapiens.
Musicalmente parlando, io Rodolfo l'ho "vissuto" anni dopo, quando muovevo i primi passi tra le tastiere e ascoltavo gli album dei primi anni ottanta del Banco, quelli meno Progressive e più orientati (per me) al pop, ma sempre affascinato dai virtuosismi sui tasti bianchi e neri dei fratelli Nocenzi. Ricordo anche un live diRiccardo Cocciante del 1988 ("La grande avventura"), dove Rodolfo Maltese si espresse ai massimi livelli non solo con la chitarra, ma anche con altre sue grandi passioni quali la tromba (cfr. video qui sotto) e il flicorno, insieme a un altro compagno del Banco come il batterista Pierluigi Calderoni: da questo tour è stato tratto anche un CD intitolato "Viva!".
Ma ridurre la carriera di Rodolfo Maltese ai miei soli ricordi è ingeneroso, perché in quasi 50 anni il chitarrista italiano ha collaborato con diversi artisti nazionali e internazionali, tra cui il bluesman Stefan Grossman nel 1975, con Franco d'Andrea al pianoforte nel 1979 in uno storico locale milanese del jazz come il Capolinea, oppure al contributo fornito per la realizzazione degli album "Concerto" di Angelo Branduardi nel 1980, "Cammina, cammina" di Edoardo De Angelis nel 1986, oppure gli album "E anche se non fosse amore" (1994) e "Pezzi di Ricambio" (1997) dei Têtes de Bois.
Il jazz era una delle sue grandi passioni, e amava sperimentare alla ricerca di nuove forme musicali, anche attraverso svariate band da lui formate nel tempo, tra cui ricordo la Rodolfo Maltese Band, gli Indaco e i vari duo o trio negli anni novanta che l'hanno visto coinvolto insieme a chitarristi italiani quali Massimo Alviti o Maurizio Pizzardi.
Durante la lotta contro la malattia, Rodolfo ha organizzato la "Festa Maltese", un evento a cadenza annuale per riunire amici e fan una sera in un locale di Roma, e suonare al grido di: "La malattia si vince con la musica!". Penso che sarebbe bello onorare lui e Francesco Di Giacomo (voce del Banco del Mutuo Soccorso scomparso tragicamente nel 2014) mantenendo viva questa festa, per dare nuovamente forza con la musica a chi ancora combatte la propria battaglia con la malattia.
Nel frattempo, io vado in archivio a cercare quella videocassetta per rivedere lo sguardo di Rodolfo con la chitarra a tracolla che mi sorride...



Rodolfo Maltese
Una chitarra nata libera
2015
1947 - 2015

E' uscito di scena con la stessa discrezione ed eleganza che ne aveva contrassegnato l'intensa parabola artistica ed umana. Innato talento, sconfinato amore per la musica e profonda umanità. Rodolfo Maltese, chitarra storica del Banco del Mutuo Soccorso, si è spento il 3 Ottobre 2015 al Policlinico Umberto I di Roma, dopo aver lottato a lungo con una spietata malattia. Nato ad Orvieto il 26 febbraio 1947, Rodolfo (o più semplicemente Rudi come amavano chiamarlo gli amici) eredita dal padre l'interesse per la musica classica ed il jazz. Se la chitarra si rivela da subito, e naturalmente, il suo fedele strumento prediletto, è attraverso gli studi al conservatorio di Lucca che prende forma la passione per la tromba.
Cover 45 giri Homo SapiensNon ancora ventenne entra a far parte della formazione fiorentina de I Tarli; sotto l'ala protettrice di Herbert Pagani e di Radio Monte Carlo la giovane band, dopo l'incisione di alcuni singoli, cambia il proprio moniker in Homo Sapiens (li ricorderemo per la vittoria di un Sanremo negli anni a seguire) e prende parte a manifestazioni dell'epoca tra cui il Festival Pop di Caracalla a Roma tenutosi nel maggio 1971. Rodolfo Maltese registrò con loro solo due 45 giri.
Proprio in questo contesto Rodolfo conosce il tastierista Vittorio Nocenzi dal quale riceve l'invito ad entrare a far parte del nascente progetto Banco del Mutuo Soccorso; dopo un iniziale rifiuto, nel 1973 prende il via la sua esperienza con la formazione manifesto delCover Io sono nato liberomovimento progressive italiano grazie alla partecipazione alla realizzazione del capolavoro “Io sono nato libero”.
 La raffinata tecnica esecutiva e la flessibilità stilistica di Maltese sposano perfettamente le intense trame delle evoluzioni di Nocenzi e le toccanti interpretazioni diFrancesco Di Giacomo divenendo un inequivocabile marchio di fabbrica. E' l'inizio di un connubio indissolubile che si protrarrà per oltre quattro decenni; marcato da memorabili tour e rilevanti opere discografiche. Sarà interrotto solamente dalle tragiche vicissitudini di quest'ultimo periodo (risale al febbraio 2014 la prematura scomparsa di Di Giacomo).
 Parallelamente alle attività del Banco il chitarrista umbro non disdegna di dedicare spazi importanti a progetti alternativi e collaborazioni di prestigio. In tal senso da ricordare sono le collaborazioni ai lavori “Concerto” di Angelo Branduardi, “E anche se non fosse amore” Cover Amorgos - Indacodei Têtes de Bois e “In ogni luogo, in ogni tempo” dei Periferia del Mondo nonché la fondazione degli Indaco (ensemble etno-rock attivo tra il 1997 e il 2006) e Rodolfo Maltesel'iniziativa di matrice fusion battezzata Rodolfo Maltese Group. Il loro album "Il Gabbiano Jonathan"  fu registrato nel 1987, ispirato dal famoso libro "Jonathan Livingston Seagull".
E' del 2009 l'ultima sua testimonianza artistica “Alma”, progetto acustico in duo con Massimo Alviti che rivisita classici di Metheny, Salinas, Lennon-Mc Cartney oltre a proporre interessanti composizioni inedite.



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